12 ottobre 1955
L’Urss ammonisce la Persia: non aderisca al Patto di Baghdad
La Persia, secondo notizie pubblicate dai giornali, vuole aderire al patto difensivo fra Turchia, Iraq e Pakistan. Il Governo sovietico ha subito deciso di reagire. Esso ha fatto sapere a quello persiano che un tale passo, qualora fosse preso, sarebbe « molto grave ». L’adesione al patto è incompatibile con gli interessi della pace e compromette le relazioni di buon vicinato, esistenti fra la Persia e l’Urss, violando il trattato di amicizia. L’alleanza a tre, dicono i Sovietici, è lo strumento « di circoli aggressivi » i quali non hanno alcun desiderio di mantenere e di rafforzare la pace.
Il Governo di Mosca tocca poi un tasto molto sensibile per i persiani; esso dice che il patto tripartito vuole mantenere il Medio Oriente in condizioni di servitù coloniale. A riprova di ciò, ricorda che l’Inghilterra se ne fa garante. Le fiere lotte antibritanniche di Mossadeq sono troppo recenti perché simili argomenti rimangano senza eco. La comunicazione sovietica afferma dunque che la pace e la tranquillità del Medio e del Vicino Oriente sono minacciate dalla alleanza. Essa è stata fatta all’Ambasciata persiana di Mosca; ed è stata resa pubblica dalla « Tass ». È bene osservare che non si tratta, in linguaggio diplomatico, di una «nota»: l’odierno passo è meno impegnativo. (da un articolo di Piero Ottone per il Corriere della Sera).