Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 22 dicembre 2001
Il Dio bambino
• Culla. A Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore, si venera almeno dall’XI secolo la reliquia della ”Sacra culla”, forse donata dal patriarca di Gerusalemme, San Sofronio, al papa Teodoro I (642-649). Le fasce di Gesù Bambino sono invece conservate nella Sainte Chapelle di Parigi.
• Giacigli. Nel Quattrocento, in ogni casa delle Fiandre, c’era un giaciglio per la statua di Gesù Bambino (da cullare, la notte di Natale, al canto di una ninna nanna). Alcune famiglie commissionavano agli orefici specializzati in reliquie una vera culla su sostegni di legno, capace di dondolare, chiamata ”riposo di Gesù”.
• Immaginette. Fin dal XV secolo, in Germania, era tradizione scambiarsi immaginette di Gesù bambino come augurio per il nuovo anno (prima del calendario gregoriano, introdotto nel 1582, l’inizio dell’anno coincideva col giorno di Natale).
• Crisostomo. Padre Crisostomo Schenk von Castell (XVII secolo), cappuccino svizzero guardiano del convento di Enfisheim, andava pazzo per un Bambinello intagliato in avorio custodito dalla superiora, Madre Eufrasia. Dopo tante insistenze lo ottenne in regalo, da allora lo portò sempre con sé, in una portantina appositamente costruita, vestito con abitini color viola. La statua, tuttoggi venerata nella chiesa di santa Maria di Loreto a Salisburgo.
• Puerperium marianum. Nel XVII secolo, nei conventi tedeschi, le suore costruivano il presepe secondo le indicazioni di un libro dal titolo Puerperium marianum: il primo giorno bisognava montare la capanna, il secondo la mangiatoia, il terzo preparare il fieno, e così via. Nell’opera, anche molte prescrizioni sul modo di assistere il Bambinello dopo la nascita: come nutrirlo, come tessere i suoi pannolini, come fargli il bagno (al posto dell’acqua, lacrime ”versate per dolori e miserie”).
• Manichini. Nel XVII e XVIII secolo, in ogni convento tedesco, un manichino che rappresentava Gesù Bambino seduto su una piccola poltrona rivestita di broccati preziosi, indosso abiti di seta, sulla testa una parrucca di capelli veri. Nei giorni di festa le suore lo portavano in refettorio e gli servivano una porzione di ogni portata, perfino un calice di vino bianco (al suo posto brindava la superiora). Dopo il pasto, le pietanze venivano distribuite ai poveri.
• Posate. Fino alla metà del Novecento, nel convento di St Johann nel Gnadenthal di Ingolstadt, tutte le domeniche si apparecchiava per una statua di Gesù Bambino seduta a un piccolo tavolo. L’usanza andò persa alla morte della suora che custodiva le posate in miniatura.
• Ex voto. La venerabile Margherita del Santissimo Sacramento, carmelitana scalza (1619-1648), devotissima a Gesù Bambino, a forza di preghiere fece in modo che Luigi XIII e Anna d’Austria avessero l’erede al trono aspettato per vent’anni: dopo la grazia, la regina fece costruire statuette ex voto del suo neonato, chiamate le petit Louis XIV.
• Novizie. Fino al 1960, a Santa Scolastica in Tübach (convento di francescane in Svizzera), una suora portava di nascosto nella cella delle novizie, la notte prima della vestizione, un Gesù Bambino che celava nella mano un bigliettino ripiegato: «Vieni, o cara bambina, io ti aspetto con desiderio. Vieni tranquillamente con fiducia, io ti ho scelto come mia sposa... Sappi che io non lascerò senza ricompensa anche la più piccola cosa che tu farai nel mio servizio».
• Croci. Sant’Agnese da Montepulciano (morta nel 1317) pregò un giorno la Madonna di mostrarle suo figlio, fu accontentata e poté persino stringersi il bimbo al petto. Dopo qualche ora la Vergine provò a strapparle Gesù dalle braccia, lei non non lo lasciava, nel tira e molla la croce che il bambino aveva al collo le restò impigliata tra le dita (da qui, l’usanza di ritrarre la santa con una piccola croce in mano).
• Globi. La beata Margherita di Città di Castello (1287-1320), nata cieca e deforme, fama di santità fin dai quattordici anni, trascorse l’esistenza a contemplare la vita della Sacra Famiglia. Nel suo cuore riesumato furono rinvenuti tre piccoli globi con impressa l’immagine della Vergine incoronata, di san Giuseppe, e del Bambin Gesù nella mangiatoia, scaldato da asino e bue (le reliquie, custodite dal terz’ordine domenicano di cui faceva parte).