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 2004  maggio 08 Sabato calendario

Alghe - Le emissioni di carbonio possono essere assorbite grazie agli oceani: le alghe lo immagazzinano per fotosintesi sotto forma di carbonato di calcio

• Alghe. Le emissioni di carbonio possono essere assorbite grazie agli oceani: le alghe lo immagazzinano per fotosintesi sotto forma di carbonato di calcio. Le piante marine, infine, forniscono nutrimento ai pesci e ai cetacei erbivori.
• Legno. Gli alberi immagazzinano carbonio, ma una volta lavorati e ridotti in legna lo restituiscono nell’atmosfera. Per evitarlo, qualche scienziato pensa che si possa utilizzare un sistema detto del ”legno scaldato”: si scalda legno naturale (conifere o latifoglie) a elevata temperatura (tra 180 e 230 °C) per sette ore, senza aggiunta di prodotti chimici. Si tratta di un procedimento usato fin dalla preistoria per indurire le punte delle frecce. Il legno così trasformato marcisce difficilmente ed è molto resistente, e può essere usato nella costruzione di baite, piccoli edifici industriali, mobilio, parquet, passerelle, palizzate, saune, muri acustici, barriere autostradali, ponti di navi.
• Arrhenius. I gas a effetto serra, che compongono una porzione piccola dell’atmosfera, impediscono che si disperda in parte il calore del Sole penetrato nell’atmosfera, mantenendo la temperatura media della Terra a livelli idonei allo sviluppo degli esseri viventi. Lo svedese Svante August Arrhenius (1858-1927), che per primo studiò l’incidenza dell’effetto serra sul clima: "Ho potuto calcolare che se l’acido carbonico scomparisse completamente dalla nostra atmosfera, della quale occupa solo i tre dieci millesimi in volume, la temperatura del suolo diminuirebbe di 21 gradi". Dal momento che a quei tempi si temeva un’altra glaciazione, lo studioso auspicava l’intensificarsi delle attività umane inquinanti per aumentare l’effetto serra.
• Kyoto. Il programma della conferenza di Kyoto prevede la riduzione del 5,2 per cento dell’anidride carbonica prodotta nel 1990 (entro il 2008-2012). Gli stati che inquinano di più possono scontare la loro quota di emissioni finanziando, ad esempio, industrie ”pulite” nei paesi in via di sviluppo. Esiste anche una Borsa delle emissioni: le fabbriche che emettono meno di quanto sia loro concesso possono vendere ad altre la differenza.
• Cambiamenti. Secondo alcuni scienziati, dal 1861 la temperatura media della Terra è aumentata di 0,6 - 1 °C (ma esiste un margine d’errore del 33 per cento). Dal 1960 ghiacci e manti nevosi si sono ritirati del 10 per cento. Altri cambiamenti del XX secolo: aumento delle precipitazioni medie (dallo 0,5 all’1 per cento ogni dieci anni alle alte e medie latitudini dell’emisfero settentrionale); aumento del livello medio dei mari (tra i dieci e i venti centimetri al decennio).
• Previsioni. L’Ipcc, The Intergovernmental Panel on Climate Change, che lavora sotto l’egida dell’Onu, ha adottato come base scientifica per i suoi studi sul riscaldamento planetario, il testo di Dominique Bourg e Jean-Louis Schlegel, Parer aux risques de demain, le principe de précaution, del 2001, in cui sono formulate le previsioni di cambiamenti climatici per il XXI secolo. La temperatura media della Terra registrerà un aumento compreso tra 1,5 e 6 °C (4 °C entro il 2050), e il livello del mare salirà di un metro (ma se non si ridurranno i gas serra si potrà avere un aumento della temperatura anche di 9 gradi, e tre metri per il livello del mare).
• Deserti. Non necessariamente in caso di aumento della temperatura terrestre si estenderebbe la zona desertica: il riscaldamento, infatti, intensifica l’evaporazione oceanica e il regime dei monsoni. Si è scoperto che quando la temperatura terrestre era più elevata, la superficie del Sahara era meno estesa e quel territorio era occupato in gran parte da fiumi e laghi.
• Vacche. Carbonio liberato ogni anno in seguito ad attività umane: 6,3 miliardi di tonnellate (nel 1950 erano due miliardi). Emissioni di carbonio da vulcani, incendi boschivi e metabolismo degli esseri viventi: 100 miliardi di tonnellate. Alcune fonti di gas serra sono insopprimibili: tra queste il metano prodotto da batteri anaerobici delle foreste alluvionali e delle risaie, o le flatulenze e eruttazioni dei ruminanti africani, responsabili del due per cento delle emissioni globali.
• Ozono. Benefico ad alta quota, perché protegge dai raggi ultravioletti più pericolosi (UV-B), l’ozono è un inquinante dannoso a livello del suolo: provoca irritazione agli occhi e al naso, patologie bronchiali, mal di testa, allergie e forse cancro. Le attività umane distruggono l’ozono in altitudine e ne aumentano la concentrazione al livello del suolo.
• Farfalle. L’adagio diffuso che un battito d’ali di farfalla in Brasile provochi un tornado in Texas, deriva dall’errata interpretazione del titolo di una relazione del meteorologo Edward N. Lorenz (1972). Lo studioso, anzi, negava questa possibilità evidenziando che, se così fosse, il battito d’ali successivo lo avrebbe impedito.