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 2002  maggio 05 Domenica calendario

I primi telai si diffondono in Egitto e Mesopotamia intorno al 2000 a

• I primi telai si diffondono in Egitto e Mesopotamia intorno al 2000 a.C. Già nel 3000 a.C. in Egitto si utilizzavano coloranti per le stoffe: erano l’indaco e la robbia, estratti da vegetali. Nel 1200 a.C i Fenici scoprono la porpora, il primo colorante permanente e resistente all’acqua. Il dominio del lino  la più antica fibra vegetale, coltivata dai popoli del Medio Oriente che ne diffusero l’uso tra i Greci e i Romani. Fino all’inizio dell’800 ha dominato il mercato dei tessuti. 1794, l’anno del cotone Lo introducono in Europa i Saraceni nel IX secolo. Così come la seta, importata a costi altissimi dalla Cina, anche il cotone, proveniente dall’America del Sud, rimane a lungo un tessuto di lusso. Diventa di uso comune dopo il 1794, con la realizzazione (da parte dell’americano Eli Whitney) della macchina sgranatrice che toglie i semi dalle fibre. La lana Si lavora la lana dalle Ande all’Europa. La storia passa attraverso le pecore merinos spagnole e quelle dell’Himalaya: terra del cashmere. I jeans genovesi La stoffa blu ultra resistente nasce a Genova. Nell’Ottocento il sarto Levi Strauss la importa in America e la mette a disposizione dei lavoratori. Ci sono già i bottoncini di rame che rinforzano le tasche. Sono i primi jeans moderni. Le fibre sintetiche Nel 1934 William Carothers inventa il nylon (Polimero 66), ancora oggi la fibra più versatile e diffusa. del 1972 invece il Gore-Tex, con la sua membrana impermeabile e traspirante.
• L’evoluzione dei tessuti dal 1952 al 2002. Dipaplex contre Gore-tex, vestiti luminosi per sedurre in discoteca, divise che danno più forza a chi combatte e vele che fanno passare l’aria quando c’è troppo vento. VEDI ARTICOLO "Tessuti" di Andrea greco su Macchina del tempo anno 3 n.5 maggio 2002
• Per adesso è un prototipo, ma arriverà presto nei negozi. Si tratta del nuovo gilet airbag studiato per i motociclisti. Pesa circa tre chili, e quando è sgonfio è sottilissimo. Basta però un movimento che sia al di fuori dei parametri programmati dagli accelerometri (di derivazione militare) che una bomboletta di gas compresso lo fa gonfiare in all’istante, salvando spalle, spina dorsale e addome: si gonfia dunque prima dell’impatto contro l’ostacolo. Quando è gonfio il gilet airbag contiene circa 180 litri d’aria e per essere veramente efficace deve essere indossato insieme al casco e alle protezioni rigide per braccia, mani e spina dorsale. «A parte il nuovo airbag - spiega Luigi Ronco, responsabile della ricerca del Marchio Dainese - noi cerchiamo di incrementare la sicurezza migliorando la resistenza dei materiali e anche il confort di chi guida. A star comodi si ragiona meglio. Per ora la pelle è l’unico materiale naturale che non ha validi sostituti sintetici: è l’unico infatti che unisce morbidezza e resistenza all’abrasione. Alcuni laboratori però stanno già cercando di migliorare le caratteristiche del pellame modificando geneticamente gli animali che lo producono. Probabilmente è quella la nuova frontiera».