31 dicembre 1979
Che cos’è un terrorista. Risponde Carlo Alberto Dalla Chiesa
Si può fare una specie di radiografia dei terroristi per vedere se si tratta di figli del sottoproletariato, di delusi del ’68, dei rampolli delle borghesia o dei virgulti di una pseudocultura cattolica-marxista?
Se si dovesse fare quella radiografia che lei chiede verrebbero a emergere più marcatamente delle ombre per quanto riguarda gli ultimi tre gruppi da lei indicati. Nel periodo in cui fui a capo di quel particolare organismo preposto, dal settembre ’68 al dicembre 1979, alla lotta contro il terrorismo, vennero arrestati 197 eversori, di questi, soltanto 11 risultavano disoccupati, oltre 70 erano docenti o studenti universitari, poi c’erano 36 operai, 9 casalinghe, 19 impiegati e 5 laureati. Insomma, un’immagine dell’eversione forse un po’ diversa da quella che normalmente uno si fa.
Le origini familiari che importanza hanno nella vicenda di un terrorista?
Credo che non siano determinanti. Nel disorientamento generale degli ultimi dieci-dodici anni è la società che non ha saputo né sorreggere, né proteggere i suoi giovani.
Il ’68 è stato o no una fabbrica di terroristi? Sono molti quelli che provengono dal mondo universitario.
Il ’68 non è stato né una fabbrica né l’unica matrice del terrorismo. È certo che molti docenti universitari provenivano dal ’68 e negli anni successivi alcuni di loro hanno insegnato agli studenti, che accettavano tacitamente e in modo gerarchico, la guerriglia e la rapina. Questo accadeva nelle aule delle università. Quegli insegnanti istigavano alla violenza contro le Istituzioni dello Stato.
La stampa ha delle responsabilità?
Penso di sì, senza voler fare il polemico a tutti i costi. Penso di sì da un punto di vista professionale. Così come un corteo è preceduto da un megafono altrimenti dietro non sentirebbero, altrettanto l’eversore, i gruppi eversivi si propongono di ottenere dalla stampa quella cassa di risonanza che, da soli, per la loro organizzazione logistica e strutturale, non riuscirebbero a ottenere sull’intero territorio del paese. (Carlo Alberto Dalla Chiesa a Enzo Biagi. Leggi qui tutta l’intervista)