3 ottobre 1955
L’Egitto respinge la nota inglese, comprerà armi dai cecoslovacchi
Il passo britannico al Cairo, eseguito dall’ambasciatore Trevelyan, non ha avuto esito favorevole. Era impossibile pensare che Abd el Nasser modificasse la sua decisione di acquistare armi dalla Cecoslovacchia. La popolarità di Nasser infatti è aumentata, il prestigio dell’Egitto cresce. Politica d’indipendenza dai due blocchi di tipo indiano, con minore sottigliezza di quella di Nehru, ma con maggiore violenza e risentimento verso gli Inglesi: niente può avere maggior favore fra le popolazioni di colore.
La presenza di tecnici cecoslovacchi in territorio egiziano, la necessità di rifornirsi sempre alle stesse fonti per mantenere costante ed eguale l’equipaggiamento e l’armamento delle truppe, il bisogno di parti di ricambio, possono portare fatalmente a un legame pericolosissimo tra i fornitori e i rifomiti. La Cecoslovacchia denuncia i tentativi occidentali contro il progetto come un disegno imperialistico, un attentato all’indipendenza e alla libertà commerciale degli Stati. Viene annunciato un viaggio a Praga di Nasser. La Russia, che ha certamente diretto la manovra, non figura, per ora, tra le fornitrici di armi dell’Egitto. Questo aggiramento sovietico delle posizioni difensive pazientemente costruite dagli Occidentali, e specialmente dagli Inglesi, nel Medio Oriente, è il risultato più positivo che la Russia ha ottenuto, o sta per ottenere, con le armi insidiose della guerra sorridente.
Dopo avere convocato gli ambasciatori delle Potenze comuniste, il Governo israeliano ha dichiarato che, per fare fronte a questa gara di armamenti, cercherà di rifornirsi in maggiore misura. Il delicato e precario equilibrio stabilito dalle tre Potenze occidentali rischia di cadere in pezzi. Il dosaggio di forniture seguito dal 1950 in poi per evitare una ripresa di ostilità tra Arabi ed Ebrei, è alterato dal fatto nuovo. In complesso, il Medio Oriente e il Mediterraneo sono la zona dove la situazione si è alterata più sensibilmente negli ultimi mesi, o, anzi, settimane. La ripresa di violenze in tutta l’Africa francese, la crisi di Cipro, il distacco della Jugoslavia e della Grecia, per diverse ragioni, dalle Potenze occidentali e dalla Turchia, il colpo di scena del Cairo, sono tutti segni e fatti allarmanti. (da un articolo di Domenico Bartoli).