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 1980  gennaio 11 Venerdì calendario

Accuse di magistrati ed ex magistrati a sei loro colleghi: «Quei giudici sono amici dei terroristi»

ROMA — Sei giudici sono stati messi sotto accusa da un gruppo di senatori  democristiani. In una interpellanza  firmata dall’ex sostituto  procuratore della Repubblica Claudio Vitalone, dall’ex prefetto di  Milano Libero Mazza, da Luigi Granelli, da Silvio Coco, anche egli ex magistrato, e altri  diciannove parlamentari dc, si sostiene che sarebbero emersi «precisi collegamenti tra appartenenti ad un’organizzazione eversiva e i giudici magistrati Franco Marrone,  Francesco Misiani, Gabriele  Cerminara, Ernesto Rossi, Luigi  Saraceni e Aldo Vittozzi. I toni e i contenuti dell’iniziativa, senza precedenti, sono  estremamente gravi. Con l’interpellanza si è chiesta in sostanza la  sospensione immediata dei sei  rappresentanti dell’ordine  giudiziario e l’apertura di due  inchieste, l’una penale e l’altra disciplinare. Tutti i giudici posti sotto  accusa fanno parte di  «Magistratura democratica», la corrente più a sinistra tra quelle in cui si dividono i componenti  dell’amministrazione della giustizia. Franco Marrone è da pochi  mesi sostituto procuratore geneale, Mislanì ha assunto  recentemente le funzioni di giudice istruttore, Cerminara,  Saraceni (già candidato nelle liste di Muova Giustizia alle ultime  elezioni) e Misianl sono pretori, Rossi e Vittozzl fanno parte della sezione lavoro. Alla base delle accuse vi sarebbe un documento sequestrato anni fa in una sede di Potere operaio. Tutti gli accusati negano. Saraceni ha detto: «Questa iniziativa fa parte dell’operazione  "polverone" sollevata in appoggio alle nuove norme antiterrorismo». In passato, un altro giudice era stato accusato di aver  avuto rapporti con dei gruppi  eversivi. Fu il generale Carlo  Alberto Dalla Chiesa a presentare contro il giudice istruttore di Milano, Ciro De Vincenzo, un rapporto basato  essenzialmente sulla testimonianza dell’ex frate mitra Silvano dirotto. L’informatore aveva riferito una frase attribuita a Renato Curdo che avrebbe definito De Vincenzo «un giudice amico». Ci fu un’inchiesta che però  scagionò interamente il  magistrato (dal Corriere della sera)