22 gennaio 1980
Arrestato Sacharov
MOSCA — Ieri pomeriggio, in una città improvvisamente addolcita dal sole, e dalla voglia di primavera, gli agenti del KGB hanno arrestato nella via Shkalova, in centro, il premio Nobel per la pace Andrei Sacharov mentre, in automobile, stava andando a una riunione della Accademia delle scienze, di cui è membro. Poche ore dopo, la polizia segreta ha arrestato anche la moglie, Elena Bonner, mentre rincasava. I Sacharov abitano al settimo piano della bella palazzina di via Shkalova riservata agli accademici delle scienze. Alle sei del pomeriggio, dopo una secca comunicazione del procuratore generale, Sacharov e la moglie venivano portati all’aeroporto, caricati su un aereo e trasportati nella città di Gorki, sul Volga, a circa 400 chilometri da Mosca, dove dovranno vivere d’ora in poi in domicilio coatto. Il procuratore ha informato Sacharov che gli erano stati tolti tutti i titoli e gli onori conseguiti per il suo straordinario lavoro di fisico nucleare, grazie al quale 30 anni fa l’URSS ebbe la sua prima bomba all’idrogeno. L’accusa, secondo la Tass: attività sovversiva. Le notizie sulla sorte di Sacharov sono venute dalla suocera, Ruth Bonner, dopo ore di assoluto mistero. Ruth Bonner, che viveva con lo scienziato e la figlia nell’appartamentino della via Shkalova, ha potuto rientrare e, solo a tarda sera e raccontare finalmente la verità. La casa di via Shkalova è presidiata in forze. Due agenti sul pianerottolo, altri per le scale, un poliziotto in divisa alla porta, gruppetti di «cekisti» in borghese (il vecchio nome staliniano rimasto appiccicato a quelli del KGB) agli angoli del palazzo, nel cortile, fermi in auto parcheggiate. Si è visto un furgone verde, senza segni distintivi, fermarsi nel cortile, scendere quattro uomini, salire nel palazzo assediato, tornarvi dopo pochi minuti con fasci di carte, e ripartire, forse con le «prove» schiaccianti dei crimini di Sacharov. Il fatto certo è la conferma del ritorno ai fulgori staliniani dell’apparato poliziesco, di una svolta a destra che è arrivata a Kabul e sulla via Shkalova, a toccare l’«intoccabile» Sacharov, confermando purtroppo le indicazioni di un «giro di vite» registrate nei giorni scorsi.