Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 25 aprile 2004
Per procurarsi i soldi necessari a combattere contro l’Inghilterra (1776), le colonie si rifiutarono di imporre nuove tasse ai cittadini
• Per procurarsi i soldi necessari a combattere contro l’Inghilterra (1776), le colonie si rifiutarono di imporre nuove tasse ai cittadini. Il Congresso stabilì allora di stampare più carta moneta: le cittadine furono allora investite da un massiccio flusso di dollari in carta privi di base aurea o argentea. In poco tempo i soldi persero qualsiasi valore: si racconta così di un colono che li utilizzò una coperta per il cane, mentre un altro ne fece tappezzeria per le pareti del suo negozio di barbiere. Alcuni prezzi di quel periodo: lo zucchero costava 4 dollari la libbra, i tessuti 20 dollari una yarda. Nel 1779 per un abito e un cappello si potevano spendere 2.000 dollari.
• Con l’aumentare dei coloni nelle terre dell’Ovest, si sviluppò molto il commercio fluviale. Come esempio si può prendere la quantità di prodotti giunti a New Orleans via Mississippi: nel 1819 se ne contarono poco più di 136 tonnellate per un valore di quasi 17 milioni di dollari; nel 1860 le tonnellate furono 2.187.000 (più di 185 milioni di dollari).
• Le grandi pianure dell’Ovest erano territorio degli indiani nomadi, temibili nemici per i coloni che intendevano addentrarsi nel continente: abili cavalieri, sapevano mettersi a riparo dai colpi dell’avversario nascondendosi sul fianco dei cavalli in corsa. Portavano uno scudo di cuoio di bufalo che neppure i proiettili potevano forare; lanciavano frecce con velocità (ne tenevano in aria anche otto insieme) e forza (penetravano per intero nel corpo dei bisonti).
• Tra i rari divertimenti dei pionieri, la festa della spannocchiatura: una gara a chi più velocemente scartocciava le pannocchie del mais. Le regole: il raccolto, accatastato sull’aia, era diviso in due parti uguali; due squadre di uomini si mettevano a togliere le foglie più velocemente possibile. Il gruppo che finiva per primo vinceva. Nel frattempo, un bottiglione di vetro verde pieno di whisky girava più volte fra i presenti, e più volte veniva svuotato. Gli uomini scandivano il lavoro cantando. Il capitano della squadra vincitrice, issato sulle spalle dei sodali, era portato in trionfo intorno agli sconfitti. Seguiva la cena che includeva sempre una portata di stufato. "La mezzanotte vedeva i sobri aiutare gli ubriachi nel ritorno a casa" (Daniel Drake, "Pioneer Life in Kentucky", 1870).
• La California si popolò soprattutto grazie alla corsa all’oro: nel 1850 lo Stato ospitava 92mila persone, che in dieci anni diventarono 379mila. Si trattava di gente di diversissima provenienza: "Prendete un pizzico di uomini d’affari della Nuova Inghilterra, seri, scaltri, energici, dagli occhi pacati, mescolateci marinai gaudenti in quantità, una banda tenebrosa di avanzi di galera e di tagliagola australiani, una spruzzata di desperados messicani e della frontiera, un gruppo di gagliardi uomini dei boschi, qualche giocatore di professione, smerciatori di whisky. E dopo averci gettato dentro una folla promiscua di negozianti falliti, amanti disillusi, pecore nere, commessi di tessuti alle prime armi e minatori di mestiere da tutte le parti del globo, agitate la miscela, insaporite forte con febbre dell’oro, cattivi liquori, faraone, rouge-et-noir, risse, imprecazioni, pistole, coltelli, danze e scavi. Avrete qualcosa che si avvicina a ciò che era la società californiana dei primi tempi" (Charles Beard, "The Rise of American Civilization", 1933).
• Il primo carico di schiavi neri arrivò a Jamestown nel 1619; nel 1690 ce n’erano già 20mila. Si rivelarono perfetti per lavorare nelle piantagioni del meridione: nel diciottesimo l’America ne accoglieva a centinaia di migliaia. Alla vigilia della guerra civile, nel sud degli Stati Uniti d’America c’erano circa 4 milioni di schiavi, impiegati nei campi di una ristretto numero di proprietari (il 6 per cento della popolazione bianca).
