Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 16 maggio 2004
tende, famiglie, schiatte Nel VII secolo dopo Cristo, l’Arabia centrale era abitata da tribù nomadi
• tende, famiglie, schiatte
Nel VII secolo dopo Cristo, l’Arabia centrale era abitata da tribù nomadi. Ogni tenda rappresentava una famiglia, ogni accampamento una schiatta; un insieme di schiatte affini costituiva una tribù. Lo ”shaykh” (che significa ”vecchio”) era l’individuo più anziano o più saggio. Tra gli individui della stessa tribù c’era grande solidarietà, ma se qualcuno compiva un reato gravissimo veniva cacciato via e condannato a vagare nel deserto.
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raccoglitori d’incenso
Nell’Arabia preislamica esistevano insediamenti di agricoltori, che resero fertili le terre del sud costruendo numerose dighe. Tra le coltivazioni: sesamo, carruba, miglio, riso, limoni, meloni, albicocche, aloe, zenzero, datteri. Una delle più importanti colture era rappresentata dall’incenso: la raccolta avveniva due volte l’anno, potevano parteciparvi soltanto i membri di alcune famiglie (che si trasmettevano il privilegio per via ereditaria). Queste persone, giudicate sacre, durante la raccolta dovevano astenersi dai rapporti sessuali e non potevano partecipare ai funerali.
• ghirlande per gli animali
Prima della nascita di Maometto, le tribù dell’Arabia centrale compivano ogni anno due viaggi propiziatori alla Mecca. Durante il periodo dei pellegrinaggi vigeva una tregua santa tra le tribù e gli animali sacrificali inviati alla Mecca erano adornati con ghirlande: così li si rendeva riconoscibili e nessuno avrebbe osato razziarli lungo il viaggio.
• la città della mecca
Per la sua posizione strategica, al centro delle maggiori vie di commercio, la Mecca era la città più importante dell’Arabia centrale, nonostante il clima sgradevole (gli anziani dicevano che, oltre il commercio, non c’era altro motivo per trovarsi lì). Il quartiere nobile, al centro, era abitato dal clan dei Quraisciti (’quraysh” è lo squalo, animale totem della tribù). Costoro erano dediti al commercio, alla diplomazia e ai prestiti di denaro. Intorno, sobborghi fatti di tende, caverne e tuguri in cui vivevano i poveri e gli stranieri.
• caaba
Secondo la tradizione, la Caaba della città della Mecca fu costruita da Abramo e da suo figlio Ismaele, capostipite degli arabi. La Caaba è un cubo largo 10 metri, lungo 12 e alto 15. Sulla parete esterna che guarda a sud-est si trova la ”pietra nera” (ritenuta da alcuni un meteorite) grande come un pugno, ormai scavato dai baci dei fedeli. Prima di Maometto, all’interno della Caaba erano sistemati numerosi idoli.
• ginn e gul
Gli arabi preislamici sacrificavano animali, soprattutto cammelli, alle divinità. Tra gli esseri soprannaturali in cui credevano c’erano i ginn, spiritelli creati dal fuoco che abitavano i deserti e i luoghi solitari. Altro essere leggendario era il gul, una specie di orco femmina che si diceva vagasse nel deserto. A quei tempi, i fenomeni pericolosi e malefici erano rappresentati da divinità femminili. Fra queste, Suwa, simbolo dell’eiaculazione improvvisa. Luoghi di culto erano gli alberi o le fonti. Esistevano anche altarini portatili che venivano condotti perfino in battaglia, montati sul dorso dei cammelli e circondati dalle donne.
• carestie
Prima di Maometto, un capofamiglia nomade poteva ordinare alle mogli di seppellire vive le figlie più giovani in caso di carestia.
• matrimonio e divorzio
Tra le tribù beduine dell’Arabia erano ammessi matrimoni temporanei, poligamia, scambio momentaneo delle mogli. Era ammesso il divorzio che poteva essere deciso anche dalla donna: bastava che si mostrasse, in pubblico, nuda davanti al marito, o che cambiasse l’orientamento della tenda.
