Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1980  gennaio 16 Mercoledì calendario

Bloccano l’aereo al decollo e rubano un miliardo e 750 milioni

ROMA — Sensazionale  colpo all’aeroporto di Fiumicino. Due falsi operai sono riusciti, ieri mattina, a bloccare un aereo in partenza per  Zurigo e a impossessarsi di due plichi con valuta estera per un valore di un miliardo e 750 milioni. Un furto clamoroso che, per l’audacia con cui è stato eseguito, non ha  precedenti. L’aereo, un DC-9 volo 603 della «Swissair», è stato bloccato con un espediente quando già si trovava in fase di rullaggio. I due falsi operai, che erano a bordo di un  pullmino verde dell’«A.R.» (Società aeroporti di Roma) e  indossavano due giubbotti arancione come quelli usati dagli operai dell’aerostazione, si sono  accostati all’aereo e hanno fatto segno al pilota di fermarsi. Servendosi di una radio  portatile, hanno fatto sapere che dovevano effettuare dei  controlli. Invece, i due dopo aver aperto il portellone della stiva, si sono impossessati dei due preziosi plichi, sono tornati sul pullmino e sono fuggiti, senza nemmeno richiudere  l’apertura della stiva.

È stato il comandante che, vedendo la spia accesa, ha mandato il suo secondo a  bloccare il portellone e ha  proceduto alla manovra di decollo. Del furto ci si è accorti solo quando l’aereo è giunto a  Zurigo. Dalla «pancia» del DC-9 mancavano i due sacchi di iuta, che contenevano il denaro spedito, tramite la «Brink’s Securmark», da un consorzio bancario italiano e uno  svizzero (dal Corriere della Sera del 17 gennaio)