17 gennaio 1980
Gran discorso sulla nudità di papa Wojtyla
Nella consueta conferenza del mercoledì, proseguendo l’illustrazione del matrimonio attraverso il commento della Genesi, Giovanni Paolo II ha fatto un discorso di grande importanza, tale da rovesciare secoli di incrostazioni e di errate interpretazioni sull’importanza della vita sessuale.
Si potrebbe dire che su un solo versetto della Genesi: «Erano nudi, ma non provavano vergogna» verta la sua analisi dell’amore fra uomo e donna e lo sfrutti per arrivare a implicazioni che riguardano prima di tutto l’intelligenza libera, la scienza prima della nostra esistenza. Il Papa dice giustamente che il versetto «è pieno di sorprendente contenuto teologico ed insieme ontologico. La rivelazione e la scoperta del significato sponsale del corpo spiegano la felicità originaria dell’uomo e a un tempo aprono la prospettiva della sua storia eterna». Un pò come dire che all’uomo e alla donna, nella loro piena integrità, vanno restituiti i dati primi dell’amore, liberandoli così da deviazioni e storture accumulatesi durante i secoli per forza di morali riduttive, sopraffattrici o addirittura violente. Soprattutto là dove viene messo l’accento sul valore sponsale dell’amore, sullo scambio e sulla collaborazione libera, il discorso assume tutto un suo significato di liberazione e di esaltazione finale della persona umana. [...] Il corpo non viene più né umiliato né giudicato né visto come strumento di degradazione e ritrova così la sua prima funzione che è quella del dono, dell’offerta, del piacere pieno consentito senza limitazioni o costrizioni. È dunque il traguardo della gioia che i grandi mistici hanno toccato e raggiunto per primi, anche se per loro vale la seconda ipotesi suggerita nel discorso del Papa, l’amore verso Dio fondato sulla rinuncia dell’amore umano. Comunque, una volta ammesso e consacrato questo «principio», questa partenza da Dio, non c’è più posto per la mortificazione dell’amore né per la sua umiliazione: questo amore non ha più bisogno di abiti. Al contrario è fedele alla prima connotazione della «nudità» vale a dire della piena coscienza delle doti di maschilità e di femminilità, non si apre più nessun varco verso la vergogna, resta il diritto alla comune soddisfazione e alla gioia.