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 1999  dicembre 23 Giovedì calendario

Magico Natale

• Durante la notte della Natività un fiocco di neve volò sulla fronte del Bambinello, Maria fece per scioglierlo con un bacio, ma il fiocco si trasformò in gelsomino, fiore profumatissimo mai visto prima.
• In Italia il primo a spedire gli auguri di Natale sarebbe stato il conte Niccolò Monte Mellini di Perugia nel 1709: si trattava di cartoncini contenenti brevi poesie. John Calcott Horsley avrebbe disegnato il primo biglietto natalizio nel 1843, per spedirlo all’amico sir Henry Cole. Questo biglietto, con l’immagine di una festa in famiglia e la scritta ”Merry Christmas and Happy New Year”, fu poi ristampato in un migliaio di esemplari.
• Molti sono convinti che l’albero di Natale sia nato in Alsazia, perché le testimonianze più antiche sugli alberi addobbati riguardano la città di Strasburgo. In Italia l’albero di Natale si diffuse alla fine dell’Ottocento, ma in Liguria l’abitudine di ornare rami di alloro con strisce di carta colorata, mandarini, mele e fichi secchi, era presente da tempo.
• L’albero, come la ghirlanda, simboleggia la vittoria della vita sulla morte (è un sempreverde). Le arance e le mele, sostituite dalle palle colorate, richiamano l’Albero del Paradiso rifiorito grazie alla nascita di Gesù. Il puntale ricorda la stella cometa, le candele ³la luce del mondo² nata a Betlemme.
• Il vischio, pianta parassita, non avendo radici era giudicato un potente talismano di origine celeste. Sacro ai druidi, è diventato per la cristianità simbolo di pace e di fortuna.
• L’agrifoglio, sempreverde dalle bacche rosse che maturano in inverno, è simbolo di vita eterna e rinnovamento. Per le sue foglie pungenti gli antichi lo giudicavano un talismano capace di tener lontano ogni pericolo. Per i cristiani rappresenta la vita dopo la morte e la difesa contro il peccato.
• Babbo Natale si ispira alla figura di San Nicola, di cui si celebra la morte il 6 dicembre. Vissuto tra il III e il IV secolo, Nicola era originario di Patara, porto dell’Anatolia, l’attuale Turchia. Vescovo di Mira, grande viaggiatore, era celebre soprattutto per la sua generosità e per i suoi doni. Nel 1087 alcuni marinai pugliesi trafugarono a Bari. Da lì il culto del santo si diffuse in tutto il mondo.
• Secondo la tradizione fu un miracolo a trasformare San Nicola nel Babbo Natale che porta doni attraverso il camino. Un nobiluomo in rovina che aveva tre ragazze in età da marito e non poteva far loro la dote, rivolse le sue preghiere a San Nicola. Il santo, durante la notte, entrò nel castello da una finestra aperta e lasciò un sacco di monete per la dote della primogenita. Il miracolo si ripeté la notte seguente. La terza notte, trovando la finestra chiusa, San Nicola salì sul tetto e gettò il sacco dal camino. La mattina la famiglia trovò l’oro nelle calze lasciate ad asciugare vicino al fuoco.
• Rudolph, la renna di Babbo Natale col naso rosso, apparve per la prima volta nel 1939, quando i grandi magazzini Montgomery Ward chiesero al loro copywatriter Robert May di inventare una fiaba da regalare ai clienti per le feste. May scrisse la storia di Rudolph, emarginata dal branco per via del suo naso scintillante e scelta da Babbo Natale proprio per quel dettaglio, per guidare le sue otto renne. Tra il 1939 e il 1946 la catena Montgomery Ward distribuì sei milioni di copie del libretto. Sempre nel ’46 uscì un cartone animato e infine, tre anni dopo, la canzone ”Rudolph the red nosed reindeer” (composta dal cognato May, Johnny Marks, e incisa da Gene Autry), seconda nelle vendite solo a White Christmas.
• ”Rito del ceppo” diffuso in Europa e America del Nord per proteggere le abitazioni da fulmini, grandine e altre disgrazie: la sera della vigilia di Natale il padrone di casa pulisce il camino, vi adagia il ceppo ricavato da un albero da frutto (in nessun caso deve essere legna comprata), lo bagna con acqua benedetta, latte, miele o vino e gli dà fuoco (deve riuscirci al primo tentativo). Il legno deve ardere tutta la notte: se si spegne, nel corso dell’anno la famiglia rischia qualche disgrazia. In molti luoghi il ceppo ha lasciato il posto della candela, che si accende la vigilia e si deve spegnere solo quando è del tutto consumata. La candela non si può acquistare: da qui l’usanza natalizia di regalar candele.