Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 10 dicembre 2001
La marina militare degli Stati Uniti sta cercando 23 navi mercantili che, secondo i servizi segreti americani e norvegesi, apparterrebbero ad al Qaida
• La marina militare degli Stati Uniti sta cercando 23 navi mercantili che, secondo i servizi segreti americani e norvegesi, apparterrebbero ad al Qaida. Bin Laden potrebbe usarle per trasportare armi di distruzione di massa, per garantirsi la fuga o come navi suicide. Obiettivi potenziali e destinazioni possibili: lo stretto di Hormuz, il Golfo Persico, le coste dell’Oman, la Somalia. Bin Laden potrebbe cercare di approdare a Mogadiscio dove al Qaida ha legami ben consolidati con al-Ittihad al-Islamiya (’Unità islamica”), la milizia fondamentalista tra le più forti in un paese controllato in gran parte dai signori della guerra .
• Al-Ittihad. Al-Ittihad è emersa nel 1991 come una delle numerose milizie somale. A differenza delle altre, però, non combatteva per interessi tribali e di clan, ma per stabilire uno Stato islamico retto dalla Sharia. Ottenne qualche successo, ma poi venne costretta nella regione di Gedo, Somalia centrale. L’Etiopia la sospetta di proselitismo tra i rifugiati somali sul suo territorio e di alcuni tentati omicidi a Addis Abeba. Nel 1997 truppe etiopi sconfinarono in Somalia per eliminare le milizie integraliste. Tra le centinaia di fondamentalisti uccisi, c’erano anche 26 non somali, "delle stesse nazionalità di quelli di al Qaida", ha detto di recente l’ambasciatore etiope al consiglio di sicurezza dell’Onu. "Abbiamo prove certe dell’attivittà di bin Laden in Somalia" .
• "Il paese è allo sbando. Il Governo transitorio nazionale del presidente Abdiqasim Salad Hassan, nominato 15 mesi fa a Gibuti dopo affannose trattative fra capi-clan e anziani, è il primo tentativo di ridare una parvenza di potere centrale alla Somalia dal ’91, ma non riesce a venire a capo dell’anarchia e il suo controllo non va oltre Mogadiscio. Il paese rischia di sfasciarsi e il Somaliland, nel nord-ovest, e il Puntland, nel nord-est, si proclamano indipendenti. I signori della guerra mantengono intatto il loro potere e le loro milizie, nonostante 5 fra i più importanti capibanda siano entrati nel governo come ministri. Le Corti islamiche, che sovrintendono all’applicazione della Sharia, la legge coranica (e l’unica vigente), sono i soli organismi capaci di frenare in qualche modo il caos e l’anarchia"
• "I militari italiani a bordo del gruppo navale che da qualche giorno incrocia al largo del Bahrain, nel Golfo Persico, dovrebbero essere impiegati entro il prossimo gennaio in operazioni antiterrorismo in Somalia. Secondo fonti americane vicine al Pentagono, i piani per una serie di attacchi contro le basi di al Qaida nel Corno d’Africa sarebbero già stati messi a punto al Central command dell’esercito statunitense a Tampa, in Florida, e prevederebbero la partecipazione dei corpi speciali d’assalto del battaglione San Marco e del Tuscania [...]. L’apporto della nostra intelligence, che ha continuato a monitorare da vicino gli sviluppi politici a Mogadiscio e nel resto del paese, è considerato a Washington un fattore decisivo nella prospettiva di un intervento armato nell’ex colonia italiana"
• Italiani 2. "Di tutto rilievo, in proposito, è il moltiplicarsi dei segnali sull’attivismo del noto Osama bin Laden, la cui figura viene variamente riconnessa, talora in modo improprio, ad una pluralità di teatri di crisi, dalla Cecenia al Corno d’Africa (Somalia). La situazione è tuttora connotata da forti contrasti interclanici nella zona di Mogadiscio e nelle regioni centromeridionali. I più recenti avvenimenti hanno poi messo in luce la diffusione del fondamentalismo islamico, specie ad opera di formazioni che, diversamente dalle altre, prescindono dall’appartenenza tribale. Il peso crescente assunto, anche in termini militari, dai gruppi integralisti e l’appoggio fornito ai movimenti etiopici di opposizione armata hanno indotto Addis Abeba a mantenere un proprio presidio nell’area".
