3 gennaio 1980
Continua la corsa di oro, argento e platino
[...] A tarda sera, quando è stato possibile tirare le somme, ogni precedente primato ed ogni linea di difesa ritenuta finora insuperabile erano stati infranti. A Londra, l’oro è balzato da 569 a 635 dollari per oncia, (16.450 lire al grammo in Italia) con un «volo» spettacolare e senza precedenti di 66 dollari, dopo aver toccato «quota 670»; l’argento ha fatto inizialmente saltare il sismografo dei prezzi passando da 39 a 46 dollari per poi ridiscendere a 37 dollari (963 mila lire al chilo) con un calo tecnico dell’8,2 per cento rispetto a mercoledì; il platino non è stato da meno: è salito di 90 dollari all’oncia (da 750 a 840 dollari) con un rialzo del 14,3 per cento. Giornata campale anche per il dollaro, crollato di schianto nel pieno di una crisi gravissima ai nuovi minimi storici contro il marco tedesco (1,7080) e il franco svizzero (1,5700) prima di precipitare al livello più basso degli ultimi quattro anni anche nei riguardi della lira che è stata cambiata a 799.50. La nostra moneta ha vacillato vistosamente nella bufera perdendo contatto con le monete europee più forti e facendo temere per la sua stabilità nel Sistema Monetario Europeo. Per la prima volta si è avuta, netta, la sensazione che i mercati finanziari fossero ingovernabili, che l’unico obiettivo fosse quello di «bruciare moneta». Per ore ed ore nemmeno un’oncia d’oro o un grammo d’argento è stato offerto alla vendita; l’incetta di monete auree ha rasentato la frenesia di un saccheggiamento di beni di consumo In tempo di guerra» (Paolo Glisenti sul Corriere della Sera)