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 2002  gennaio 14 Lunedì calendario

Operazione Arca di Noè: la cattura a centinaia di chilometri dalla costa israeliana di una nave carica di armi destinate all’Autorità palestinese, il cargo da 4 mila tonnellate Karine A, battente bandiera di Tonga

• Operazione Arca di Noè: la cattura a centinaia di chilometri dalla costa israeliana di una nave carica di armi destinate all’Autorità palestinese, il cargo da 4 mila tonnellate Karine A, battente bandiera di Tonga. La nave è stata comprata l’11 ottobre scorso per 400mila dollari da Fuad Shubaki, il ”ministro delle Finanze” dell’Autorità palestinese, vicino ad Arafat, con cui condivide l’ufficio di Ramallah, in Cisgiordania. Contemporaneamente all’acquisto della nave, Adel Mughrabi, uomo di fiducia di Arafat, lascia all’improvviso Ramallah e nel sud del Libano prende contatti con i leader del gruppo terroristico sciita Hezbollah per comprare armi direttamente dall’Iran. La Karine A parte dal porto di Hudida, nello Yemen. A bordo nove marinai, egiziani e giordani, ai comandi quattro palestinesi, uno dei quali membro di Hezbollah e ufficiale di collegamento con il gruppo libanese. Il capitano è Omar Akawi, 44 anni, un veterano fin dal 1976 di Fatah, il gruppo di Arafat. I servizi segreti israeliani lo hanno individuato lo scorso maggio nell’operazione che portò al sequestro dello yacht Santorini, a bordo razzi katyusha imbarcati in un porto libanese .
• Vevak. L’11 dicembre scorso la nave attracca nei pressi dell’isola iraniana di Qeys. Viene affiancata da un traghetto a bordo del quale ci sono agenti della divisione Operazioni speciali del Vevak, il servizio segreto iraniano che dipende direttamente dal falco del regime, l’ayatollah Ali Kamenei. Con loro alcuni responsabili di Hezbollah inviati da Imad Mughniya, uno dei terroristi più ricercati al mondo, considerato dagli Usa l’erede di Osama bin Laden .
• Via. Il primo giorno del 2002, il premier Sharon dà il via libera. La nave palestinese è a 500 chilometri dalla costa israeliana, 200 chilometri a sud del centro-vacanze egiziano di Sharm el Sheik. La posizione è ideale: la Karine A si trovava in acque internazionali, in quel tratto di mare era improbabile che le truppe israeliane fossero individuate, l’equipaggio si sente sicuro perché il viaggio è quasi terminato. Dal porto israeliano sul mar Rosso di Eilat, nella notte fra il 2 e il 3 gennaio, i commando Shayetet 13 partono a bordo di motovedette rapide del tipo Dvora (Ape) che vengono rifornite in mare. La copertura la forniscono aerei da ricognizione, elicotteri Sikorsky Ch-53 e Black hawk. A bordo di un Gulfstream G-5, trasformato in centro di comando, di controllo e di spionaggio, ci sono il capo di stato maggiore, generale Shaul Mofaz, e il comandante dell’aeronautica, generale Dan Halutz. Alle 4 del mattino del 4 gennaio parte l’assalto, prima con gli scafi che si sono affiancati alla Karine e poi con gli elicotteri da cui si calano decine di uomini. Tutto dura 8 minuti e non viene sparato un colpo. I marinai e gli ufficiali palestinesi vengono ammanettati nelle loro cuccette. Il viaggio verso Eilat dura 36 ore. Gli investigatori dello Shin Bet interrogano l’equipaggio e tutti confessano .
• Carico. Il carico: razzi katyusha da 20 chilometri di gittata (in grado di colpire dai Territori i principali centri abitati d’Israele e l’aeroporto internazionale Ben Gurion), una tonnellata e mezzo di esplosivo C-4 (sufficiente per 300 missioni suicide), missili anticarro, mortai, mine e kalashnikov. Peso complessivo, 50 tonnellate per un valore di 16,5 milioni di dollari.
