Gazzetta dello Sport, 8 marzo 2017
Tags : Donne 8 marzo • Violenza sulle donne Italia
È la loro festa, le donne scioperano
La cosa abbastanza straordinaria di questo 8 marzo è che è stato indetto uno sciopero generale mondiale delle donne, naturalmente contro le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono vittime nel mondo. Avviato in Argentina e in Polonia, lo sciopero ha coinvolto finora quaranta paesi, tra cui l’Italia.
• Scommetto che le donne non potranno scioperare proprio in quei paesi dove il problema della discriminazione e della violenza su di loro è più grave.
Sicuro come la morte. Come vuole che scioperino le donne arabe? La questione è particolarmente drammatica in India, dove le donne sono stuprate pedrsino sugli autobus e le figlie femmine ammazzate in culla. Idem in Cina, dove l’abitudine di abortire quando si scopre che non è in arrivo un maschio oppure di soffocare in culla la neonata, ha prodotto una situazione grottesca: il rapporto tra uomini e donne in quel Paese è di 130 a 100, c’è tutto un traffico di coreane che vanno a sposare cinesi, con tanto di siti internet che fanno affari d’oro per trovare una moglie agli infelici uomini di laggiù.
• La situazione in Italia?
Casi drammatici e clamorosi, come quello di Lucia Annibali, sfregiata dal suo ex con l’acido e paladina, dopo, della lotta femminista, non devono far dimenticare che i dati italiani sono relativamente consolanti. Negli ultimi cinque anni, secondo le cifre dell’Istat del 2015 (le ultime disponibili) le violenze fisiche o sessuali sono passate dal 13,3 per cento all’11,3 per cento, rispetto ai 5 anni precedenti. È in calo sia la violenza fisica sia quella sessuale, dai partner e ex partner come dai non partner. In forte calo anche la violenza psicologica dal partner attuale (dal 42,3 al 26,4 per cento), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale. Una ricerca più recente (giugno 2016) coordinata da Consuelo Corradi e Shalva Weil mostra che in Italia vi è la costante di 2-3 donne uccise dal partner (cioè il femminicidio classico) per milione.
• Se è una costante, mi pare un dato spaventoso.
Lo capisco. Pure, se raffrontato ad altre situazioni, appare tra i migliori del mondo. Secondo calcoli delle Nazioni Unite il tasso italiano è addirittura inferiore a una donna uccisa per milione, come in Germania e in Olanda. In Finlandia il tasso raddoppia, in Messico sale a 20 e in Colombia raggiunge i 30 per milione di abitanti.
• Che mi dice dello sciopero di oggi? Che effetti avrà da noi?
L’astensione dal lavoro delle donne, nel settore pubblico e in quello privato, dovrebbe riguardare anche le cure di casa. Accadrà davvero? Che le donne si rifiutino di cucinare o di fare la spesa in ottemperanza al grido di protesta lanciato nel mondo dal Movimento Internazionale della Donna e da noi dalla sigla «Non una di meno»? Chi sa. Sono previsti cortei e manifestazioni, assemblee nelle piazze, scuole e ospedali. I disagi maggiori potrebbero verificarsi nel trasporto ferroviario. Molte sigle di questo settore hanno sottoscritto la protesta: Flc-Cgil, Usi-Ait, Adl-Cobas, Slai Cobas, Cobas-Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usb, Sgb. Trenitalia ha comunicato che problemi e cancellazioni a partire dalla mezzanotte di ieri fino alle 21 di stasera potrebbero verificarsi su tutte le linee, ad eccezione delle Frecce. Ritardi possibili anche sulle tratte coperte da Trenord, assicurato il transito dei convogli inseriti nell’elenco dei «servizi minimi garantiti», ovvero quelli con partenza dopo le 6 del mattino e arrivo entro le 9 e quelli con partenza dopo le 18. Lo sciopero riguarderà anche Italo. Disagi anche per chi deve viaggiare in aereo, da mezzanotte di ieri a mezzanotte di oggi. Sono garantite solo le fasce orarie dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21. A scuola si fermano i lavoratori che aderiscono alla Flc-Cgil, nelle aziende pubbliche e negli ospedali gli aderenti al Cub-Sanità. A Milano l’Atm prevede disagi dalle 8.45 alle 15 e dalle 18.00 al termine del servizio.
• Mi resta da sapere come mai questa Festa della Donna sia stata collocata proprio l’8 di marzo.
La storia della fabbrica bruciata con dentro più di cento operaie, l’8 marzo 1908 (New York, fabbrica Cotton, il padrone si sarebbe chiamato Johnson e avrebbe agito perché esasperato da uno sciopero con occupazione) oppure l’8 marzo 1911 (sempre New York, Triangle Factory, una Rose Freedman morta nel 2002 avrebbe raccontato: «I padroni avevano paura che rubassimo, così ci chiudevano dentro. L’incendio scoppiò e non tutte riuscirono a salvarsi») sarebbe falsa. L’8 marzo, come Giornata Internazionale della Donna, sarebbe stata scelta dalle donne russe, che nel 1917 sfilarono in massa per chiedere la fine della guerra.