Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 27 luglio 2001
Sapete qual è il miglior modo per evitare il trapano del dentista? Andare dal dentista
• Sapete qual è il miglior modo per evitare il trapano del dentista? Andare dal dentista. Con regolarità. Può sembrare un paradosso e invece è una sacrosanta verità. Perché troppo spesso la paura del dentista e dei suoi strumenti è più forte della paura del mal di denti vero e proprio. «Il primo consiglio», dice Paolo Amori, presidente dell’Associazione medici dentisti italiani, «è di fare una visita di controllo: chi si fa vedere ogni sei mesi, al massimo un anno, riesce a mantenere in ordine la bocca e quindi a evitare interventi più pesanti. lo specialista che poi deciderà se, come e quando, fare la pulizia professionale». Quando non c’è solo la placca, infatti, ma anche il tartaro, c’è bisogno di una pulizia più approfondita. Perché l’azione combinata di placca e tartaro è in grado di provocare lesioni gengivali più serie. E a quel punto il semplice lavarsi i denti non basta. La pulizia professionale serve proprio a questo: elimina il tartaro grazie a uno speciale apparecchio, che fa vibrare una punta metallica tramite ultrasuoni, e a un getto d’acqua. Gli ultrasuoni disgregano il tartaro, l’acqua lo rimuove. Certo, può non bastare. Se il tartaro è anche sotto le gengive bisogna passare alla pulizia a mano, che è un po’ più fastidiosa. Paolo Amori, comunque, insiste su un punto: «Le mamme devono insegnare subito ai bambini a lavarsi bene i denti dopo mangiato. Fatelo sembrare un gioco, magari usando i dentifrici al sapore di chewing gum e uno spazzolino colorato, col manico a forma di animaletto. E soprattutto, non preoccupatevi del modo in cui usano lo spazzolino, l’importante è che diventi normale usarlo: pian piano riusciranno anche a farlo correttamente».
• Contrariamente alle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che raccomanda un controllo dal dentista ogni sei mesi, gli italiani vanno dallo specialista meno di una volta l’anno.
In compenso, il numero dei dentisti presenti nel nostro Paese è più alto che altrove: 1 ogni 1.250 abitanti anziché 1 ogni 2.000 (come invece vorrebbe l’Oms).
Il 64% dei diciottenni italiani ha già le carie: in media due e mezzo a testa. Nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni, il numero di carie sale a nove (dati Andi).
• Lo spazzolino é lo strumento indispensabile per pulire i denti e rimuovere la placca. Assicuratevi che sia di buona qualità e soprattutto cambiatelo spesso, almeno ogni due mesi: si sporca, le setole si rovinano e si allargano. Risultato: la pulizia non è più efficace. A meno che il dentista non ve ne raccomandi uno di tipo speciale, lo spazzolino ideale deve avere setole in nailon, di durezza media, e una testina non troppo grande, per raggiungere più facilmente i molari o la parte interna degli incisivi. Come va usato? Tenetelo con le setole inclinate di 45 gradi rispetto ai denti, muovetelo in senso rotatorio e poi fatelo schizzare verso l’esterno. E quello elettrico? Ha la stessa funzione di quelli manuali, con in più la comodità di farvi fare meno fatica aiutandovi di più a rimuovere la placca. La testina comunque va cambiata al massimo ogni due mesi.
• Scovolino e getto d’acqua vanno usati, sempre sotto il controllo dell’esperto, quando ci si accorge che con gli strumenti più semplici non riuscite ad avere un buon controllo della placca. Sono un «di più» da usare in situazioni anatomiche particolari della bocca, oppure come aiuto per chi ha difficoltà nell’uso dei sistemi più abituali.
• Pasticche «magiche»: si sciolgono in bocca e colorano le parti dei denti su cui è rimasta la placca. Questa piccola «magia» è di grande aiuto una volta imparata la giusta tecnica per spazzolare i denti, perché vi indica le zone dove c’è bisogno di insistere. Le pasticche evidenziatrici possono essere usate sia dopo aver pulito i denti, per controllare se davvero si è tolta tutta la placca, oppure prima di iniziare a spazzolarli, per portare via tutto quello che la pasticca ha reso visibile, colorandolo.
• Il dentifricio: se il vostro dentista di fiducia non ve ne indica uno in particolare, affidatevi alle marche più note: quasi tutte quelle in commercio contengono fluoro e aiutano a mantenere il livello di mineralizzazione dello smalto assicurando una buona detersione del dente senza graffiarlo. Ricordatevi però che non è il dentifricio in sé a garantire la pulizia dei denti, ma un uso corretto dello spazzolino. E comunque, se usate un dentifricio di tipo particolare, per denti sensibili o ad azione disinfettante, ricordate di alternarlo con quello normal
• Il filo interdentale: serve a pulire quelle zone tra dente e dente dove è difficile, o addirittura impossibile, arrivare con lo spazzolino. Il filo interdentale deve essere non cerato perché lo spazio fra due denti, superato il punto di contatto, è molto delicato: se si usa troppa forza, il filo cerato rischia di tagliare o danneggiare la gengiva. Quello non cerato, invece, è più delicato e maneggevole: anche in questo caso comunque il consiglio del dentista è fondamentale. Altrettanto importante è il suo aiuto per imparare a usarlo correttamente: arrotolate le estremità del filo tra i due indici e, tenendolo teso, passatelo fra un dente e l’altro con un movimento dall’alto in basso.