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 2004  maggio 12 Mercoledì calendario

Debolezze - "[Carnera] aveva due punti deboli: era sempre affamato e soffriva il solletico" (Ferrante Patrizio, coetaneo di Carnera, barbiere di Sequals, in un’intervista a ”Oggi”, 1967)

• Debolezze. "[Carnera] aveva due punti deboli: era sempre affamato e soffriva il solletico" (Ferrante Patrizio, coetaneo di Carnera, barbiere di Sequals, in un’intervista a ”Oggi”, 1967).
• Mitezza. "Carnera ha la forza di Milone da Crotone, di cui forse è una riviviscenza nordica... Egli diviene potente soltanto quando si infuria. Allora, per non si sa quale mistero chimico, i suoi muscoli deflagrano. E infelice colui che ne subisce i colpi. Ma per infuriare Carnera non bastano le offese. Quelle, anzi, lo deprimono fino al pianto. un Margutte senza tracotanza. Forse Dio l’ha fatto mite per consolare noi tutti di essere troppo piccini al paragone" (Gianni Brera).
• Avvertimenti. "Quando mi allenavo per il mio primo match con Stribling a Londra un noto sportman inglese mi disse che se avessi colpito con tutta la mia forza l’americano, lo avrei rovinato per il resto della sua vita. Egli mi avvertì che era possibile che io potessi uccidere un uomo con un pugno. Non so se quel signore scherzava oppure no: il fatto è che da quel giorno sono impaurito. A ogni mio kappaò non mi sento bene fino a quando il rivale si è ripreso e mi ha assicurato che tutto va bene" (Primo Carnera).
• Paura. "Io non ho mai colpito un avversario con tutta la mia forza. Nemmeno il destro con il quale nel giugno scorso liquidai Pat Redmond, che nel cadere fece quasi una capriola, aveva tutta la dinamite possibile. La ragione? Semplicissima: ho paura della mia forza. Sono sempre salito sul ring con il timore di rendere inabile o uccidere il mio avversario" (Primo Carnera).
• Principi. In occasione di un incontro con Franz Diener a Londra nel 1929, invitato a cena dal principe di Galles, futuro re Edoardo VIII, in un club esclusivo, sorprese le commensali per le sue unghie curatissime. Carnera, richiesto se si era emozionato a cenare con un principe: "Ma se è appena un peso welter!".
• Maestra. "Per quasi tutti gli sposi del mondo i primi anni sono i più felici. Per me furono i più brutti, anzi gli anni più brutti della mia vita. Tra me e Primo la crisi cominciò subito, qualche settimana dopo le nozze. C’era un abisso tra la mia mentalità e la sua, tra l’educazione che avevo ricevuto io e quella di mio marito" (Pina Kovacic). Abbandonato il tetto coniugale dopo la nascita del primo figlio, vi fece subito ritorno, e sorprese il marito con un fucile in mano, impugnato per suicidarsi: "Quello fu il più brutto giorno della mia vita. Da allora non pensai più a me stessa, ma mi dedicai a educare e a formare Primo. Divenni la sua maestra. Gli insegnai ad amare i libri, a parlare bene, a interessarsi a problemi importanti".
• 29 giugno. Carnera morì nel 1967, il 29 giorno, lo stesso giorno in ci aveva conquistato il titolo mondiale, di cirrosi epatica, forse per i pugni fatali subiti al fegato. Mentre si dirigeva al suo funerale morì in un incidente stradale il nipote Salvatore, figlio di una sorella di Pina Kovacic.
• Primo. Nato il 26 ottobre 1906 a Sequals, quaranta chilometri da Udine, primogenito di Sante Carnera e Giovanna Mazziol, a diciotto anni emigrò in cerca di fortuna in Francia, impressionato da un articolo di giornale sul conterraneo Bottecchia, che da povero muratore era diventato ricco in Francia correndo in bicicletta: "Non potevo certo imitarlo: con la mia statura e il mio peso avrei sconquassato la bicicletta dopo pochi chilometri" (da un’autobiografia pubblicata nel 1960 dalla ”Settimana Incom”).
• Misure. Risultati dell’esame antropometrico cui si sottopose nella clinica neuropsichiatrica a Roma nel 1933: altezza 205 centimetri, peso 118 chilogrammi; circonferenza inspirazione torace 128 centimetri; circonferenza espirazione torace 116 centimetri; capacità toracica 9 litri; circonferenza braccio sul ventre del bicipite a riposo 37 centimetri il destro, 37,5 il sinistro; flessione, 41,5 il destro, 41 il sinistro; estensione 36,5 il destro, 36 il sinistro; lunghezza della mano dalla linea interna interarticolare del polso all’estremità del dito medio, 22 centimetri; circonferenza cefalica massima 62,5 centimetri; altezza della fronte dall’attaccatura dei capelli alla glabella, 7 centimetri; altezza della faccia dalla glabella al mento, 14,5 centimetri; diametro bizigomatico, 15 centimetri. Il professor Ederle, che firmò l’esame: "Carnera ha una costituzione fisica da atleta perfetto, da gladiatore romano".