• ornarsi col velo
Gli arabi assimilarono l’uso di far indossare il velo alle donne dai cristiani dell’impero bizantino, che lo imponevano alle loro mogli come ornamento. Tra gli arabi, in principio, il velo distingueva le donne libere dalle schiave che erano sempre indaffarate e perciò andavano in giro senza.
• versi in lettere d’oro
Per gli Arabi pagani avevano grande importanza i poeti (sha’ir). Ogni anno si tenevano raduni in cui si recitavano poesie: la più bella veniva scritta a lettere d’oro su drappi di stoffa e poi appesa alle pareti della Caaba.
• capitoli e versetti
Il Corano (alQuran, che significa ”recitazione, lettura ad alta voce”) nacque come testo orale e fu messo per iscritto per volere del califfo Othman solo vent’anni dopo la morte di Maometto. Nello stesso periodo iniziò la raccolta degli ”hadith”, i pensieri e la vita del Profeta raccontati da testimoni oculari. Il Corano è composto di 114 sure (capitoli), 6.616 ayat (versetti), 77.934 parole, 323.671 lettere.
• una pioggia di sassi
Si racconta che il 1 settembre del 570, giorno in cui secondo l’agiografia musulmana sarebbe nato Muhammad, il cristiano Abraha alAshram stava muovendo con il suo esercito contro la Mecca, montando un elefante. Giunto alla città, l’elefante s’inginocchiò e centinaia di uccelli si levarono in volo per uccidere i soldati, che perirono sotto la pioggia di sassi lasciata cadere dai volatili sulle loro teste.
l’infanzia di maometto
Il padre di Maometto morì durante un viaggio a Medina, due mesi prima che il bambino nascesse. La madre Amina lo affidò alla balia Halima, con cui restò per 5 anni nelle zone desertiche vicine alla Mecca. A sei anni Maometto tornò in città, dove, dopo la morte del nonno, fu affidato allo zio che aveva una carovana per portare merci. Maometto diventò carovaniere. Aveva circa quarant’anni quando ebbe la visione che diede inizio alla predicazione.
• le visioni del profeta
Alcune testimonianze sulle visioni di Maometto: «Quando una rivelazione scendeva sul Profeta, egli sudava anche nel giorno più freddo». «Il Profeta pesava allora così tanto che se si trovava sulla sua cammella, questa si accosciava». «Un giorno mi trovavo accanto a lui, e la stanza era talmente piena di gente che la sua coscia toccava la mia. D’improvviso lo stato di rivelazione lo colse, e io sentii il suo peso tremendo spezzarmi il femore».
• Nozze
Il donativo nuziale di Maometto alla sua prima moglie, Khadija bint Khuwaylid, sposata nel 595, fu di venti giovani cammelli. Secondo la tradizione, fu lei a proporgli il matrimonio. Maometto aveva allora 25 anni, lei, di 15 anni più vecchia, era già stata sposata due volte.
• Caysha dai capelli rossi
Secondo la tradizione, Maometto, a un anno dalla morte di Khadija, chiese consiglio a un’anziana zia sulla donna da prendere in moglie. Costei gli rispose: «Caysha, se vuoi una vergine, oppure Sawda, se preferisci una non vergine». La prima aveva nove anni, la seconda, vedova e poco attraente, trenta. Maometto le sposò entrambe, ma più di tutte amò Caysha (secondo alcune versioni Aisha), che vezzeggiava col nomignolo di ”humayra”, ”la piccola dai capelli rossi”. Lei, altrettanto innamorata, faceva di tutto per stargli vicino.Vedova all’età di vent’anni, non si risposò mai.
• le ultime parole
Maometto morì nelle prime ore del pomeriggio dell’8 giugno 632. Secondo alcuni in quell’occasione sussurrò alla figlia Fatima: «Per me l’afflizione è finita. Dio, sì: con il Compagno sublime». Secondo altri, invece, morì tra le braccia della moglie Aisha, dicendole: «Ho in tasca sette monete. Mi vergogno di presentarmi a Dio con dei soldi in tasca. Ti prego, prendile e dalle ai poveri».