Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 25 giugno 2001
Lo scorso sabato 23 giugno è iniziato il viaggio del Papa in Ucraina
• Lo scorso sabato 23 giugno è iniziato il viaggio del Papa in Ucraina. Il Pontefice vi resterà fino a mercoledì 27. Questa missione di Karol Wojtyla è particolarmente delicata per la situazione religiosa del Paese. Il Papa è arrivato in Ucraina su invito del presidente Leonid Kuchma, duramente contestato per la repressione delle opposizioni e le accuse di corruzione.
Martiri. Karol Wojtyla è il terzo Papa a recarsi in Ucraina, il primo però a farlo di propria volontà. Prima di lui, San Clemente I e San Martino vi furono esiliati e martirizzati tra il I e il VI secolo.
• Contestazioni.Sui cartelli: «22 giugno 1941, incomincia in Ucraina l’espansionismo fascista. 22 giugno 2001, incomincia lo schiavismo cattolico». «Rimskji Papa ne priemni» (Papa romano persona non grata). Taras Shevcenko, poeta nazionale ucraino: «Eravamo uniti e vivevamo la nostra vita nell’allegria; poi sono arrivati i cattolici e hanno messo a ferro e fuoco il nostro piccolo, placido Paradiso» .
• Sicurezza.«Abbiamo fatto confezionare tre pani identici (nei Paesi slavi si usa offrire pane e sale in segno di benvenuto ndr) - dice Mihailo Gladiy, sindaco di Kiev -, e per quanto nella cottura siano stati scelti tutti gli ingredienti migliori, per maggiore sicurezza ne abbiamo fatto sottoporre uno ai più accurati controlli sanitari e di qualità in laboratorio». Altre precauzioni: vietati gli ombrelli, potrebbero essere scambiati per fucili. Problema: in questa stagione, in Ucraina, sono frequenti gli acquazzoni. Le autorità concederanno a chi seguirà il viaggio del pontefice (almeno 1 milione e 500 mila persone lungo le strade) di indossare impermeabili, ma solo di plastica trasparente .
• Attentato.Il 14 giugno scorso, a Leopoli, i reparti speciali della polizia ucraina hanno simulato un attentato al Papa. Un agente, che impersonava il pontefice, è stato colpito con un falso proiettile sparato da un agente nel ruolo di cecchino. La simulazione è avvenuta nei pressi di un seminario alla periferia della città .
• Proselitismo.Gli ortodossi ucraini temono che la missione del Papa si trasformi in un’opera di proselitismo a favore della chiesa degli Uniati. L’Ucraina è l’unico tra i Paesi visitati dal Papa ad avere tre comunità ortodosse in lotta tra loro .
• Espansionismo. «L’uniatismo viene avvertito dagli ortodossi come una illecita e coperta infiltrazione espansionistica della Chiesa romano-cattolica nello spazio dei popoli ortodossi. Non conosciamo fatti che convincano del contrario».
• Gli UniatiI greco-cattolici, cattolici di rito ortodosso, sono nati nel 1595-96, quando una buona parte del patriarcato di Kiev firmò, a Brest, la ”unione” con Roma, riconoscendo l’autorità papale e mantenendo il proprio rito orientale. I greco-cattolici sostengono di non essersi in realtà mai separati da Roma, e dunque che l’atto del 1596 fu solo la esplicitazione di una realtà di fatto. Per Mosca, invece, quello degli uniati fu un vero ”tradimento ecclesiale”. Governanti e uomini politici polacchi e lituani si impegnarono comunque a favore della ”unione”, gli zar contro .
• Catacombe.Leopoli, allora città polacca, nel 1939 fu annessa all’Ucraina, e quindi all’Urss. Nel 1946 Stalin dichiarò fuorilegge gli uniati, incamerò i loro beni e, in parte, li passò agli ortodossi. I greco-cattolici furono costretti a vivere nelle catacombe. Sono ritornati ”legali” nell’89, e da allora è iniziato un aspro contrasto con gli ortodossi per il possesso degli edifici ecclesiastici che fino al ’46 appartenevano ai cattolici. Finora le parti non hanno trovato un’intesa, e se ne addossano reciprocamente la responsabilità. La ”questione uniate” è una delle ragioni principali per cui il patriarcato di Mosca respinge l’ipotesi di un viaggio del papa in Russia .
• Perestrojka. «Nel 1989, approfittando della perestrojka gorbacioviana, i greco-cattolici cominciano a rivendicare la piena libertà religiosa e, dunque, la loro legalizzazione. Da allora al ’91 (proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina, collasso dell’Urss), mentre la Chiesa greco-cattolica si ristruttura pienamente, la Chiesa ucraina, legata al patriarcato di Mosca, si spezza in tre: Chiesa ortodossa ucraina, legata alla Chiesa russa (oggi guidata dal metropolita di Kiev, Volodymyr), maggioritaria; Chiesa autocefala ucraina, ora guidata dall’arcivescovo Metodio; patriarcato di Kiev, guidato dal metropolita Filarete. Mosca considera scismatiche queste ultime due chiese, che non sono riconosciute come canoniche nemmeno da nessun’altra Chiesa ortodossa del mondo. Divisi tra loro, gli ortodossi ucraini unanimemente si oppongono però agli uniati» .
