21 dicembre 1979
Retata in tutta Italia di autonomi e fiancheggiatori delle Br
All’alba i giudici di mezza Italia hanno sferrato un nuovo attacco al terrorismo: ventiquattro ordini di cattura per costituzione di banda armata; sedici persone arrestate; centinaia di perquisizioni; pesanti accuse contro un gruppo degli arrestati del "7 aprile", e cioè Toni Negri, Oreste Scalzone, Emilio Vesce e Franco Pipemo; una più nitida immagine dei rapporti fra i vari gruppi dell’eversione; un fascio di luce sul sequestro e l’assassinio dell’ingegner Carlo Saronio; rivelazioni sull’omicidio di Alceste Campanile, il giovane di Lotta continua che si diceva fosse stato ucciso dai fascisti; nuovi sospetti sull’assassinio del giudice Emilio Alessandrini. E, infine, la ricostruzione della mappa del terrorismo dal 1971. Sin da allora Toni Negri e Valerio Morucci, secondo l’accusa, si conoscevano. E oggi sarebbe stata scoperta anche l’identità del misterioso "Saetta", al quale Feltrinelli scrisse la lettera trovata nel covo di via Subiaco. Sette anni fa il magistrato Guidio Viola scrisse, nella sua requisitoria «è possibile che l’interlocutore "Saetta" sia il capo o uno dei capi delle BR». Da ieri sera accanto a "Saetta" è stato accostato il nome di un noto personaggio: Franco Pipemo. Sospetti? Certezza? Non si sa. I giudici di mezza Italia sarebbero convinti di aver messo le mani sui personaggi più importanti e sempre rimasti nell’ombra: i capi dell’eversione. Lo si legge chiaramente nell’allegato all’ordine di cattura, dove si definiscono gli imputati: «i massimi vertici dell’organizzazione eversiva». C’è un superteste dietro questa operazione, che — è bene ricordarlo — non ha le caratteristiche di un blitz? Sembra di sL E c’è chi accenna a tutta la vicenda del sequestro e all’assassinio di Saronio. Qualcuno avrebbe fatto ammissioni, e potrebbe aver suggerito la chiave interpretativa di alcuni capitoli oscuri dell’eversione (Alberto Berticelli e Antonio Ferrari sul Corriere della Sera del 22 dicembre)