Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1980  gennaio 24 Giovedì calendario

Dopo Fioroni, ha parlato anche Casirati. Altri presunti terroristi arrestati

MILANO — La seconda  importante fase dell’inchiesta giudiziaria legata all’operazione antiterrorismo del 21  dicembre ha portato, per quanto riguarda i giudici milanesi, all’arresto di sette persone, tra le quali tre insegnanti e due operai dell’Alfa Romeo. Altri tre ordini di cattura sono stati  eseguiti nel Veneto per ordine del magistrato di Padova. Se un mese fa il blitz della Digos era scattato in seguito alle clamorose rivelazioni del «professorino» Carlo Fioroni, la nuova ondata di arresti (che negli interventi dell’altra notte ha visto impegnati in Lombardia, Piemonte e Liguria oltre cento uomini tra poliziotti e carabinieri) è da mettere in  relazione alle dichiarazioni che avrebbe reso in carcere un  altro detenuto pentito, Carlo  Casirati [...]

Per ordine dei magistrati  milanesi sono state compiute una trentina di perquisizioni  domiciliari in varie zone dell’Alta Italia e anche a Roma. Carlo Casirati: dopo Fioroni, si diceva, sarebbe toccato a lui rivestire il ruolo di uomo-chiave dell’inchiesta su Toni Negri e l’«Autonomia armata» per dare una mano preziosa agli inquirenti. Casirati al tempo del processo per il caso Sa- ronio (al termine del quale è stato condannato a 25 anni di reclusione) disse in aula che «se avesse parlato «avrebbe fatto : crollare il palazzo di giustizia». Ebbene, Casirati si sarebbe deciso a parlare. Lo avrebbe fatto perché in preda, come Fioroni, ad una crisi spirituale o per convenienza — in quanto gli sarebbe stata garantita, in  base alle nuove norme, una  diminuzione di pena in appello, per lui e la sua donna, Alice  Carrobio, condannata a dodici anni e tuttora in libertà provvisoria, — ma avrebbe parlato. Le sue dichiarazioni  sarebbero molto importanti perché, suonando conferma a quanto ha riferito a suo tempo il  «professorino» amico dell’editore Glangiacomo Feltrinelli,  costituirebbero per gli investigatori la prova definitiva  dell’alleanza fra terrorismo e criminalità comune. Casirati sarebbe stato interrogato sei volte dai giudici milanesi, presente il PM  Calogero di Padova, e sempre in carceri diverse per misure di sicurezza (Adriano Solazzo sul Corriere della Sera)