Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 10 giugno 2004
Posti - Nelle carceri italiane, per cento posti disponibili ci sono 139 detenuti
• Posti. Nelle carceri italiane, per cento posti disponibili ci sono 139 detenuti. Totale dei posti: 42 mila; detenuti: 58 mila.
• Carolina. L’immedesimazione di fra Beppe, quando venne a sapere di Carolina Daraio, insegnante di italiano in una scuola media di Potenza, strozzata da due ex allievi in astinenza d’eroina, cui s’era rifiutata di dar i soldi per una dose (il 24 marzo 1999): "Carolina è stata uccisa da due persone che amava, per le quali si prodigava, delle quali si fidava. Mi sono rivisto in lei. Anch’io sono un punto di riferimento per tante persone. Anch’io ricevo mille richieste d’aiuto e non sempre posso dire di sì. Dire di no a volte mi fa paura, perché non tutti sono in grado di capire le ragioni di un diniego".
• Carcerati. Detenuti in Italia ogni centomila abitanti: 100 (venticinque anni fa erano 35), di cui 30 immigrati. In Europa: 120; negli Stati Uniti: 800 (venticinque anni fa 100).
• Chiusure. Costo di un detenuto nel carcere militare di Peschiera al tempo della sua chiusura (estate 2000): un milione e mezzo di lire al giorno, contro le 400mila lire dei penitenziari civili.
• Samantha. Artur Pudia, albanese, ex sottufficiale in servizio a Durazzo, insofferente alla disciplina militare, nel 1991 era scappato in Italia per sistemarsi a Manzano di Udine, alle cui porte svetta una sedia alta venti metri, monumento al prodotto tipico delle fabbriche locali. Ventisei anni, sposato, una figlia di cinque mesi, posto fisso come falegname, villetta bifamiliare, perse tutto una sera del 1997, nel corso dell’ennesima litigata con il vicino di casa a cui pose fine con una coltellata. Fra Beppe andò in visita nella parrocchia del paese sconvolto per riconciliare indigeni e immigrati, e per l’occasione fu fondata l’associazione Samantha, in ebraico ”colei che ascolta”, che cerca volontari per intrattenere una corrispondenza epistolare con detenuti.
• Forno. Elia Del Grande uscirà di prigione nel 2028. Aveva ventun’anni la notte tra il 6 e il 7 gennaio 1998, quando uccise a fucilate i genitori e il fratello maggiore intenti a lavorare nel loro forno (a Cadrezzate, 1.500 abitanti nella provincia di Varese). Condannato in primo grado a tre ergastoli, ridotti a trent’anni in appello, gli era rimasta solo l’amorevolissima nonna paterna, che lo perdonò subito per aver ucciso il suo unico figlio, ma che morì prima della fine del giudizio. Fu lui a invocare per lettera l’aiuto di fra Beppe, il primo a fargli fare la comunione un anno dopo la strage: "Sono stato quasi due ore seduto di fronte a lui con il Signore in mano. ”Tu hai ucciso fisicamente i tuoi cari, ma non lo spirito. La vita è di Dio, tu ti sei messo al di sopra di lui e non devi ripetere questo errore uccidendo te stesso" (fra Beppe).
• Cravatte. La sera del 20 giugno 1996, Massimo Gavagnin voleva solo animare l’incontro amoroso con Daniela, operaia più grande di una ventina d’anni, che all’ultimo momento, mentre lui stava andando a cena dalla mamma, lo aveva chiamato insistendo di vederlo prima del ritorno del marito camionista, il giorno successivo. Con l’intento di farle provare più piacere, lei consenziente, le aveva legato una cravatta intorno al collo per ridurre l’afflusso di ossigeno al cervello, ma non capì che stava soffocando, abituato com’era alle sue reazioni parossistiche. Scontata la pena di otto anni per omicidio preterintenzionale, con l’aiuto di fra Beppe ha trovato lavoro come falegname e collabora con lui nella corrispondenza coi detenuti. Fidanzato con Daniela, studentessa di Catania conosciuta in chat-line, che una sera s’arrampicò fino al secondo piano di casa sua per salvargli la vita dopo un tentativo di suicidio.
• Ylenia. Vincenzo Andraous, l’unico ad aver messo in crisi la convinzione di fra Beppe che chiunque possa cambiare. Omicida fuori e dentro il carcere, ”il killer delle carceri” fu scosso finalmente da un discorso della figlia Ylenia, tredicenne, allevata dalla nonna. Da allora si mise a scrivere, vincendo molti premi di poesia. Fondatore nel 1989, nel carcere di Voghera, del Collettivo Verde, una delle prime esperienze di autocoscienza dietro le sbarre, ha sposato Cristina, chirurgo, conosciuta durante una conferenza. "Non mi piace parlare di pentimento, è una parola su cui c’è un fastidioso dispendio di interpretazione. Credo che il pentimento sia qualcosa di talmente intimo che nessun discorso potrà mai delinearlo: solo i gesti, se ripetuti, riusciranno a esprimere il vero pentimento" (Andraous).
• Peccato. "Alcuni si innalzano con il peccato, altri precipitano con la virtù" (W. Shakespeare).