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 1952  ottobre 02 Giovedì calendario

La nuova tattica dei russi, in Europa né pace né guerra

In un articolo sulla rivista Bolscevik, Stalin profetizza la guerra tra paesi capitalistici. «Oggi la base teoretica  dell’azione russa diviene in maniera sempre più evidente la tesi  delle «contraddizioni interne del blocco occidentale e del  dissidio di interessi tra i  componenti di esso, America da un lato, i suoi alleati europei dall’altro». E l’interlocutore a cui Mosca spera di fare pervenire la sua voce non è Washington, ma l’Europa occidentale. Questo fatto porta a un  cambiamento di tattica notevole nei confronti dell’Europa e  possibilmente nell’impostazione  generale della guerra fredda.  Finora l’obiettivo russo era stato quello di impedire la coalizione dell’Occidente. A ciò erano  servite in un primo tempo la tattica della pressione dall’interno dei partiti comunisti contro il  piano Marshall, in un secondo  tempo la minaccia di una guerra se si inseriva la Germania  nell’Occidente. Oggi, in sostanza, la Russia ha incassato senza reagire il rovesciamento delle alleanze operato dagli Stati Uniti mediante V inserimento della Germania e del Giappone e ha deciso di attendere che i contrasti di interesse che  questo fattore introduce nella  coalizione dell’Occidente si  sviluppino. La tecnica, quindi, che  Washington si attende da parte di Mosca in Europa è  l’incoraggiamento alla politica dei « fronti popolari » o persino dei « fronti nazionali » con la parola  d’ordine dell’accentuazione dei  motivi nazionalistici in ciascun  Paese. Nei confronti degli Stati Uniti la tecnica russa appare quella di creare una  stabilizzazione di fatto della situazione attuale. Il Cremlino non si  proporrebbe né di spingere le cose più a fondo, né di concludere accordi difensivi. Lo stato  attuale “né pace, né guerra”.  apparirebbe il più adatto a  fomentare le contraddizioni  interne dell’Occidente» (da un articolo di Ugo Stille sul Corriere della Sera).