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 2001  luglio 16 Lunedì calendario

«Polo blu, maglioncino annodato sulle spalle, calzoni in tinta, scarpe da relax, Silvio Berlusconi è accolto dal presidente dell’autorità portuale, Gallanti, dal segretario generale, Capocaccia, e dal direttore tecnico Pieracci

• «Polo blu, maglioncino annodato sulle spalle, calzoni in tinta, scarpe da relax, Silvio Berlusconi è accolto dal presidente dell’autorità portuale, Gallanti, dal segretario generale, Capocaccia, e dal direttore tecnico Pieracci... Appena entrato nello storico Scalo, il premier ha un’impercettibile alzata di sopracciglio: ”Vedo che, laggiù, c’è ancora quella brutta porta in metallo: avevo detto di cambiarla...”. Risposta pronta dell’ingegner Pieracci: ”L’abbiamo ordinata in legno, arriverà domani”. Altra breve sosta, altra alzata di sopracciglio: ”Eh, no. Guardate l’insegna di quel tabaccaio: è brutta. Fatela coprire. Magari usando una parete di cartongesso”... Loda i ”magnifici pavimenti in graniglia”, ammira le tele e i quadri... L’accompagnano in quello che sarà il suo ufficio fronte mare: c’è un grande terrazzo, lui chiede che vengano messe tende ”per rendere meno forte il riverbero”... La visita continua senza trascurare proprio nulla. ”Buona la climatizzazione. Quanti gradi?”. ”Ventitré, presidente”. ”Perfetto”» (Renato Rizzo).
• La sezione Turismo e tempo libero di Assindustria Genova ha realizzato un galateo a uso dei partecipanti al G8 (titolo: ”Please, don’t gaff”). All’interno consigli da seguire se si vuole evitare d’indispettire il proprio interlocutore. Esempi: «A tavola con un tedesco eviteremo di tagliare le patate con il coltello e saremo sempre puntuali, e al desco giapponese guadagneremo l’approvazione se mangeremo portando il piatto vicino alla bocca ed esprimeremo il nostro gradimento masticando rumorosamente. Con i raffinati britannici, mai intingere cornetti e biscotti nel tè, o il pane nell’uovo alla coque, e nelle pause tra una portata e l’altra, tenere rigorosamente le mani sotto il tavolo. Con gli americani, niente bis di pane: il bon ton statunitense prevede una sola fetta per ciascun commensale, da sbocconcellare appena». I canadesi non amano i calzini bianchi (poco eleganti ed effeminati) e non bevono alcol di notte, di domenica e durante le vacanze, le signore francesi pensano che garofani e ortensie portino sfortuna; sempre i francesi si scambiano i tradizionali tre baci di saluto porgendo prima la guancia sinistra e poi la destra, gli americani, invece, si danno un solo bacio, sulla guancia destra.
• Silvio Berlusconi regalerà ai Capi di Stato uno scrittoio da viaggio e un libro. Il primo, griffato Pineider, premiata maison di maestri incisori fondata a Firenze nel 1774, è in legno, rivestito in vitello nero con sottomano estraibile e corredato da un set di pennini e carta filigranata con inciso il nome del premier (costo: 3 milioni e 300 mila lire); il secondo è un’edizione speciale, in italiano, del libro che il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha dedicato al judo (il titolo originale, ”Judo: storia, teoria e pratica” è diventato ”Il judo è la vita”).
• «Guardiamoci dai calcolatori guardinghi fino allo spasimo e da quanti prima di muoversi sono ossessionati dal dubbio, perennemente incerti se mettersi in cammino. Cerchiamo di non finire annoverati fra coloro che sono irresoluti fino alla paranoia prima di prendere una decisione» (Edoardo Patriarca, presidente dell’Agesci, a Genova con i catto-contestatori del G8).
• «Siamo i contadini della Jacquerie, i ciompi di Firenze, gli hussiti, i trentaquattromila che risposero all’appello di Hans il pifferaio... Siamo il Povero Konrad, contadini di Svevia che si ribellarono alle tasse su vino, carne e pane. Nell’anno del Signore 1514. Siamo i servi, i lavoranti, i minatori, gli evasi e i disertori che si unirono ai cosacchi di Pugaciov, per rovesciare gli autocrati in Russia e abolire il servaggio... Si dicono nuovi, si battezzano con sigle esoteriche: G8, Fmi, Wto... Ma non ci ingannano. Contro di loro, ancora una volta ci solleviamo» (da ”Dalle moltitudini d’Europa in marcia contro l’Impero e verso Genova”, manifesto del movimento antiglobalizzazione firmato da Wu Ming, ”senza nome”, nuovo pseudonimo del gruppo bolognese Luther Blissett).
