12 gennaio 1980
Il maresciallo Tito operato per le varici alla gamba sinistra
BELGRADO - Il maresciallo Tito è entrato in una clinica di Lubiana alle 21,10 per sottoporsi a un intervento chirurgico «sui vasi sanguigni alla gamba sinistra». Il ricovero in ospedale segue di poche ore un comunicato dei suoi 8 medici curanti, diffuso dalla «Tanjug» in cui veniva raccomandato un intervento d’urgenza. Pochi minuti dopo la diffusione di quel comunicato, Tito riceveva i massimi dirigenti dello Stato. La malattia di Tito coincide con una situazione interna molto complessa: la crisi economica — la più seria degli ultimi vent’anni — ha riproposto il problema del funzionamento dell’autogestione e ha provocato un acuto conflitto tra il governo centrale e quelli delle singole repubbliche autonome. Stane Dolane, l’onnipresente ex-segretario generale della Lega dei comunisti, ha detto ai suoi connazionali che il falso benessere degli anni scorsi sta presentando a tutti un conto salato che dovrà essere pagato se si vorrà evitare la bancarotta completa.
Ma anche la situazione internazionale procura preoccupazioni: dopo l’iniziale sbandamento provocato dal trauma afghano, la direzione politica jugoslava ha preso netta posizione contro l’intervento armato sovietico e ciò le ha procurato una sdegnata risposta di Mosca: la Tass ha messo la Jugoslavia «tra i Paesi che alle Nazioni Unite hanno appoggiato gli Stati Uniti e condannato L’Unione Sovietica; dandole cosi implicitamente l’attributo di avversaria delle cosiddette forze amanti della pace. (Ettore Petta sul Corriere della Sera)