Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 agosto 1996
Pisa - Il robot Casiraghi ha un sensore e un software che lo rendano particolarmente aggressivo
• Pisa - Il robot Casiraghi ha un sensore e un software che lo rendano particolarmente aggressivo. Si lancia su tutti i palloni, vuole calciare a ogni costo, è un goleador nato. L’automa Maldini è invece programmato per difendere, ma senza dimenticare progressioni mozzafiato sulla fascia laterale. Ci sono tutti (o quasi) i giocatori della nazionale italiana e c’è persino un campionat del mondo che li vedrà protagonisti. E’ il supertorneo coreano che si svolgerà a novembre e poi a maggio a Taejon, vicino a Seul, e al quale parteciperanno quindici squadre provenienti da ogni parte della Terra. Si perchè i vari Casiraghi, Maldini e Zola non sono quelli in carne e ossa, ma piccole copie robotiche degli assi del pallone.
• In questi giorni vengono costruite all’Arts Lab, il laboratorio Hi-Tech della Scuola superiore di studi universitari Sant’Anna di Pisa: saranno loro a rappresentare l’Italia al primo campionato del mondo di calcio per robot. «Speriamo che riscattino l’Inghilterra - dice sorridendo Vincenzo Genovese, il "commissario tecnico" della compagine, che all’Arts Lab svolge attività di ricerca - stiamo già pensando agli schemi. Ci saranno, eccome, ma non vogliamo enfatizzarli come ha fatto Sacchi nella sua nazionale. Ci piacerebbe attrezzare una squadra che faccia soprattutto divertire. Per questo inseriremo nella memoria delle macchine anche dei comandi "random", cioè casuali, tanto per dare un po’ di libertà ai robot».
• A pochi mesi dall’avventura coreana la squadra è quasi al completo. Ci sono l’allenatore (Genovese), il presidente (professor Paolo Dario, direttore dell’Arts Lab), il massaggiatore (Angelo Sabatini, ingegnere ricercatore) e persino l’osservatore: Alessandro Rocchi, un giovane laureato in ingegnere elettronica. E i giocatori? «Quelli li stiamo costruendo - spiega ancora Genovese - e soltanto a maggio saremo in grado di affrontare le prime partite. Costruire un robot calciatore mon è impresa da poco». L’idea di organizzare i primi campionati mondiali di calcio per robot è venuta ai ricercatori del Kaist, il prestigioso Korea Advanced Institute of Science and Technology, una specie di Mit del Medio Oriente.
• Ingegneri e professori dell’Istituto hanno anche fissato le prime regole: «Le squadre sono composte da 5 automi - spiega Alessandro Rocchi, l’osservatore azzurro - portiere compreso. Saranno micro-robot e non potranno superare un’altezza e uno spessore di 7 centimetri. Si affronteranno in un campo di un metro e mezzo per novanta centimetri in quattro tempi di cinque minuti ciascuno». Nel campo di gara non mancherà niente. Ci saranno le porte con le reti di nylon, le bandierine del calcio d’angolo, le linee dei falli laterali, del centrocampo e delle aree di rigore. La pallina sarà piccola come quella da golf, di colore arancione, meglio individuabile dai sensori. I robot non saranno teleguidati, una grossa difficoltà perchè dovranno colloquiare tra loro, accorgersi di ostacoli, dribblare gli avversari e soprattutto andare a caccia della palla per calciarla a rete. Poi ci sono gli schemi: «I robot sono molto complessi - spiega ancora Genovese - cercheremo di programmarli in modo da realizzare schemi del tutto simili a quelli del calcio». Ma non basta. Modificando i sensori e il software, ogni giocatore potrà avere una propria personalità. Ci sarà l’attaccante puro, il centrocampista adatto ai passaggi lunghi e il difensore abituato a marcare.