Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  febbraio 05 Sabato calendario

Thomas R. Metcalf

• Devozione. "Gli dei e le dee che voi adorate e a cui rivolgete le vostre preghiere, che cosa possono darvi? Siete voi che li lavate, lasciati a loro stessi affonderebbero nell’acqua" (Guru Nanak, 1469-1539, maestro bhakti, dottrina induista basata sulla devozione del fedele nei confronti della divinità).
• Nababbi. Gli amministratori britannici della Compagnia delle Indie residenti in India nel Settecento, si arricchirono così tanto che per loro fu coniata l’espressione nabob, ”nababbi”, versione anglicizzata di nawab, ovvero i governatori moghul, con cui condividevano la dedizione al lusso sfrenato.
• Etichette. In India i nabobs violarono i rigidi codici sociali di comportamento osservati in patria, adottando usanze e abbigliamento locali, finché non giunsero in India le prime donne inglesi, cosiddette memsahib, che li riconvertirono a uno stile di vita borghese. La peggio toccò ai nabobs che essendosi messi a convivere con le prostitute indiane, le bibis, dovettero subito liberarsene (per altro i figli nati da queste unioni furono quasi sempre emarginati in quanto meticci ed esclusi da cariche governative).
• Riforme. Tra le riforme liberali attuate in India da Lord Bentinck, governatore generale dal 1828 al 1835, l’abolizione del sati, antica forma di sacrificio con cui le vedove si immolavano sulle pire funerarie dei mariti. In realtà, non essendo più all’epoca molto diffuso, l’abolizione del sati consentì di conciliare due esigenze: dare un’impronta riformista alla politica adottata e scongiurare l’ostilità della popolazione. Nell’India del Nord, ad esempio, l’infanticidio delle femmine era molto più diffuso, ma il governo non intervenne.
• Cimiteri. I cimiteri municipali, un’invenzione indiana importata in Inghilterra dalla Compagnia delle Indie.
• Cartucce. Era il 1857 quando il Nord dell’India si sollevò contro il dominio britannico. Occasione della rivolta: l’ammutinamento dei soldati dell’esercito del Bengala, costretti dal governo inglese a impugnare i nuovi fucili Lee Enfield. Per caricarli infatti era necessario strappare coi denti l’estremità delle cartucce, trattate con grasso di vacca o di maiale, il che rappresentava una grave contaminazione, sia per gli indù che per i musulmani. Il tutto si compì la notte del 10 maggio 1857, a Meerut, dove i sediziosi massacrarono i residenti inglesi e poi marciarono verso Delhi. La rappresaglia fu ancora più spettacolare: tutti i sospetti di aver partecipato all’insurrezione furono legati alle bocche dei cannoni e fatti saltare in aria.
• Soli. "Potremmo perdere tutti nostri domini e continuare a vivere, ma se perdessimo l’India il nostro sole tramonterebbe" (George Nathaniel Curzon, governatore generale e Viceré in India dal 1899 al 1905).
• Prove. Tra le manie di Gandhi, il brahmachrya, l’astinenza dal sesso: dopo anni di vita coniugale il Mahatma aveva interrotto i rapporti sessuali con la moglie e per mettere alla prova il proprio autocontrollo talvolta dormiva con donne molto più giovani.
• Pozzi. Nelle violenze reciproche tra indù e musulmani avvenute nel 1947 nel Punjab, i primi si distinguevano per il fatto che, quando erano attaccati i propri villaggi, costringevano prima le donne a gettarsi nei pozzi per conservare la loro purezza e poi combattevano fino alla morte.
• Rapimenti. L’adesione del Kashmir all’India anziché al Pakistan, nell’ottobre 1947, fu causa di disordini, durante i quali le donne, anziché essere massacrate negli attacchi ai villaggi, furono rapite (secondo le stime 40-50 mila i casi di rapimento, per lo più a danno di donne musulmane). Spesso vendute o abbandonate dopo essere state violentate, molte furono costrette a sposare i loro rapitori. Alla fine del 1947, ripristinato l’ordine, il governo pakistano e quello indiano si misero all’opera per identificare le donne e restituirle alla nazione a cui appartenevano "di diritto", stabilendo che le donne musulmane dovessero stare in Pakistan e quelle indù in India. Ma la logica del rimpatrio non era congeniale alle vittime dei rapimenti, in particolare a quelle che una volta ritornate furono ripudiate dai mariti e a quelle che s’erano rifatte una vita, con tanto di marito, casa e prole.
• Libagioni. Morarji Desai, premier del Janata Party, oppositore di Indira Gandhi alle elezioni del marzo 1977, rimase famoso per la pratica di bere la propria urina nel corso degli esercizi quotidiani di yoga.
• Villaggi. La legge indiana che dal 1992 riserva alle donne un terzo dei seggi negli organi elettivi locali, tra cui anche il posto di sarpanch, cioè capo villaggio. Fin dall’inizio la maggior parte delle elette è appartenuta alle caste inferiori. Motivo: al contrario delle donne di famiglia ricca, le povere sono abituate a lavorare in pubblico.