Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  dicembre 24 Lunedì calendario

Per il presidente pakistano Musharraf, Osama bin Laden potrebbe essere morto durante i bombardamenti su Tora Bora

• Per il presidente pakistano Musharraf, Osama bin Laden potrebbe essere morto durante i bombardamenti su Tora Bora. Dello stesso avviso anche il generale americano Tommy Franks, "visto che non viene avvistato da una settimana". Il comando americano, però, non esclude una sua eventuale fuga nelle zone tribali del Pakistan nord occidentale. "La North west frontier province (Nwfp, provincia di frontiera nord occidentale), di cui Peshawar è il capoluogo, ha un confine di 700 chilometri con l’Afghanistan e ospita la più grande società autonoma tribale del mondo. La Nwfp fu un’invenzione dei britannici per proteggere la loro colonia, allora indiana, contro i russi". Gli inglesi invasero per la prima volta l’Afghanistan nel 1838-42, e ancora nel 1878, per arginare l’influenza nella regione della Russia. Nel 1893-95 stabilirono la cosiddetta ”linea Durand” che separa l’Afghanistan dall’India britannica. Il confine divise il gruppo etnico dei Pashtun, che per metà rimase nell’attuale Pakistan .
• "Gli inglesi, pur rivendicando la loro sovranità su questi territori, lasciarono alle tribù la loro autonomia. ”Nell’agosto del 1947, in seguito ad un’adesione plebiscitaria da parte della popolazione, la Frontier Province diventò parte del Pakistan - spiega Bernard Frahi, responsabile dell’United Nations Drug Control Program - e le tribù locali lungo la Durand Line, il confine tra l’impero britannico e l’Afghanistan, giurarono fedeltà al governo ricevendo in cambio l’autonomia”"
• "Islamabad, ancora oggi dopo 51 anni di indipendenza, è di fatto costretta a rispettare l’autonomia delle sette zone tribali - Khyber, Kurram, Orakzai, Mohmand, Bajaur, Nord Waziristan e Sud Waziristan - che, secondo il censimento del 1998, contano 5,7 milioni di abitanti, quasi tutti di etnia pashtun. Le tribù rispettano solo le loro leggi, basate su islam e tradizione. I capi tribali, malik, vennero favoriti dagli inglesi in cambio di servizi quali mantenere la pace e garantire la sicurezza delle vie di comunicazione, come il Khyber pass. La giustizia e la polizia del Pakistan non hanno giurisdizione su queste aree, ancora più arretrate nello sviluppo socio economico del resto del Paese. Da queste zone sono partiti moltissimi giovani, legati ad organizzazioni islamiche e a madrasse (scuole coraniche), che sono andati a combattere a fianco dei Taleban. Si parla di migliaia di uomini, ma nessuno conosce la cifra esatta, nè quanti siano rientrati. è noto che le tribù danno rifugio ai Taleban, di etnia pashtun, ma in generale non sono ben disposte verso gli stranieri. Tanto che per la prima volta hanno autorizzato l’ingresso di militari pachistani per pattugliare in forze il confine contro infiltrazioni di miliziani in fuga dall’Afghanistan. Ma capi tribù con forti sentimenti anti occidentali potrebbero aver deciso di proteggere elementi di Al Qaida"
• . L’autorevolezza della sovranità dello stato pakistano si é andata nel tempo affievolendo, arrivando perfino a mancare completamente in alcune province del paese, come nelle Federally Administred Tribal Areas (FATA, la cosiddetta ”zona tribale”, cioè controllata dalle tribù), oppure nella North West Frontier Province (NWFP, cioè la provincia della Frontiera del Nord-Ovest) o infine nel Belucistan. Queste tre province riunite rappresentano tutto il territorio a ridosso del confine pakistano-afghano e sono ormai sfuggite al controllo dell’amministrazione statale [...] Sembra ad esempio che qui abbiano trovato asilo per un certo periodo gli ideatori dell’attentato del 1993 al World Trade Center di New York, fatto che insieme all’inefficacia della repressione del traffico di droga, costituiva nel 1997 (dei Taliban ancora non ci si lamentava) il maggiore rimprovero di Washington nei confronti di Islamabad Sovranità .
