Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  maggio 18 Sabato calendario

Il genio dei numeri

• Lo Spettro. Quando insegnava matematica a Princeton, Nash era soprannominato dagli studenti lo ”Spettro” perché la notte, spesso trascorsa in istituto a risolvere problemi, scriveva col gessetto frasi enigmatiche sulla lavagna.
• Forbici. Nell’estate del 1960 ciondolava con capelli lunghi e barba incolta intorno agli edifici universitari di Princeton e appiccicava qualsiasi cosa sul suo inseparabile taccuino intitolato Zero assoluto. Una volta chiese con aria minacciosa alla segretaria del dipartimento di matematica le forbici più taglienti che c’erano, quindi ritagliò la copertina di un elenco telefonico e la incollò sul taccuino.
• Gavettoni. Altra fissazione: si nascondeva al quarto piano della Fuld Hall e dalla finestra faceva gavettoni a chiunque entrasse.
• Due mondi. "Tutti i matematici vivono in due mondi diversi. Vivono in un mondo cristallino di forme platoniche perfette. Un palazzo di ghiaccio. Ma vivono anche nel mondo normale in cui le cose sono transitorie, ambigue, soggette a vicissitudini. I matematici vanno avanti e indietro da un mondo all’altro. Sono adulti nel mondo cristallino, bambini in quello reale" (S. Cappell, Courant Institute of Mathematics, 1996).
• Subadolescenti. Nel 1978 Nash ottenne un premio per la matematica dall’Operations Research Society e dall’Institute for Management Science, il John Neumann Theory Prize. Siccome la sua schizofrenia lo portava a reazioni eccentriche e imprevedibili, non fu invitato alla cerimonia a Washington. Alan Hoffman, andato a Princeton per consegnargli il premio: "Vedere quell’uomo, un vero genio, agire a livello subadolescenziale, è stata un’esperienza davvero tragica".
• Teorema dell’equilibrio. Il teorema dell’equilibrio di Nash, del 1950, che permise l’applicazione della teoria dei giochi alle scienze economiche, politiche, alla sociologia e alla biologia evolutiva. David Gale a proposito del concetto di equilibrio, "punto naturale di immobilità che tende a mantenersi", fu il primo a riconoscere la sua rilevanza per il mondo reale: "Si può applicare anche al disarmo". Prima delle intuizioni che valsero a Nash un premio Nobel per l’economia nel 1994, la teoria dei giochi si basava sul teorema del minimax di von Neumann (1928), che valeva solo per i giochi di pura contrapposizione, i cosiddetti giochi a due partecipanti a somma zero. Invece Nash introdusse i giochi cooperativi, in cui i giocatori possono fare accordi con altri giocatori ("Perfino in guerra c’è sempre qualcosa da guadagnare dalla cooperazione").
• Poker. L’uso delle applicazioni militari dei giochi era cominciato già nell’ultima guerra, quando i matematici dell’Anti-Submarine Operations Evaluetion Group studiarono il saggio sul poker di von Neumann.
• Sicurezza. Tra le direttive di Eisenhower per la sicurezza, interdire l’accesso alla RAND agli omosessuali, in quanto inaffidabili, per mancanza di responsabilità o perché vulnerabili ai ricatti.
• Omo. Soprannominato ”Omo” ai tempi del college, da quel pomeriggio in cui aveva esclamato, nel sotterraneo dell’istituto dove era andato con due compagni a esplorare le condotte del vapore per il riscaldamento: "Gesù! Se rimanessi intrappolato quaggiù potrei diventare omosessuale". Anni più tardi, riferendosi al figlio John, che stava per raggiungere la maggiore età, disse che finalmente avrebbe potuto confidarsi con lui per realizzare la sua gay liberation.
• Il dilemma del prigioniero. Il dilemma del prigioniero studiato alla Rand Corporation, istituto civile di ricerche strategiche con sede a Santa Monica: la polizia arresta due sospetti e li interroga in stanze separate. A ciascuno è offerta la possibilità di confessare, accusare l’altro prigioniero, o non dir nulla. Caratteristica del gioco: indipendentemente dalla scelta dell’altro sospettato, ciascuno dei prigionieri otterrebbe il maggior vantaggio confessando. Se l’altro confessa, il sospettato dovrebbe far lo stesso, onde evitare una punizione più dura per non aver ceduto. Se l’altro non parla, confessando il sospettato riceverà un trattamento più mite per aver collaborato. La confessione è la strategia dominante. In realtà i due prigionieri (interrogati insieme) otterrebbero il maggior vantaggio mantenendo il silenzio, cioè se cooperassero, ma poiché ciascuno è a conoscenza del fatto che l’altro è incentivato a confessare, per entrambi è ”razionale” confessare. La corsa agli armamenti tra Urss e Usa poteva essere considerata alla stregua del dilemma del prigioniero. Entrambe le nazioni avrebbero potuto ottenere un vantaggio maggiore se avessero cooperato ed evitato la corsa.
• Cinismo. Marvin Minsky, collega di Nash: "Avevamo la stessa visione cinica del mondo; pensavamo a una ragione matematica per la quale qualcosa era com’era. Immaginavamo soluzioni radicali, matematiche, di problemi sociali". Una volta Nash disse che i genitori avrebbero dovuto "autodistruggersi" per passare tutti i beni ai figli, cosa non solo utile, ma anche giusta.
• Stranezze. "Se si trovava in una stanza con altre venti persone che stavano parlando, e se si chiedeva a un osservatore chi lo colpisse per la sua stranezza, quello avrebbe indicato Nash. Non era nulla che facesse consciamente. Era il suo portamento, la sua distanza" (Hausner, studente di dottorato coetaneo di Nash).