Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 28 giugno 2001
Tutto quello che avreste voluto sapere sul prolungamento dell’abbronzatura
• Tutto quello che avreste voluto sapere sul prolungamento dell’abbronzatura. Che a voi non è mai riuscito, anzi, negli anni passati, si è sempre risolto in un apocalittico spellamento già il secondo giorno in cui eravate rientrate in città. E allora ecco qualche suggerimento.
Per cominciare, non aspettatevi di poterlo evitare del tutto, i dermatologi dicono che quando si prende il sole avviene sempre una ipercheratosi: la pelle, cioè, si indurisce e tende quindi dopo un po’ a sollevarsi in piccole squame. già un successo se riuscirete a ritardare l’effetto il più possibile. Per continuare: non aspettate a darvi da fare solo dal giorno in cui rientrate dalle vacanze; fate invece della buona prevenzione ungendovi ogni due ore quando siete in spiaggia (anche se siete già abbronzate!) e spalmandovi abbondantemente di doposole idratante a fine giornata.
Per terminare: se mentre siete in vacanza la pelle comincia già a sollevarsi (avete per caso preso una gran «scottata» in barca?) siate coraggiose e tirate via tutto, aiutandovi magari con un guanto di crine insaponato, sfregando in tondo. Perderete un po’ di colore, è vero, però la pelle sotto non risulterà completamente chiara, anzi la troverete sempre scura. Perché l’abbronzatura dopo qualche giorno si stratifica. E voi avrete ancora tempo per rifarvi il colore. Incrociate solo le dita sperando che non arrivino i temporali di ferragosto!
• La scritta «prolunga-abbronzatura» che trovate sul bagnodoccia o sul doposole che avete comprato può voler dire tante cose perché ogni marca ha, naturalmente, la sua verità. raro (anche se non impossibile) che contenga uno stimolatore della melanina. Ma credete di più a Cristina Emanuel, direttore scientifico de L’Oréal Italia, ovvero il gruppo cosmetico che ha la maggioranza assoluta delle tintarelle italiane, quando dice: «I nostri prodotti sono, molto semplicemente, degli onesti doposole che si limitano a contenere una piccola quantità di autoabbronzante in grado di legarsi con le proteine della pelle per intensificare il tono dell’abbronzatura esistente, facendola durare di più. Quello che compiono è quindi un processo superficiale, dunque innocuo, che non interferisce in alcun modo con la sintesi della melanina da parte della pelle». Aggiunge il dermatologo Pierluigi Bencini: «Tutto può essere controllato sulle etichette. E tra quelli che non contengono autoabbronzanti si può scegliere il sistema più naturale come il caramello, o il mallo di noce o il tannino del tè che sono ugualmente efficaci».
• Consigli per mantenere l’abbronzatura:
Cominciate fin d’ora a mangiare frutta e verdura gialla, che contiene betacarotene. Prendete tutti i giorni un bel frullato di carote, albicocche e arance. I risultati sono sicuri: oltre a ridurre un po’ la spellatura, la tintarella schiarirà senza ingrigire.
Continuate a prendere quegli integratori «al betacarotene e alle vitamine» che vi aveva consigliato il farmacista prima di partire per le vacanze. Perché, adesso che l’abbronzatura si è stratificata, l’«impallidimento» rallenta. E il formarsi delle pellicine anche.
Mettete l’abbronzante anche se siete già scure. Più vi ungete, più la pelle si mantiene morbida.
Usate il doposole tutte le sere e continuate a metterlo anche dopo il rientro in città. Se invece l’avete finito, non compratene un altro, piuttosto fatevi consigliare una buona crema da notte che contenga ceramidi: sono sostanze dall’eccezionale potere idratante e antirughe.
Se pensate di andare in un centro solare per enfatizzare la tintarella non chiedete di usare una lampada super rapida ma una di «prima generazione», cioè un po’ più lenta e a bassa pressione: sono quelle che producono più Uva (buoni perché attivano la produzione di melanina) che Uvb.
Non sottoponetevi a una lampada se la pelle sta già sollevandosi. C’è il rischio di scurirvi a chiazze e il rimedio sarebbe peggiore del male.
Il bagno in vasca. Ecco una ricetta antica che ci passa Diego Dalla Palma: immergetevi per un quarto d’ora abbondante in una vasca di acqua calda nella quale avrete prima strizzato 30 bustine di tè. Il tannino contenuto nel tè ha un ottimo potere scurente. Una volta uscite lasciate asciugare e mettete un po’ di emulsione dopo bagno idratante.
Le lozioni al mallo di noce sono sempre servite alle bisnonne per dare ai capelli scuri dei bellissimi riflessi neri. Cercatele in erboristeria: vanno bene anche per ravvivare un’abbronzatura che sta andandosene. Ma se abitate in una città come Roma o Milano dove ci sono delle profumerie teatrali, andate lì: vi forniranno quelle gelatine (sempre a base di mallo di noce!) che si mettono in faccia gli attori quando a teatro devono sostenere la parte di Otello...
Se cominciano le spellature in viso truccatevi «a colpi di luce», con ombretti, fard e rossetti lucidi cioè che contengano del «gloss»: confondono le idee a meraviglia e nascondono il rosso del naso!
Per il corpo. Se le spellature sono ormai senza speranza, toglietele per benino. E rifatevi la tintarella usando uno di quei prodotti che i visagisti usano per truccare il corpo delle modelle che posano per i costumi da bagno: sono leggerissimi e hanno colori splendidamente «imbroglianti».
• solo un’illusione ottica, d’accordo. Ma quando vi accorgete che la tintarella comincia ad assumere un tono grigiastro, passate all’arancione. Proprio quel punto di colore che indossano i buddisti per riprendere energia: voi trasformatelo in trucco (e quindi: ombretto arancio, fard nei toni dell’albicocca matura, rossetto fra il rosso chiaro e il mattone) e vedrete che, di colpo, la vostra abbronzatura tornerà intensa. Potreste anche «aranciarvi» maggiormente aggiungendo una sciarpa dorata, o chiedendo al parrucchiere un risciacquo ai capelli sul biondo veneziano.