• Le Tribal Areas: "un cuscinetto tra il Pashtunistan e il confine afghano che finora il governo è riuscito a stento a tenere dalla sua parte comprandosi i malik, i capi tribù che dirigono le amministrazioni locali e hanno poteri quasi illimitati. ”Se una persona è accusata di un qualsiasi reato, può essere arrestata senza alcuna prova. E se scappa, la polizia tribale può mettere in prigione tutta la sua famiglia”, spiega lo specialista pashtun Nafees Takar, aggiungendo che ”se gli anziani del luogo non sono in grado di consegnare il presunto criminale alle autorità, queste hanno il potere/dovere di radere al suolo tutte le abitazioni del loro villaggio”. Il fatto nuovo è che adesso i malik stanno perdendo terreno rispetto agli emergenti integralisti maulana. Qui non c’è l’autarchia pashtun, ma l’odio contro il governo. Come ha dimostrato la rivolta dell’ottobre 1994, quando la polizia fu costretta a richiedere l’intervento dell’esercito che la sedò solo dopo aver lanciato granate e missili contro i ribelli. Le armi da queste parti sono una mania. ”Sono stato testimone di quella battaglia”, racconta Takar, ”e ho avuto modo di vedere l’arsenale dei rivoltosi. Hanno tutte le armi convenzionali, dall’artiglieria pesante, ai blindati, agli Stinger”. Sono residuati bellici americani e sovietici, comprati in Afghanistan. E anche ora che il confine è blindato, l’approvvigionamento è sempre possibile. Nel villaggio di Darra Adam Khel, a pochi chilometri da Peshawar, la tribù degli artigiani Afridi ha sviluppato dal 1890 particolari tecniche di riproduzione delle armi più famose: Ak 47 russi e cinesi, M-16 e revolver venduti dalle 20 alle 140 mila lire al pezzo. L’artiglieria leggera e i cannoncini da contraerea costano un po’ di più, certo, ma li costruiscono in una decina di giorni. La produzione va dai 400 ai 700 pezzi al giorno e il giro di affari è stimato, per difetto, attorno ai 40 miliardi di lire l’anno: un buon affare per i tribali e per i pashtun, che si assicurano così una sempre crescente autonomia economica e politica. Ed è proprio in questa regione che si trovano due delle tre basi aeree che servirebbero all’aviazione americana: Kohat, nell’area pashtun di fronte a Kabul, e Shamsi, nella zona tribale che guarda verso Kandahar. La terza base è a Rajanpur, vicino al confine con il Punjab indiano e non lontana dal Kashmir" .
• "Lungo la strada che da Peshawar conduce al Kyber Pass si trova il Castle Afridi, un castello di recente costruzione. una specie di fortezza ultra moderna, attrezzata con tutto quello che serve per la difesa, per il controllo del territorio, per ricevere e trasmettere dati e informazioni da tutto il mondo. Il Castle Afridi era una specie di ”piccolo Pentagono” che tutti pensavano inviolabile. Da questo castello super sicuro, super protetto e super informatizzato, Ayub Afridi dirigeva tutto il traffico di droga della NWFP, sicuro di non essere disturbato grazie ai suoi agganci con il mondo politico (ha ricoperto una carica importante nel governo di Benazir Bhutto), della finanza e dell’imprenditoria pakistana. Era insomma un boss di primo piano che operava alla luce del sole. Un intoccabile. Poi, probabilmente tradito da qualcuno del suo clan, Afridi è stato arrestato, anche se subito rilasciato. E in seguito di lui si è interessata anche la CIA, che gli ha regalato un breve ”soggiorno” in un carcere americano. Di nuovo in libertà ha fatto tesoro dell’esperienza, diventando più ”discreto”. Se prima la gente comune sapeva tutto di lui, ora sa che ancora c’è, il suo nome fa ancora paura, ma nessuno sa dove sia, da dove agisca, da dove curi i suoi interessi. Il suo castello, voluminoso simbolo del suo potere, è stato confiscato dal governo pakistano. Ma il traffico continua e solo pochi dei legami tra il mondo della droga e quello del potere sono stati in realtà portati alla luce" .
• Recita un antico proverbio pashtun: ”Gran parte delle preoccupazioni del mondo è causata da gente che cerca di prendere delle decisioni prima di avere sufficienti conoscenze su cui basarle” [...] A questo punto è meglio riflettere bene sul proverbio pashtun" .