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 2002  aprile 04 Giovedì calendario

• Predatrici: i predatori più efficienti del mondo non sono i leoni, le tigri, i giaguari o le aquile, insomma i soliti personaggi: sono le formiche

• • Predatrici: i predatori più efficienti del mondo non sono i leoni, le tigri, i giaguari o le aquile, insomma i soliti personaggi: sono le formiche. Un nido di rufe (formiche rosse), con l’attività frenetica di migliaia di predatrici, arriva a mettere insieme un chilo di minuscole vittime al giorno. Nei boschi alpini, dove esiste almeno un milione di formicai, circa 300 miliardi di formiche raccolgono in un anno 20-25mila tonnellate di cibo e più della metà sono piccoli organismi uccisi da loro. • Società: un’operaia è grande meno di un milionesimo di un essere umano, eppure nel complesso le formiche contendono all’uomo il ruolo di organismi predominanti, perché formano società organizzate al massimo grado. • Regnanti: è un luogo comune, ma sbagliato, che in un nido ci sia una regina sola. Al contrario: in un nido di Formica polyctena, per esempio, si possono trovare 5mila regine. • Metropoli: la maggior parte di questi insetti vive sotto la superficie e non emerge mai. Hanno metropoli immense, con strade e servizi centralizzati, strade, incroci e, verrebbe quasi da dirlo, semafori: infatti sono molto disciplinate e non passano mai col rosso, cioè quando non devono farlo. Spesso le loro città diventano confederazioni e stati veri e propri. • Specie: conosciamo circa 9.500 specie di formiche sparse per il pianeta (hanno invaso perfino le terre a nord del circolo polare artico) e ognuna ha la sua specializzazione. • Lavoro: il lavoro è alla base della loro organizzazione e ognuna si dà da fare per il bene comune. • Politica: Bert Holldobler ed Edward O.Wilson, i più famosi mirmecologi (studiosi di formiche) del mondo, hanno scritto: «Sembra che in alcune circostanze il socialismo funzioni davvero, ma purtroppo Karl Marx ha preso in considerazione la specie sbagliata».
• L’antennato di tutti gli esseri umani non era altro che un semplice insetto. VEDI ARTICOLO "i padroni del mondo" di Mirella Delfini con Gualtiero Frangini su Macchina del tempo anno 3 n.4 aprile 2002 pagg. 110-117
• • Numero: la quantità di insetti che abita la Terra è incalcolabile. Questa classe di animali è la sola che l’uomo non riuscirà mai a sconfiggere né a dominare. • Figli: le regine delle termiti (e si pronuncia tèrmiti, e non termìti) depongono da 20 a 35mila Uova ogni 24 ore. Una femmina di afidi, emitteri succhiatori di linfe vegetali, può dare vita, in un ciclo stagionale, a 500 miliardi di individui. Se tutti gli afidi originati dalla femmina capostipite potessero sopravvivere e accumularsi strato su strato, in meno di un anno la Terra crescerebbe tanto da toccare la Luna. Grazie al cielo hanno un mucchio di nemici che se li mangiano! • Corpo: per diffondersi e conquistare, gli insetti dispongono di sei zampe; per volare di due o quattro ali; i loro muscoli sono spesso alcune migliaia, mentre i nostri qualche centinaio. Questi organismi prodigiosi, che troppo spesso vengono considerati insignificanti, sono campioni di sopravvivenza e ci stanno insegnando tante cose: sono numerosi i brevetti che rubiamo ai diversi invertebrati. • Resistenza: il famoso entomologo Guido Grandi diceva che se un giorno il nostro pianeta venisse incenerito, «una delle prime forme di vita ad alta organizzazione, capace di risorgere sui ruderi della nostra civiltà, sarebbe una blatta. Come quelle che sgambettavano già, centinaia di milioni di anni orsono, nelle tetre foreste del Carbonifero».
• • Orientamento: vespe, api, formiche, termiti, farfalle e perfino bruchini da nulla sono capaci di orientarsi molto meglio di un essere umano (sempre che questo non abbia una bussola!). Evidentemente, non possiedono solo i cinque sensi che abbiamo noi. Eccezionali capacità di percezione permettono loro di avvertire il campo magnetico terrestre, l’umidità dell’aria, il tasso di inquinamento dell’ambiente e certi odori molto lievi che non colpirebbero mai le nostre narici. • Vista: api e formiche sono capaci di leggere la luce polarizzata nel cielo e quando viaggiano usano la tecnica della navigazione stimata: hanno cioè sempre la rappresentazione aggiornata della loro posizione spaziale rispetto al punto di partenza. Il loro indicatore di rotta è uno strumento straordinario incorporato nella rètina. La trovata è di avere già in testa una piccola copia del modello di polarizzazione del cielo. Basta che le righe ”mentali” coincidano con quelle del cielo, perché gli insetti si spostino senza problemi. In uno studio presentato a Roma, all’Accademia dei Lincei, i biologi svizzeri R. Wehner e S. Wehner (sono marito e moglie) hanno detto che questo strumento è il più straordinario filtraggio per sovrapposizione che esista in un sistema nervoso. • Meteorologia: molti insetti sono addirittura in grado prevedere terremoti e catastrofi naturali. Non solo: anche il maltempo e perfino il caldo o il freddo eccessivi, e sanno perfino organizzarsi per affrontarli. I Cinesi studiano molto gli insetti, e si fidano totalmente delle informazioni che forniscono con il loro comportamento. Dicono che «quando si impara a interpretare le loro reazioni, le bestie sono più attendibili dei meteorologi».