• Le prove 1. Al Ittihad compare in un elenco di 11 organizzazioni accusate di legami con il terrorismo internazionale diffuso dalla Casa Bianca. Il 28 settembre centinaia di somali sfilano per le strade di Mogadiscio bruciando la bandiera americana e inneggiando a bin Laden. Alla testa del corteo c’è Cheik Mohamed Ibrahim Suley, braccio destro di Hassan Dahir Uveis, fondatore di al Ittihad. Nel ’93, durante la missione ”Restore hope”, i suoi miliziani, con quelli di Mohamed Farrah Aidid (morto nel 1996 per le ferite riportate in seguito ad un attentato a Mogadiscio) abbatterono due elicotteri Black Hawk americani e uccisero 18 Rangers, i cui cadaveri mutilati vennero trascinati per le strade della capitale ripresi dalle telecamere della Cnn. Al Ittihad è inoltre sospettato di avere facilitato il transito verso il Kenya dell’esplosivo utilizzato nell’agosto del ’98 per far saltare le ambasciate statunitensi a Nairobi e Dar es-Salaam .
• Le prove 2. "Non ci risulta nessuna connessione tra al Ittihad e al Qaida né nessun coinvolgimento della Somalia con le attività terroristiche che stanno infiammando il mondo" (Randolph Kent, coordinatore per la Somalia delle Nazioni Unite a James Astill).
Coperture. "Dietro il paravento di organizzazioni caritatevoli che sovvenzionano ospedali, ambulatori e scuole religiose, al Ittihad ha costruito una rete clandestina forte di almeno seimila uomini armati che ha i suoi principali campi di addestramento a Ras Kamboni, nel sud, e a Las Quoay, nel nord. In tre zone della Somalia l’influenza dei fondamentalisti è preponderante: la fascia al confine con il Kenya, il porto di Bosaso e la provincia di Lugh, dove la Sharia, la legge coranica, viene applicata con particolare zelo. I seguaci di bin Laden hanno infiltrato le corti islamiche, ora in declino, che negli anni scorsi, foraggiate dall’Arabia Saudita, avevano cercato di spodestare i signori della guerra che si contendono Mogadiscio e il sud del paese. Ma il vero potere di al Ittihad è soprattutto nel settore finanziario. Hassan Dahir Uveis controlla Al Barakaat, la principale impresa commerciale della Somalia, con 600 azionisti e milioni di clienti. Una holding con interessi nelle telecomunicazioni, nella posta, nella pesca, nelle costruzioni, nelle rimesse degli emigrati (solo questo settore ha un turnover annuale di 500 milioni di dollari) e specializzata nel money wiring: un sistema che, in assenza di banche, permette di trasferire denaro in tutto il mondo attraverso contatti personali, numeri telefonici e indirizzi elettronici" .
• Alleanze. Gli americani, sfruttando un conflitto politico locale, hanno deciso di appoggiare le milizie fedeli all’ex presidente della regione autonoma somala del Puntland, colonnello Abdullahi Yussuf, che la settimana scorsa hanno attaccato la capitale Garowe, 750 chilometri a nord-est di Mogadiscio. Sostenuto dall’esercito etiope e coadiuvato da uomini dell’esercito americano, le forze di Yussuf hanno sferrato l’attacco mercoledì 28 novembre, investendo la città con una pioggia di colpi di mortaio, e concentrando l’offensiva sulla residenza neo presidente Jama Ali Jama, eletto dal consiglio degli anziani lo scorso 14 novembre. Sembra che egli sia riuscito a lasciare la città assieme ai suoi più stretti collaboratori. Il colonnello Yussuf non aveva accettato la scadenza del suo mandato presidenziale triennale, terminato lo scorso agosto, ma alla fine era stato costretto ad abbandonare il potere con la forza .
• Concorrenza. La strategia globale di Washington non è condivisa da alleati importanti come la Francia: dietro la lotta al terrorismo Parigi intravede il tentativo di consolidare il nuovo ordine americano sulle rotte del petrolio mediorientale. Lo scorso febbraio il gruppo francese TotalFinaElf ha firmato un accordo con il governo provvisorio somalo per cercare petrolio nel sud del Paese .