8 dicembre 1979
Tags : Economia • Giorgio Valerio • Manager • Morti 1979
Morte di Giorgio Valerio
Giorgio Valerio, 75 anni, ex presidente della Montedison, uno dei milanesi che hanno svolto un ruolo di primissimo piano nella vita economica e finanziaria dal ’40 al ’70, è morto questa mattina alle 7 in una stanza della clinica «La Madonnina» dov’era ricoverato da qualche tempo per disturbi cardiocircolatori. Giorgio Valerio aveva iniziato la sua carriera alla Edison, dove era stato assunto nell’estate del 1926, pochi giorni dopo avere conseguito brillantemente la laurea in ingegneria idraulica al Politecnico di Milano. Il suo primo incarico fu quello di progettare le tubazioni della centrale elettrica di Genova. La sua scalata ai vertici dell’azienda fu rapidissima, tanto che 16 anni dopo venne nominato direttore generale della Edison e nel ’52 amministratore delegato. Nel ’65 fu scelto per coprire la carica di presidente e l’anno dopo, quando fu fatta la fusione con la Montecatini, fu eletto a capo del nuovo gruppo. Vicino ai liberali (anche se non amò mai occuparsi direttamente di politica) Giorgio Valerio si professava conservatore convinto e più volte rimprovererà a Gianni Agnelli, ma soprattutto a Valletta (il predecessore del presidente della Fiat) il «sinistrismo» della «Stampa» di Torino. Uscito dalla scena economica politica nazionale nel ’70, dopo una serie di vicende giudiziarie che gli procurarono anche il ritiro del passaporto, l’ingegner Valerlo continuò per diversi anni a lavorare 12-13 ore al giorno come era abituato a fare nel suo ufficio di Foro Bonaparte. Della dozzina di cariche accumulate ai tempi d’oro gli rimase per qualche tempo quella di consigliere di amministrazione della compagnia di assicurazioni Ras, sebbene non partecipasse quasi mai alle sedute del consiglio di amministrazione. Circondato dall’affetto della moglie Viviana Talan, dei tre figli e dei numerosi nipoti, l’ex presidente della Montedison ha trascorso gli ultimi anni nella sua lussuosa casa di via del Gesù (10 stanze, un cuoco, due cameriere). Considerato molto ricco (andò in pensione con una liquidazione di 800 milioni) Valerio era ritenuto anche molto avaro; vizio che egli non nascondeva, anche se ai suoi più stretti collaboratori amava precisare: «Chi mi batte, però, è Leopoldo Pirelli».
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