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 2001  agosto 06 Lunedì calendario

In Italia gli aspiranti scrittori sono circa 10 mila

• In Italia gli aspiranti scrittori sono circa 10 mila. Paola Campanile, ex insegnante di Sondrio, poetessa: «Più persone conosci più resti invischiato in un mondo di strani personaggi, che spesso campano sulla tua buona fede e sui tuoi soldi».
• Giuseppe Ungaretti non cestinava mai nessuna delle lettere che riceveva da amici, artisti, poeti, sparsi in tutto il mondo. Tra le lettere conservate, quella scritta da Pier Paolo Pasolini, ventenne, per accompagnare il volumetto delle "Poesie a Casarsa": «Non ho saputo resistere alla tentazione di farle questo miserissimo omaggio. Come capirà da questi pochi versi, se avrà la pazienza di leggerli, io abito nel lontano Friuli, a Casarsa, in mezzo ai campi. Capirà pure, purtroppo, che non sono poco ambizioso». C’è anche una lettera del pittore Ottone Rosai, che chiede a Ungaretti di raccomandare un suo dipinto in occasione di un prestigioso premio artistico: «Sai che puoi fare qualcosa per il tuo vecchio amico riguardo al San Babila? Puoi per esempio scrivere a Sereni convincendolo della validità e della bellezza del mio "Vecchio autoritratto" e consigliarlo a non andare in cerca di false perle quando ne ha una in mano così potente e splendida. Ho diversi ammiratori tra i membri della commissione, tra i quali la Spaziani, il Montale, il Tofanelli e altri, ma il Sereni pare vada in cerca della Titina. Fa qualcosa in mio favore e quest’altra volta ti farò più bello nel ritrattarti».
• L’Italia è il paese al mondo con il maggior numero di premi letterari. Secondo il catalogo curato da Giuliano Vigini, esperto del mercato del libro, nel 1999 erano 1.022, il 50 per cento in più rispetto a un’indagine di quattro anni prima. Nell’ultima edizione del ”Catalogo nazionale dei premi letterari” di Franco Tralli ne sono schedati 1.600.
• La maggior parte dei premi letterari italiani (esclusi i più noti come Strega, Campiello, Viareggio, Bagutta) è finanziata dalle quote d’iscrizione richieste ai partecipanti. Gli organizzatori dei premi minori si vendono uno con l’altro gli indirizzi, in media oltre un centinaio a premio. Franco Tralli: «Organizzare premi è diventata una professione lucrosa, da sfruttare in serie».
• «Nessuno ricorda chi vinse lo Strega due anni fa o il Campiello o il Viareggio. Ma in fondo è inutile prendersela. Perché? Ma perché nel mondo dell’editoria il dominio del consumo è diventato talmente vertiginoso e l’oceano produttivo tanto vasto che i premi fanno quello che possono» (Edoardo Sanguineti)
• «Il premio letterario, così come ancor oggi viene celebrato, appartiene a una società del passato, diciamo pre-televisiva» (Giulio Ferroni).
• L’università di San José (California) organizza ogni anno il Bulwer-Lytton fiction contest, concorso per scrittori dilettanti che premia gli incipit peggiori. Quest’anno ha vinto Sera Kirk, segretaria free-lance di Vancouver (Canada), che dichiara di saper «scrivere male alla stessa maniera in francese, tedesco e spagnolo». Ecco il suo testo: «In un trionfo di suoni, ottoni straordinariamente rumorosi gareggiavano boriosi l’uno contro l’altro, producendo ognuno una musica diversa, inseguendo ognuno un obiettivo differente, mentre i cancelli si aprivano per lasciar passare un torrente di manti fulvi, cagnolini che schiamazzavano e mordicchiavano le caviglie di Desdemona, costringendola a pensare una volta ancora (mentre il sangue riempiva le sue scarpe da tennis e lei combatteva tra la folla presa dal panico) che l’annuale corsa dei cavalli di Pomerania del Liechtenstein era un’idea stupida». Il concorso prende il nome dallo scrittore Edward George Bulwer-Lytton, autore del romanzo ”Paul Clifford”, che comincia con la frase ”Era una notte buia e tempestosa”
• Per finanziare il premio Bagutta, gli organizzatori vendevano libri rari, autografi, quadri e disegni. «Alle aste di Bagutta si facevano, fra un bicchiere di Chianti e l’altro, ottimi affari. Una sera un notissimo industriale del panettone acquistò una tempera di Amedeo Modigliani per 750 lire... Una sera furono messi all’asta i baci del transvolatore atlantico Arturo Ferrarin, pagati in media 25-30 lire l’uno. Una ragazza sconosciuta ne pagò uno cento lire, chiedendo di essere baciata solamente sulla fronte e subito dopo scomparve. Si seppe, più tardi, che era un’ospite, in libera uscita, di una casa chiusa» (Orio Vergani).
• Nel 1948, Cesare Pavese ricevette il Premio Salento per i "Dialoghi di Leucò" (pubblicati nel ’47 insiema al "Compagno"), con un assegno di duecentomila lire. Ad annunciarglielo il critico Antonio Baldini. La risposta di Pavese è dimessa: «... ora c’è il premio. Peccato che, per contratto, tutta la somma vada a Giulio Einaudi. Volevo stampare i "Dialoghi" (libro sicuramente invendibile) e l’ottenni soltanto rinunciando a ogni percentuale, a ogni profitto, perfino alle eventuali riduzioni a film del "Compagno". Resta la gloria. Ma chi crede più alla gloria dei premi letterari?».
• Sul retro del romanzo ”Cuore di pietra” (Einaudi, 1997) di Sebastiano Vassalli: «Per volontà dell’autore questo libro non concorre a premi letterari». L’autore: «Se qualcuno nel mondo decidesse di premiarmi con un bacio in fronte per l’intera mia attività letteraria ne sarei ben felice. Rifiuto invece che si organizzino corse fra libri come se si trattasse di cani o cavalli. No, sono proprio contrario, e lo sarei anche se credessi che questi premi sono puliti. Ma non è così».
• «Caro Parise, noi ci conosciamo poco e lei mi scuserà se la disturbo. Si tratta dello Strega. Mi manca un voto. Se lei mi dà il suo io ho lo Strega in tasca. ”D’accordo, ma a una condizione”. Mi dica. ”Io le do il voto e lei mi dà il culo”» (un finalista al premio Strega).
• Franco De Longis, commercialista genovese, autore del romanzo ”Il cerchio”, (pubblicato a sue spese), vantava di aver venduto in Italia e all’estero due milioni di copie del suo libro. Attraverso la pubblicità a pagamento sui giornali, faceva circolare la notizia della sua candidatura al premio Nobel: "Gli accademici di Stoccolma sono entusiasti". Quando stampa e tv cominciarono ad interessarsi seriamente a lui, De Longis si era già sparato un colpo alla tempia.
• «Scusi, come faccio a mandare le mie opere al Nobel?» (uno scrittore sconosciuto a Franco Tralli, autore del ”Catalogo nazionale dei premi letterari”).