Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 13 settembre 1999
«Il ”Merolone d’oro” è un premio alternativo assegnato da tre critici seri e un po’ zozzetti: Luciano Barisone, Bruno Fornara, Leonardo Gandini
• «Il ”Merolone d’oro” è un premio alternativo assegnato da tre critici seri e un po’ zozzetti: Luciano Barisone, Bruno Fornara, Leonardo Gandini. In primo luogo, i tre si sono felicitati con il direttore Barbera per aver ”aperto la mostra a tutte le pratiche sessuali, dalle più classiche alle più innovative, ardite e sofferte”. Detto questo, il Merolone 1999 (quarta edizione) viene attribuito allo ”splendido e istruttivo Bugie del coreano Jang Sun Woo, per l’esemplare correttezza nell’esplorazione dei buchi tradizionali e per l’apertura di nuovi orizzonti, al di là dei tre buchi, grazie all’uso di bastoni, frasche, rami e tubi di plastica, strumenti alla portata di ogni classe sociale, anche la più umile, in vista di una diffusa, democratica e gioiosa pratica sessuale senza frontiere e senza pietà». Slogan coniato per Venezia ’99: «Picchiate e vi sarà aperto».
• Il direttore della Mostra Barbera, ogni volta che si allontanava dal suo ufficio appendeva alla porta il cartello: «Porno subito».
• «Nel film Guardami di Davide Ferrario, presentato nella sezione Sogni e visioni, si vedono in primo piano organi genitali eretti o aperti, atti sessuali variati (irrumazioni, masturbazioni reciproche ecc.), una specie di coito consumato con un morente di cancro al fegato sul letto d’ospedale, complessi intrecci carnali, possessioni sadiche con la ragazza in catene ammutolita da una pallina-bavaglio e battute tipo «Per gli uomini contano solo le dimensioni dei loro ideali e del loro uccello».
• Il ministro della Giustizia Oliviero Diliberto ha apprezzato il film. Davide Ferrario: «Mi fa piacere. Ma mi sbalordisce un ministro comunista che non ha visto il mio documentario sulla Resistenza ma è corso subito a vedere quello sulle pornostar».
• Elisabetta Cavallotti è la protagonista principale di Guardami: «Se avessi avuto un fidanzato non avrei mai fatto il film. Non avrei potuto tornare da lui, dopo essere stata nuda tra corpi nudi di uomini e di donne, dopo aver preso in bocca piselli di estranei».
• La professione di Pornostar secondo la Cavallotti: «Star nuda per ore sul set, fare sesso mentre la cinepresa ti riprende, farsi toccare, toccare, accoppiarsi, usare la bocca, prendere, essere presa, aspettare che il partner sia pronto per l’accoppiamento, stare sotto corpi sudati».
• «Spogliarmi non mi ha dato fastidio, ma essere toccata sì. Trovarmi sotto un paio di corpi nudi, con un pelo che neanche sapevo di chi fosse sulla pancia, e un pene che spencolava sopra la testa, confesso che mi ha creato un qualche imbarazzo» (Elisabetta Cavallotti).
• Scene che l’hanno coinvolta e sconvolta di più? «Due. Quella dell’amore con Flavio, quando è in ospedale, vinto dal male. Quando Ferrario ha dato lo stop, non sono riuscita a fermarmi. Poi la scena sado-maso, quando ho dovuto recitare incatenata, con le gambe spalancate. Mi sono sentita umiliata, mi veniva da piangere» (Elisabetta Cavallotti).
• Le riprese alla manifestazione erotica Misex (PalaVobis di Milano) sono state fatte senza avvertire il pubblico che si trattava di un film: «Avevo cercato di provare lo spogliarello da sola, ma mi sentivo ridicola, non ci riuscii neanche davanti a Davide, andai sul palco impreparata, un po’ ubriaca, terrorizzata [...] Mi buttai, cominciai a togliermi i primi indumenti, davanti a tremila persone urlanti. Ma non avevo calcolato la brutalità di quel pubblico e del contatto. Ci fu subito qualcuno che mi allargò le natiche e infilò le mani dentro, mi faceva male. Penso che quello fu il momento peggiore del film, per un attimo pensai di mollare, cercai lo sguardo di Davide, con il quale ero d’accordo, non lo trovai. Allora scattò la rabbia, e cominciai a difendermi con violenza, graffiavo con le unghie infilandole nella carne, tiravo calci, pestavo mani con il tacco alto. Andai avanti con una specie di autoesaltazione, senza coscienza. Penso che l’autoesaltazione, un po’ naturale e un po’ imposta, pensando al mio potere davanti al desiderio maschile, mi abbia aiutatata a sopravvivere per tutto il film».
• Yorgo Voyatzis interpreta il padre della pornostar: «Fu una delusione. Mi piaceva molto a distanza, pensavo perfino che era un peccato non poter avere scene d’amore con lui, invece quando girammo l’incontro padre-figlia fu tutto poco intenso, mi aspettavo una commozione più profonda».
• «Ho scelto io il ragazzo con cui fare le scene: Alex Mantegna. L’ho scelto perché non era troppo dotato. Era simpatico, ma quando gli ho spiegato perché volevo lui, si è offeso» (Elisabetta Cavallotti).
• «Con gli articoli usciti sui giornali già prima di Venezia, l’altra sera a Roma mi è capitato di esser fermata per strada. A Trastevere, il proprietario di un pub mi ha chiamata e mi ha detto: perché non vieni dentro e ci fai un numero?» (Elisabetta Cavallotti).
• La Cavallotti non farà vedere il film alla figlia di otto anni: «Lo vedrà da grande, quando anche lei avrà una vita sessuale sua». Per proteggerla si è trasferita a Zanzibar: «Ho comprato una casa, ho iscritto mia figlia a scuola, e sto là, tra i profumi delle spezie: chiodi di garofano, zenzero, cardamomo. Lì parlano lo Swahili, e non arriveranno le polemiche di Guardami».