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 2017  marzo 19 Domenica calendario

«È lui, il maestro». Acchiappafantasmi a caccia di Verdi

BUSSETO (PARMA) «Il fantasma di Verdi? Certo, qui ce ne sono tanti in giro. Il maestro aveva fama di grande donnaiolo e di possibili discendenti naturali che gli assomigliano se ne vedono parecchi…» scherza Marzia Marchesi, assessora allo sviluppo. I concittadini del celebre compositore se la ridono. La leggenda del fantasma di Verdi, che ogni tanto qualcuno dice di aver avvistato nella nebbia della Bassa parmense, ora in fiore e odorosa di concime, è vecchia di oltre vent’anni. Ma delle 24 segnalazioni “ufficiali” dal 1993, ben otto, tu guarda, si contano negli ultimi due giorni: da quando cioè La Gazzetta di Parma ha pubblicato il numero della National Ghost Uncover, l’associazione degli acchiappafantasmi italiani che martedì terranno una conferenza stampa, con tanto di tuta bianca stile film, per illustrare i risultati delle loro ricerche sul campo, al Bar Centrale in piazza Verdi – ovviamente – dove, assicurano i “ghostbuster”, l’ectoplasma dell’amato Peppino si sarebbe manifestato recentemente nelle due apparizioni più “credibili”. «A figura quasi intera – sostiene il presidente Massimo Merendi – : in un caso addirittura annunciando una profezia positiva su Parma e nell’altro dando appuntamento in una data particolare alla fine del 2017». Ma senza fischiettare l’Aida o il Va, pensiero. E chi l’ha visto? Top secret, figurati: pare anche due ex dipendenti comunali. «Non vogliono esporsi al pubblico ludibrio, ma forse una testimone verrà». Già nel 2000 un fotografo spagnolo catturò, nella camera oscura, un’ombra sorridente accanto al pianoforte del maestro e per un po’ alimentò la fantasia: «Nessun riscontro scientifico: no comment» sentenzia il ghostbuster, sedicente esperto anche in licantropi e vampiri, che non si capisce bene quanto ci faccia o quanto ci sia.
Non è vero ma ci rido: nessuno, e ci mancherebbe pure, prende sul serio questa goliardata. Di sicuro i bussetani stanno preparando un controscherzo carnevalesco. «Verdi non so, ma l’altro nostro compaesano Giovannino Guareschi è ancora vivo nello spirito dei bussetani, che non hanno mai perso il gusto per lo sberleffo e la battuta arguta» dice il sindaco Giancarlo Contini, melomane e anche lui vagamente somigliante al maestro, nel suo ufficio pieno di cimeli verdiani. Oltre tutto non è che Verdi, nato nella frazione delle Roncole, avesse un gran rapporto con Busseto: i “codini” del tempo – conservatori integralisti cattolici – prendevano a sassate le finestre della casa dove conviveva con la cantante Giuseppina Strepponi, sua seconda moglie, apostrofandola in malo modo. E Verdi non mise mai piede nel teatro cittadino a lui dedicato.
Nessuno ha mai incrociato il fantasma dell’opera per eccellenza nemmeno a Villa Sant’Agata, quattro chilometri a nord, la magnifica tenuta dove visse mezzo secolo fino alla morte nel 1901 e oggi adibita in parte a museo, intatta con arredi, pianoforti, carrozze e ricordi del maestro esattamente come li lasciò. Ventimila visitatori all’anno, tra le stanze e il parco con il laghetto fatto scavare a forma di chiave di violino, e manco una segnalazione. Neanche nell’ala (che questa domenica viene eccezionalmente aperta al pubblico) dove vivono tuttora i discendenti di Filomena, la cugina di secondo grado che Verdi adottò e nominò erede universale. «E lei lo ha visto?» sorride Cristina Micconi, appassionata custode al termine della visita. Eppure un misterioso fatto di sangue pare che accadde, a fine Ottocento, in quella magione, quando una giovane e bella cameriera forse incinta fu uccisa da una fucilata: una voce di popolo che Maurizio Chierici romanzò nel 1980 in forma di giallo. Quindi martedì avremo prove concrete di queste apparizioni? Difficilino. «I fantasmi o non esistono o non sono fotografabili, noi non abbiamo l’assillo di dimostrare alcunché» afferma Merendi, l’originale capo del centinaio di ghostbusters italiani, già alla ribalta della cronaca per aver avvistato l’anno scorso una strana creatura marina nel Lago Maggiore («Ma non ci giurerei, eh»: peccato) e pubblicizzato l’apparizione di Fernandel dalla statua di don Camillo a Brescello (ben dodici segnalazioni in quel caso). E allora? «Ci limitiamo a raccogliere tutti gli avvistamenti non anonimi, circa duemila in dieci anni di attività, e di scremare quelli più attendibili, facendo verifiche con la nostra strumentazione: rilevazioni elettromagnetiche e una colonnina che fotografa a infrarossi, sensibile anche alle variazioni di temperatura corporea». No, non serve chiedere come faccia un fantasma ad avere una temperatura corporea. Perché “tutto nel mondo è burla, l’uom è nato burlone, la fede in cor gli ciurla, gli ciurla la ragione” cantava il Falstaff nella fuga finale dell’ultima opera firmata da Giuseppe Verdi.