• Accuse. Il premier israeliano Sharon accusa l’Iran di voler rifornire i palestinesi di missili come quelli che gli Hezbollah sciiti filoiraniani libanesi tengono puntati sul nord di Israele. Sharon al quotidiano ”Maariv”: "L’Iran agisce contro Israele mediante tre direttive. La prima è rappresentata dai guerriglieri libanesi Hezbollah, che hanno ammassato a ridosso della Galilea 8.000 razzi di vario tipo, parte dei quali capaci di colpire zone di importanza vitale nel nord di Israele. La seconda direttiva è rappresentata dall’Autorità nazionale palestinese alla quale erano destinate le armi catturate la settimana scorsa nel Mar Rosso. La terza direttiva è rappresentata dalla popolazione araba in Israele" .
• Anp. L’Autorità nazionale palestinese ha dichiarato che erano destinate a forze che non controlla e il presidente Arafat si è detto all’oscuro di ogni cosa. L’Anp, comunque, ha fatto arrestare tre ufficiali della marina implicati nell’affare della Karine A. Le basi di ascolto di Socotra e Hodeida, al largo della costa dell’Eritrea, gestite congiuntamente dal Mossad e dalla Nsa americana registarono, prima del blitz, comunicazioni radio fra il comandante della nave e il numero due delle forze navali di Arafat, Fathi Ghazem .
• Bandiera. Secondo quanto ha affermato la ”Lloyd’s List”, autorevole pubblicazione nel campo del trasporto marittimo, la nave sarebbe "probabilmente irachena". La Karine A in passato batteva bandiera libanese col nome di Rim K, prima di essere venduta il 31 agosto ad un iracheno, tale Ali Mohammed Abbas, per 400.000 dollari ed essere quindi registrata il 12 settembre a Tonga come Karine A. Il Libano ha affermato di non aver alcun collegamento con la nave, e ha precisato che probabilmente la ”Lloyd’s List” si è confusa con un’altra imbarcazione dal nome simile, la Reem K, che ancora batte bandiera libanese .
• Bush: "Chiunque comprometta gli sforzi contro il terrorismo sarà ritenuto responsabile. Se l’Iran vuole fare parte della coalizione è il benvenuto, ma deve avere un ruolo attivo. Speriamo che Teheran contribuisca a portare i terroristi di fronte alla giustizia. Per esempio, se degli assassini di al Qaida si nascondono sul loro territorio dovrebbero consegnarceli". Secondo fonti americane il regime di Teheran starebbe cercando di inserirsi nella situazione afghana e avrebbe offerto ospitalità e protezione a terroristi di al Qaida in fuga .
• L’Iran. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Hamid Reza Asefi. "I nostri confini sono rigidamente chiusi e la Repubblica islamica dell’Iran in nessun caso lascerebbe entrare nel Paese membri combattenti e sostenitori di al Qaida". Il segretario alla difesa Donald Rumsfeld: "Sappiamo, da informazioni d’intelligence, che ci sono stati movimenti avanti e indietro tra l’Iran e l’Afghanistan".
• Kamenei. L’ala radicale del regime iraniano riunita attorno alla guida religiosa, l’ayatollah Ali Kamenei controlla l’apparato di sicurezza e il Vevak (il servizio segreto di Teheran). Kamenei sarebbe in contatto anche con il vicesegretario generale di Hezbollah, Imad Mughniya, sul quale gli Stati Uniti hanno posto una taglia di 25 milioni di dollari, identica a quella che pende sul capo di Osama bin Laden .
• Ismail Khan. Herat, nell’Afghanistan occidentale, antica città resa grande da Tamerlano, ha riaperto le porte a Ismail Khan, ultimo erede di una potente famiglia locale, reduce del jihad anti-sovietico. Tagiko appartenente alla setta islamica degli sciiti (la maggioranza afghana è invece sunnita), Khan ha fatto pure lui atto di sottomissione al governo Karzai. Nel suo territorio agisce però come un califfo autonomo, forte del sostegno del vicino Iran sciita e tutt’altro che entusiasta della presenza militare americana nel paese .
• Missili. Teheran potrebbe essere in grado di testare un missile a lungo raggio intorno al 2005, ma più probabilmente riuscirà a farlo solo intorno al 2010. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha deciso di stanziare oltre 100 milioni di dollari (circa 110 milioni di euro) per rafforzare la difesa contro le armi non convenzionali: nucleari, biologiche e chimiche .