• «Nei giorni del vertice il presidente Usa alloggerà in un albergo costruito di recente su un molo del Porto Antico, il Jolly Marina, quattro stelle, circondato su tre lati dall’acqua. Tutt’intorno, saranno fatti sloggiare gli yacht dei privati e al loro posto giorno e notte ci saranno uomini-rana. Il porto sarà chiuso all’imboccatura e, il più vicino possibile, attraccherà la portaerei americana Enterprise... Oppure verrà un’altra nave da guerra, se la Enterprise non dovesse riuscire ad accedere ai moli vicino all’albergo. Da questa unità navale arriverà, per mezzo di tubi e cavi, tutto quello che serve alla vita del capo di stato Usa: dall’acqua purificata alle linee telefoniche dedicate, dai pasti cucinati a bordo alla corrente elettrica ”alternativa”» (Massimo Martinelli).
• «Sappiamo che cosa dobbiamo fare perché si parli di noi. Quando un giornalista del ”Giornale” mi telefona e mi chiede, implicitamente, di dargli qualcosa da prima pagina, io rispondo: ”A Genova dichiariamo guerra ai grandi del mondo”. E quelli lo mettono in prima pagina. Oppure tiriamo fuori la storia degli ”uomini topo”, che sono già al lavoro, sempre a Genova, a scavare nei sotterranei. E loro abboccano» (Luca Casarini, 34 anni, leader delle tute bianche).
• «Vogliamo dire che siamo arrivati a un nuovo Medioevo, in cui da una parte c’è il massimo della potenza tecnologica e dall’altra i bambini di sei anni che cuciono scarpe per la Nike nel Terzo mondo» (Luca Casarini, 34 anni, leader delle tute bianche).
• «Il mio augurio è che la sinistra torni a infilarsi nei piedi le Clarks» (Fausto Bertinotti).
• «Non so se avrò la possibilità fisica di essere in mezzo alla battaglia» (il cantante Manu Chao, uno dei portabandiera del movimento antiglobalizzazione, a proposito della sua partecipazione al G8).
• «Ma chi sono questi otto Grandi che verranno a Genova? Non c’è la Cina, non c’è l’India. Ma più grandi di loro chi c’è? Invece c’è l’Italia che è piccola. I veri Grandi restano a casa... Io a Genova farò l’ispettore: controllerò quello che mangiano. Nel menù c’è anche il pesto globalizzato, quello fatto con l’aglio che viene dal Perù e il basilico che arriva dal Vietnam, le trenette le fanno chissà dove. Poi ascolteranno Verdi che è emiliano e Paolo Conte che è di Asti, e visiteranno la casa di Colombo, che è finta» (Beppe Grillo).
• Nei giorni del G8, «non si potrà ospitare in casa nessuno, non si potrà circolare con il volto travisato da caschi o passamontagna, indossare una tuta bianca o nera sarà interpretato come una provocazione» (Massimo Martinelli).
• Durante il G8 nella zona rossa saranno oscurati i ripetitori dei telefonini, per evitare che qualcuno utilizzi l’impulso di un cellulare per attivare a distanza un ordigno esplosivo. Saldati al terreno i tombini delle condotte d’acqua, per impedire eventuali arrivi dalle fogne.
• Il vecchio pontile Hennebique di Genova durante il summit verrà nascosto da una fasciatura di teli rossi e neri «come in una gigantesca scenografia teatrale» (Renato Rizzo).
• A Genova ci saranno quattro unità speciali pronte a intervenire in caso di attacco terroristico: "poche centinaia di uomini", secondo una fonte militare, che da tempo studiano le possibili emergenze e si addestrano per fronteggiarle.
• I pacifisti hanno intenzione di sfilare il 20 luglio, giorno dell’apertura del G8, restando ai margini della zona rossa e organizzando sit-in e altre forme di resistenza passiva non violenta. «Con tutta probabilità non arriveranno mai a uno scontro fisico con la polizia, ma è probabile che vengano sollevati e trascinati via».