• Alla fine del Settecento uno schiavo che lavorasse nei campi costava 200 dollari, nel 1836 ne valeva 800, nel 1860 mille o anche 2.000 se era di "prima qualità" (nel 1859 una famiglia vendette 77 capi di bestiami, 19 pecore e uno stallone per 929,50 dollari).
• L’episodio più famoso della violenta campagna antischiavista dei repubblicani è sicuramente quello di John Brown: costui, un fanatico abolizionista, il 16 ottobre 1859 cercò di innescare una rivolta di schiavi impadronendosi di un arsenale federale a Harper’s Ferry, in Virginia (nei disordini che seguirono morirono 17 persone). Un tribunale dello Stato lo condannò all’impiccagione, non solo per omicidio e istigazione alla violenza, ma anche per alto tradimento. John Brown divenne un simbolo in tutti gli Stati Uniti: onorato come un martire al nord, biasimato come un terrorista al sud. Circa un secolo dopo, il poeta Robert Penn Warren ebbe a notare che "un folle è una minaccia su larga scala in una società folle".
• La vita degli schiavi neri nelle piantagioni: a partire dai nove anni d’età, tutti andavano a lavorare alle prime luci del giorno. Il cibo era cucinato direttamente sul campo da schiavi assegnati a siffatto compito. Il pasto consisteva in mais macinato e bollito, senza nient’altro. Si lavorava tutta la settimana esclusa la domenica e un paio di giorni intorno Natale.
• Diversamente dalle colonie del sud, nella zone più a nord (la cosiddetta Nuova Inghilterra che comprendeva Connecticut, Rhode Island, New Hampshire, Massachusetts) già alla fine del Settecento l’agricoltura e l’allevamento non erano molto sviluppati. Una battuta del tempo: "Qui le pecore si sono appuntite il muso brucando l’erba tra le pietre, e il grano ha dovuto essere piantato a fucilate nel suolo ostinato".
• All’inizio dell’Ottocento, nelle fabbriche tessili della Nuova Inghilterra si cominciava a lavorare alle cinque del mattino, alle otto si concedeva mezz’ora per fare colazione, a mezzogiorno un’altra mezz’ora per il pranzo, poi si andava avanti fino alle sette e trenta della sera. Le paghe: gli uomini ricevevano in media da 83 centesimi a un dollaro al giorno, le donne da 2 a 2 e 50 dollari la settimana, i bambini da un dollaro e 50 a 2 dollari (sempre in una settimana). Questi stipendi erano circa il 30 per cento più alti di quelli che ricevevano gli operai inglesi.
• La pesca alla balena era una delle attività principali degli abitanti della Nuova Inghilterra. I balenieri potevano non toccare terra anche per tre anni consecutivi. Non si lavorava a salario, ma si dividevano i profitti in quote, secondo il ruolo. Così i proprietari dell’imbarcazione ricevevano una metà dei guadagni, il capitano un quindicesimo, un bravo marinaio la cinquantesima parte, un mozzo la centoventesima, e così via.
• Nel 1869 fu ultimata la prima linea ferroviaria trascontinentale. Per portare a termine l’impresa si crearono due compagnie: la Central Pacific, che doveva avanzare verso est a partire dalla California, e la Union Pacific che avanzava in direzione opposta con partenza a Omaha (Nebraska). Per la manodopera a basso costo furono assunti soprattutto cinesi e irlandesi. Nel 1884 le linee ferroviarie che attraversavano il territorio compreso tra l’Oceano Pacifico e il Mississippi erano già diventate quattro. Ben presto, però, visti gli alti profitti legati alla costruzione di ferrovie, si cominciò a costruirne dove non ce n’era bisogno: accadde così che laddove ne sarebbe stata sufficiente una se ne trovarono anche due o tre. L’eccessiva concorrenza provocò la corsa al ribasso dei prezzi: nel 1876 un vagone di bestiame poteva percorrere le mille miglia che separano Chicago da New York al costo di un dollaro. Nello stesso anno, per un viaggio sulla tratta Cleveland-Boston bastavano 6 dollari e 50 centesimi.