17 gennaio 1980
Il Psi si spacca sugli organigrammi
ROMA — Signorile è quasi riuscito a convincere Craxi sul documento politico: chiedere alla DC, senza mezzi termini o scappatole dialettiche, il governo di emergenza con i comunisti come unica soluzione ai problemi del paese. Da parte sua il segretario avrebbe ottenuto di spostare nel tempo la crisi del governo Cossiga: non alla chiusura del congresso democristiano, ma a primavera, subito dopo le amministrative. I guai sono cominciati però al momento degli organigrammi. Da una parte il segretario disposto a una gestione più allargata, ma restio a sostituire uomini di sua stretta fiducia nei settori più delicati del partito. Sull’altro fronte, una coalizione di gruppi diversi (Signorile, De Martino, Mancini, Achilli) impegnati a risolvere una complicata operazione: non solo ottenere più posti nella plancia di comando, ma poi dividerseli senza scontentare nessuno. È difficile che un contrasto sulle poltrone possa mandare all’aria un accordo considerato dagli stessi contendenti «vitale» per il futuro del partito socialista. La possibile via d’uscita sarebbe quella di rinviare a un altro comitato centrale il problema degli equilibri Interni.