16 gennaio 1980
Congresso del Psdi, Longo vuole il pentapartito, Saragat respinge l’idea di un’equidistanza tra Usa e Urss
ROMA — Consapevole di avere alle spalle un partito unito e in ascesa, Pietro Longo ha indicato ieri dalla tribuna del diciottesimo congresso gli obiettivi del PSDI. Longo ha parlato in modo chiaro e netto, rivendicando con toni talvolta pacati, talvolta più accesi, la validità della strategia complessiva del suo partito. Nell’immediato — ha spiegato — va mantenuto l’attuale governo di tregua, poiché «una crisi al buio potrebbe far precipitare il paese verso nuove e inutili elezioni». Ma lo sbocco per il quale lavorano i socialdemocratici, ha subito aggiunto, resta la costituzione di un ministero a cinque, dal PLI al PSI. È questa, secondo il giudizio di Longo, la formula indicata dalla maggioranza degli elettori, ed è anche l’unica che può garantire l’attuazione di riforme che consentano all’Italia di uscire dalla crisi non allontanandosi, ma anzi avvicinandosi, all’Occidente e all’Europa. L’idea di un’Italia equidistante tra i due blocchi era stata respinta con grande vigore da Giuseppe Saragat, nel discorso di apertura del congresso. «L’URSS ha ormai superato quantitativamente gli USA nell’armamento atomico» e si presenta come un «terrorismo di Stato» nel cuore dell’Asia, aggredendo l’Afghanistan, un paese, tra l’altro, «non allineato», fino a ieri indipendente da entrambi i blocchi militari.