16 gennaio 1980
Bloccano l’aereo al decollo e rubano un miliardo e 750 milioni
ROMA — Sensazionale colpo all’aeroporto di Fiumicino. Due falsi operai sono riusciti, ieri mattina, a bloccare un aereo in partenza per Zurigo e a impossessarsi di due plichi con valuta estera per un valore di un miliardo e 750 milioni. Un furto clamoroso che, per l’audacia con cui è stato eseguito, non ha precedenti. L’aereo, un DC-9 volo 603 della «Swissair», è stato bloccato con un espediente quando già si trovava in fase di rullaggio. I due falsi operai, che erano a bordo di un pullmino verde dell’«A.R.» (Società aeroporti di Roma) e indossavano due giubbotti arancione come quelli usati dagli operai dell’aerostazione, si sono accostati all’aereo e hanno fatto segno al pilota di fermarsi. Servendosi di una radio portatile, hanno fatto sapere che dovevano effettuare dei controlli. Invece, i due dopo aver aperto il portellone della stiva, si sono impossessati dei due preziosi plichi, sono tornati sul pullmino e sono fuggiti, senza nemmeno richiudere l’apertura della stiva.
È stato il comandante che, vedendo la spia accesa, ha mandato il suo secondo a bloccare il portellone e ha proceduto alla manovra di decollo. Del furto ci si è accorti solo quando l’aereo è giunto a Zurigo. Dalla «pancia» del DC-9 mancavano i due sacchi di iuta, che contenevano il denaro spedito, tramite la «Brink’s Securmark», da un consorzio bancario italiano e uno svizzero (dal Corriere della Sera del 17 gennaio)