• Fu l’incontro con una vespa a fare di Niko Tinbergen uno dei più grandi scienziati del secolo scorso (è scomparso alla fine degli anni Ottanta). Tinbergen, che insieme con Konrad Lorenz e Karl von Frisch ha preso nel 1973 il Premio Nobel per la fisiologia e ha fondato l’etologia, fece il fatale incontro in una brughiera olandese nell’estate del 1929, quando aveva ventidue anni e si stava laureando in zoologia. In uno dei suoi libri, Naturalisti curiosi, racconta che in quel tempo non aveva ancora le idee chiare sul lavoro al quale si sarebbe dedicato: «Era un giorno di sole e stavo passeggiando sulla sabbia, pensieroso e un po’ seccato. Avevo appena sostenuto gli esami finali e speravo di avviare una ricerca per la tesi... ma fino ad allora ero stato incapace di decidere». La piana, brulla, era cosparsa da curiose macchie giallastre. All’improvviso fu attratto da una vespa color arancio brillante, che faceva uno strano lavoro: camminava all’indietro e con le zampe lanciava via la sabbia, scavando una specie di cunicolo. Alla fine era uscita, aveva cancellato con cura l’ingresso del suo tunnel e se n’era andata. Niko non sapeva granché su quella vespa, ma pensava che forse sarebbe tornata e si era seduto per aspettarla. Dopo un po’, infatti, la vide atterrare nel punto dal quale era partita. Aveva tra le zampe una preda che portò con sé nel cunicolo attraverso la porta segreta. Lo zoologo si guardò intorno e capì d’essere in un’immensa città di vespe solitarie. Le macchie giallastre erano sabbia argillosa che migliaia di esse avevano estratto dal terreno per scavare le gallerie. Come riuscivano, però, a ritrovare il nido? Col tempo lo scoprì. Ma quel momento per lui fu decisivo, e fondamentale per l’etologia: lo studio del comportamento animale, da semplice branca della biologia, sarebbe diventata una vera scienza che un giorno avrebbe aiutato l’uomo a capire meglio anche se stesso.
• In Nuova Zelanda, nell’isola Little Barrier, ci sono grilli che battono in grandezza tutte le specie conosciute: lunghi anche più di 15 centimetri, hanno antenne e zampe spinosissime, e la corazza d’oro brunito. Sembrano quasi aragoste. Gli abitanti del luogo li chiamano weta, li mostrano con orgoglio ai turisti e dicono: «C’è chi ha il panda gigante, e chi ha il weta gigante. L’importante è avere qualcosa di speciale». In alcune isole neozelandesi dove vivono i tuatara, parenti nani dei dinosauri, i poveri grilli giganti, però, hanno una vita davvero molto difficile e finiscono spesso divorati. A dispetto delle loro armi, questi poveri ortotteri, così pesanti da non riuscire a saltare come i grilli piccoli, sono piuttosto indifesi. Anche il Brasile ha i suoi grilli giganti, che periodicamente si insediano nelle piantagioni di caffè come quella di Monte Santo del Minas e le devastano. I bambini sono stati incaricati di catturarli, e ogni cinque grilli ricevono in premio una caramella. «Se usassimo la quantità di pesticidi necessaria, i costi supererebbero i guadagni», tentano di spiegare i coltivatori di caffè. «Meglio far lavorare i bambini, dopotutto per loro è soltanto un gioco».
• • Sacralità: nel Jainismo, la religione che ispirò Gandhi, si crede che ogni cosa sia animata. I jainisti, quindi, fanno di tutto per non uccidere gli insetti. Per esempio respirano attraverso un panno per non ingoiarli inavvertitamente. • Mike Tyson: quando era in carcere, «per punirsi», mangiava insetti impastati con un pezzo di pane. • Stupri: un reato che anche gli insetti conoscono. Il maschio della mosca scorpione, per conquistare la femmina, danza davanti a lei e le offre altri insetti in pasto. Ma se lei non gli dimostra interesse, la immobilizza e la prende con la forza. • Vita: le cicale Magicada septendecim hanno un ciclo vitale particolare. Vivono 17 anni sottoterra. Poi riemergono, si accoppiano, depongono le uova e dopo poche settimane muoiono. • Dieta: in Cina si mangiano cicale, scarafaggi e cimici. Un tempo le donne, dopo aver sfilato i bozzoli, lasciavano cadere i bachi in ciotole di acqua calda: e il pasto era pronto. • Curry: l’FDA, Food and Drug Administration, l’ente statunitense che controlla alimenti e farmaci, ha deciso che le tracce di insetti nel curry non devono superare i 100 frammenti ogni 25 grammi.