• Anatemi. Vladimir (Volodimir Sabodan), metropolita di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina (legata a Mosca) al Papa, a proposito del viaggio in Ucraina: «Se nel corso della Vostra visita, Vostra Santità avrà un incontro con uno qualunque dei leader scismatici, e in particolare con lo pseudopatriarca Filaret (Mikhail Denisenko, capo del cosiddetto Patriarcato di Kiev, ndr), oggetto di anatema dalla nostra Chiesa, allora vorrà dire che la Chiesa romano-cattolica ignora i princìpi delle relazioni canoniche tra le Chiese e si immischia pesantemente nei nostri affari interni, sostenendo gli scismatici con la propria autorità. Ciò può portare alle peggiori conseguenze nelle relazioni tra Chiesa romano-cattolica ed ortodossi [...] e la cessazione di tutte le relazioni tra le nostre Chiese, ponendo così termine alla (nuova) epoca nelle relazioni cattolico-ortodosse avviata con il Concilio Vaticano II» .
• Leopoli. «Sebbene collocata dalla geografia nel pieno centro d’Europa, già i troppi nomi di Leopoli rivelano il suo destino di città attraversata da un’insidiosa frontiera: lungo le sue strade di pietra si alternano i palazzi di Lemberg l’asburgica, le cattedrali polacche di Lwow, i casermoni sovietici di Lvov, i monumenti al nazionalismo ucraino di Lviv. E poi ancora l’ultima chiesa degli armeni, le birrerie dei tedeschi, le tracce incenerite di una comunità ebraica cheraggruppava un terzo dei suoi abitanti». «In questa città - e nella sua regione, la Galizia - è concentrata la maggior parte dei greco-cattolici dell’Ucraina (5 milioni, secondo loro stime, contestate però dagli ortodossi), mentre in tutto il Paese i latini sono circa un milione» .
• Taglione. «[...] uscita dalla clandestinità, la chiesa uniate ha applicato la legge del taglione verso gli ortodossi che avevano beneficiato della loro soppressione: dimenticandosi di aver patito insieme le persecuzioni dell’ateismo sovietico, ignorando i martiri comuni nei gulag, i greco-cattolici ucraini hanno voluto riappropriarsi, sovente con la violenza, delle oltre mille chiese che possedevano prima del 1946, estromettendo gli ortodossi che hanno così visto scomparire ben tre diocesi in Ucraina occidentale» .
• Sui iuris. Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Leopoli degli ucraini: «La Chiesa greco-cattolica ucraina è una Chiesa sui iuris nata nel 988 con il battesimo di Volodymyr (Vladimir, principe di Kiev), quando la Chiesa (universale) era ancora una ed indivisa. Appartenendo alla famiglia bizantina, dopo la rottura del 1054 (con le reciproche scomuniche di Roma e Bisanzio) è rimasta nella sfera di influenza di Costantinopoli anche se non esistono atti formali di separazione dalla comunione con la sede di Pietro. Questa Chiesa intende essere nello stesso tempo cattolica e ortodossa, perché questi concetti non si contraddicono, ma si completano nell’universalità della Chiesa Cattolica. Infatti la Chiesa non sarebbe completamente cattolica, cioè universale, se accettasse la riduzione al solo rito latino» .
• Primato. «Noi ortodossi non riconosciamo alcun ”primato di potere”, ma soltanto un primato di onore ”inter pares”, al quale attribuiamo anche alcune competenze principalmente di carattere procedurale. Non è possibile che questo primato di ”servizio” sia riconosciuto al Papa, se non viene prima l’unità delle Chiese nella fede della Chiesa indivisa. Quindi il primato, così come è stato formulato in Occidente, costituisce uno dei punti di disaccordo, ma questo non vuol dire che se sarà riscontrata una percezione comunemente condivisa riguardo ad esso, ne conseguirà l’unione delle Chiese. [...] Uno dei punti che ci dividono è anche la questione dell’uniatismo, che [...] è valutata meno importante di quella del primato. [...] Se la Chiesa romano-cattolica vuole la sua unione con quella ortodossa, deve porsi la domanda su quale sia alla fine la necessità dell’uniatismo, e darsi una risposta. lecito che tra due Chiese che condividono la stessa fede una mantenga un proprio gregge separato all’interno dei confini territoriali dell’altra? Sicuramente no. Di conseguenza l’uniatismo denota una attitudine alla ”subordinazione” della Chiesa ortodossa, con la sottrazione del suo gregge, piuttosto che una attitudine di ”unione” di Chiese uguali. Allora, è naturale che la Chiesa ortodossa reagisca a questo ”assorbimento” del suo popolo, osservando come tutto ciò ha la stessa radice del ”primato”, ossia la radice del ”potere”, che ha sostituito il principio evangelico della ”diaconia”» .
• Sorelle. «In effetti, in senso proprio, Chiese sorelle sono esclusivamente le Chiese particolari (o raggruppamenti di Chiese particolari; per esempio i patriarcati o province metropolitane) tra di loro. Deve essere sempre chiaro, quando l’espressione Chiese sorelle viene usata in questo senso proprio, che l’una, santa, cattolica e apostolica Chiesa universale non è sorella ma madre di tutte le Chiese particolari» .