• Arcachon. Si esibiva da tre anni in Francia in spettacoli di lotta greco-romana in un circo itinerante, quando fu fermato alla stazione balneare di Arcachon da Paul Journée, ex campione francese dei pesi massimi, che lo presentò al manager Léon See. Messo alla prova per un mese, con la raccomandazione di mangiare una bistecca da un chilo al giorno e di comprarsi subito un paio di scarpe decenti (numero 52), fu affidato all’allenatore in capo Eudeline, che in futuro sarebbe dovuto montare su uno sgabellino sul ring per potergli sfilare l’accappatoio. Indicazioni specifiche di See: "Cerca di sfruttare il suo allungo sinistro perché impari a tenere distante l’avversario, e fai che si protegga bene il mento con la mano destra. La sua mascella è troppo lunga: se lo centrano lì va giù disteso come un fantoccio".
• Sottobanco. Deciso a far diventare Carnera campione del mondo, a sua insaputa See pagò sottobanco i primi avversari per non bruciarlo nei match di selezione. Carnera lo scoprì nel 1956, andando a vedere con i due figli, di sedici e quattordici anni, il film Il Colosso d’argilla, con Humphrey Bogart, ispirato alla sua carriera.
• Riformato. Cittadino francese per aver firmato senza capirne il significato una domanda di cittadinanza predisposta dal suo primo datore di lavoro francese, nel 1931 Carnera fu chiamato alle armi in Francia, ma riformato per piedi piatti, varici e "altri difetti di costituzione".
• Campione. Primo pugile italiano campione del mondo, Carnera conquistò il titolo il 29 giugno 1933 a New York mettendo kappaò Sharkey, nato negli States, di origini lituane, di quattro anni più grande, e circa trenta chili di meno. Il primo telegramma per annunciare la vittoria Carnera lo inviò alla madre, il secondo a Mussolini, esprimendogli sentimenti di illimitata devozione. Subito dopo la conquista del titolo mondiale Carnera si esibì in alcuni locali con cachet altissimi (tra i suoi numeri disputare riprese di boxe con un canguro ammaestrato).
• Roma. Per l’incontro tra Primo Carnera, campione del mondo dei pesi massimi, e Paulino Uzcudum, basco, ex taglialegna, disputato il 22 ottobre 1933 a Roma, in piazza di Siena, nell’anfiteatro dei concorsi equestri, capacità settantamila persone, furono aboliti i biglietti omaggio. Lo stesso Mussolini fece sapere di aver acquistato quattro biglietti, per sé e i figli Vittorio, Bruno e Romano. In quell’occasione Carnera, che aveva appena rinunciato alla cittadinanza francese, lottò gratis e salì sul ring con una camicia nera. Vinse ai punti.
• Sconfitte. Carnera perse il titolo mondiale un anno dopo averlo vinto, a Long Island, battuto da Max Baer (disputò l’incontro senza il suo manager Bill Duffy, in prigione per il mancato pagamento di tasse). Nel 1935, la seconda grande sconfitta, nell’incontro con il nero americano Joe Louis, per kappaò tecnico (in Italia Mussolini vietò la pubblicazione delle foto con il pugile italiano a terra). "Le sconfitte subite con Max Baer e Joe Louis mi hanno reso uomo. Prima ero un ragazzo" (Carnera).
• Incontri. A trentadue anni, dopo l’asportazione di un rene, Carnera dichiarò di abbandonare il pugilato, e iniziò una tournée teatrale di otto mesi in un spettacolo di arte varia con Renato Rascel, spinto soprattutto dalla necessità di recuperare le spese sostenute per l’operazione chirurgica. Era a Gorizia con la compagnia, ma in quel momento personalmente impegnato nell’inaugurazione di un supermercato, quando incontrò la donna della sua vita, Pina Kovacic, impiegata alle Poste, con cui si sposò dopo quattro mesi, nonostante il divieto del suocero.
• Catch. Dopo la Seconda guerra mondiale Carnera tornò sul ring per combattere incontri di catch, la lotta libera americana, conquistando il titolo mondiale, e recitò in alcuni film americani (perfino nella parte di Frankenstein, in una produzione della NBC).