13 ottobre 1955
Irritazione a Mosca per l’adesione (annunciata) dell’Iran al Patto di Baghdad
L’estensione del patto di Bagdad sarà un fatto grave per l’Urss. La diplomazia sovietica ha intrapreso la politica di Ginevra (politica del sorriso) soprattutto con uno scopo: essa spera nella dissoluzione delle alleanze occidentali. Bulganin lo disse chiaramente lo scorso luglio. Egli dichiarò che « gruppi militari », come risultato della distensione, dovranno essere sciolti. Adesso la Persia annuncia la intenzione di aderire al gruppo, già esistente, della Turchia, dell’Irak e del Pakistan. Le alleanze dell’Occidente, invece di disintegrarsi, stanno dunque allargandosi.
L’adesione dell’Iran al patto di Bagdad, se avverrà, non sarà di per sé una grande catastrofe per l’Urss: i Persiani non hanno oggi un peso sufficiente per spostare nel mondo l’equilibrio delle forze. È piuttosto il valore simbolico dell’avvenimento che irrita, innervosisce e, vorremmo quasi dire, infuria i Russi. (da un articolo di Piero Ottone sul Corriere della Sera)