Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 5 giugno 2004
Star - "Una stella non si spiega, si accetta e basta; è qualcosa che si vede brillare, ma che non si può toccare" (Alain Delon)
• Star. "Una stella non si spiega, si accetta e basta; è qualcosa che si vede brillare, ma che non si può toccare" (Alain Delon).
• Seduzione. "Effetto prismatico della seduzione. [...] Essa consiste non nell’apparenza semplice, non nell’assenza pura, ma nell’eclissi di una presenza. La sua unica strategia consiste nell’esserci/ nel non esserci, assicurando così una sorta di lampeggiamento intermittente, di dispositivo ipnotico che cristallizza l’attenzione al di là di ogni effetto di senso. Qui l’assenza seduce la presenza" (Jean Baudrillard, Della seduzione, 1979).
• Piedistalli. Il dandy, un narciso "che si isola sul piedistallo inavvicinabile del proprio io" (Ellen Moers, Storia inimitabile del dandy).
• Bohémien. "E come vivo? Vivo. In povertà mia lieta scialo da gran signore rime ed inni d’amore. Per sogni, per chimere e per castelli in aria l’anima ho milionaria" (Rodolfo a Mimì, Quadro I, La Bohème, libretto di G. Giacosa e L. Illica, musicato da G. Puccini).
• Eleganza. "L’uomo ricco, ozioso, e che, anche apatico, non ha altra occupazione che quella di correre dietro alla buona ventura; l’uomo allevato nel lusso ed abituato fin dalla giovinezza all’obbedienza degli altri uomini, colui che infine non ha altra professione che l’eleganza, godrà sempre, in ogni tempo, di una fisionomia distinta, del tutto particolare" (Charles Baudelaire, Le peintre de la vie moderne, 1863).
• Regole. Anticonformista, il dandy obbedisce solo alla propria regola: "La dottrina dell’eleganza e dell’originalità richiede ai suoi proseliti una sottomissione incondizionata, perinde ac cadaver" (Charles Baudelaire, Le peintre de la vie moderne).
• Fauna. "Il dandy frequenta a bella posta tutta la fauna di seccatori che affliggono questa terra, romantici, pedanti, atleti, magistrati e così via, per dimostrare a tutti la propria superiorità" (Ellen Moers, Storia inimitabile del dandy, 1960).
• Parvenu. "I nobili di data recente sono come le scimmie, di cui posseggono l’abilità: si vedono in alto, se ne ammira la destrezza, ma una volta arrivate in vetta, non si vedono di loro che le parti vergognose" (Honoré de Balzac, Il giglio nella valle, 1839).
• Cicisbeismo. Definizione di Luigi Valmaggi (I cicisbei, 1927): "La nota moda, ma imperfettamente nota, per cui a una signora non era lecito comparire in pubblico se non accompagnata, allora si diceva ”servita”, da qualche uomo che non doveva essere suo marito". Talmente radicata in Italia, che nel XVIII secolo il nome del cavalier servente, o cicisbeo (talvolta un sacerdote), è perfino contemplato nei contratti di matrimonio. Anzi, allora per un marito era un disonore andare ad assistere a uno spettacolo alla Scala a braccetto della moglie, "perché ella non riesce a convincere il proprio amico a darle il braccio per attraversare l’atrio" (Sthendal, Roma, Napoli e Firenze, 1817).
• Cravatta. Oscar Wilde aveva appena lusingato un inviato al termine dell’intervista, "Sono certo che lei abbia davanti a sé un grande futuro letterario", che subito precisò: "Lei mi sembra così scadente come intervistatore. Sono certo che scriva versi. E senza dubbio mi piace il colore della sua cravatta. Arrivederci" (Oscar Wilde, Autobiografia di un dandy, 2000).
• Azione. Modello maschile nella cultura ispanica: "Un vero uomo deve essere aggressivo nel corteggiamento e deve dimostrarsi un uomo d’azione privo di esitazione in ogni situazione" (David Gilmore, La genesi del maschile, 1990).
• Temperamenti. "Ho avuto tutti e quattro i temperamenti: il flemmatico nella mia infanzia, il sanguigno nella mia giovinezza, poi il bilioso, e infine il melanconico, che, a quel che pare, non mi abbandonerà più" (Giacomo Casanova, Storia della mia vita).
• Invidia. "Non ho mai provato invidia per un playboy, anche il più fortunato. Per Giacomo Casanova, sì. Invidia non per le tante conquiste femminili, ma per l’inebriante possibilità di disporre del proprio tempo. Non si può negare che il corteggiamento con svolgimento positivo, richiede ore e giorni. Un impegno inderogabile, una colazione di lavoro, il districarsi nel traffico, non aiutano nello specifico" (Maurizio Costanzo).
• Gigolò. Dal francese gigolo, letteralmente ”cavaliere”, all’inizio del XX secolo è un ballerino che si presta a far danzare le signore frequentatrici dei club, in cambio di una remunerazione in denaro.
• Gigolò/2. Guadagno di un gigolò italiano secondo un’inchiesta svolta nel 1997: dai dieci ai quindici milioni di lire al mese, più i regali (Antonio Veneziani e Riccardo Reim, I mignotti, 1997).