24 ottobre 1947
Il parlamento iraniano boccia l’accordo con l’Urss sul petrolio
Giunge notizia da Teheran che il Primo ministro persiano Sultaneh svolgendo al Parlamento l’attesa relazione sugli avvenimenti che portarono all’accordo petrolifero russo-persiano del 1946, ha detto tra l’altro: «Ricoprivo la carica di Primo ministro in quei tempi venturosi, quando Teheran era minacciata di accerchiamento. Per salvare il nostro popolo e il nostro Paese io firmai le lettere scambiate con l’ambasciatore sovietico. Qualsiasi patriota al mio posto avrebbe fatto la stessa cosa». Il Parlamento ha quindi approvato la legge con la quale si dichiara nullo e inesistente l’accordo petrolifero russo-persiano. Negli ambienti bene informati di Londra si teme l’imminente ripresa di una nuova offensiva politica russa contro l’Iran in seguito al rifiuto del Parlamento persiano di approvare l’accordo petrolifero. Tale azione potrebbe essere combinata con movimenti di truppe di confine tendenti a far rinascere l’influenza comunista nella provincia settentrionale dell’Azerbaigian. Anche a Whitehall si nutrono molte preoccupazioni circa la reazione sovietica a questo «sbatacchiare la porta in faccia ai Russi».