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 2002  gennaio 12 Sabato calendario

ìLe gang di New Yorkî

• Tre centesimi. All’inizio del Novecento, nei locali più malfamati di New York, per i drink non si usavano bicchieri né boccali, ma cannule di plastica che fuoriuscivano direttamente dai barili. Ogni consumazione costava tre centesimi, che davano diritto a tutto ciò che si riusciva a bere senza riprender fiato. Appena l’avventore si fermava per respirare, il barman interrompeva la fornitura e la riavviava solo in cambio di altri tre centesimi. I più bravi a trattenere il fiato riuscivano a ubriacarsi pagando una volta sola.
• East Side. Nel 1911, nell’East Side, nel momento di lotta sindacale più aspra nel settore dell’abbigliamento, i sindacati ingaggiarono i gangster per uccidere e pestare i crumiri e intimidire i lavoratori che rifiutassero di lasciarsi organizzare, e i proprietari li pagavano per disturbare i picchetti sindacali e compiere incursioni durante le riunioni. Tra questi, il più temuto, Dopey Benny, che ricevendo l’offerta di quindicimila dollari da un gruppo di datori di lavoro perché restasse neutrale in uno sciopero, rifiutò dicendo che il suo cuore prendeva naturalmente le parti del lavoratore.
• Acconciature. Trucchi escogitati dai gangster di fine Ottocento quando intuivano che le autorità li avevano presi di mira: si cucivano le tasche di giacche e pantaloni per impedire ai poliziotti di infilargli armi addosso in modo da spedirli in galera, camminavano circondati da sgherri pronti a farsi arrestare al posto loro per la gioia di acquistar prestigio. Spesso nella comitiva c’era anche la donna del capo, un revolver celato nel cappello, nella tasca della giacca o nelle enormi acconciature battezzate Mikado Tuck-ups. Quando diventò di moda lo stile Pompadour, l’impalcatura di fil di ferro che sosteneva i capelli, chiamata ”topo”, fu sostituita dal revolver.
• Bessies. Abitudine di molti gangster di tenere revolver e manganelli di riserva, soprannominati Bessies, in negozi di sigari e cancelleria sparsi nei rispettivi quartieri.
• Gophers. Tra le gang di fine Ottocento i Gophers, famosi per l’ abitudine di nascondersi negli scantinati (da qui il loro nome, che indica un piccolo roditore). Tra gli esponenti più autorevoli, One Lung Curran (Un-Solo-Polmone Curran). Costui un giorno, volendo procurare una giacca alla fidanzata, scese in strada, stese un poliziotto con una manganellata, gli sfilò l’uniforme e l’offrì all’amata. Lei la trasformò in un elegante giacchino di taglio militare, il capo ebbe tra le signore un tale successo che ogni Gopher si sentì in dovere di seguire l’esempio del collega (per scoraggiarli, gli agenti presero a pattugliare i loro quartieri a gruppi).
• Piccione. Il gangster Monk Eastman teneva in casa un centinaio di gatti e cinquecento piccioni. Sua abitudine di andare a spasso con un grosso piccione addomesticato in spalla, due mici in braccio, altri che lo seguivano a breve distanza.
• Cani. Crazy Butch, capo di una banda giovanile tra fine Ottocento e inizio Novecento, a tredici anni rubò un cane, lo chiamò Rabbi, gli insegnò a strappare la borsetta alle signore, a correre fino a seminare gli inseguitori e consegnargli il bottino sempre nello stesso posto, all’angolo tra Willet e Stanton Street.
• Cavalli. Tariffario dei gangster Yoske Nigger, Charley the Cripple e Jonny Levinsky, specializzati in avvelenamento e furto di cavalli, molto attivi nei primi del Novecento: colpo d’arma da fuoco letale, 500 dollari; non letale, 100 dollari; avvelenamento di un gruppo di cavalli, 50 dollari; di un solo cavallo, 35 dollari; furto di un cavallo e relativa vettura, 25 dollari.
• Crazy Lou. Black and Tan, celebre locale di New York della seconda metà dell’800. Il gestore, Frank Stephenson, alto, magro, volto esangue, tutte le sere se ne stava immobile al centro del bar appollaiato su un alto sgabello, lanciando sguardi truci tutt’intorno. Quattro camerieri servivano drink sopra un alto bancone con pugnale e randello bene in vista, utili a scoraggiare gli avventori in cerca di rissa. Tra i clienti più fedeli Crazy Lou, ex prostituta, un tempo assai bella, ormai avvizzita per via dell’età, costretta a vender fiori per strada e a cercar cibo tra gli avanzi della spazzatura: ogni sera a mezzanotte in punto entrava nel locale, dove Stephenson in persona le serviva un wisky gratis che lei lo sorseggiava in due ore esatte. Quando morì, per un mese di seguito, ogni sera a mezzanotte Stephenson posò un bicchiere di wisky sul tavolino della donna, impedendo a chiunque di sedersi lì fino alle due del mattino.
• Espedienti. Chuck Connors (Reale Connors), Re degli Scrocconi di Chinatown, appassionato di bistecche di reale, che cuoceva, infilzate su un bastoncino, sopra un focherello acceso in un canaletto di scolo: stava seduto per ore, completamente immobile su una sedia inclinata contro un muro del Chatham Club, ammirato dai turisti. Grande fama di persona arguta e abile narratore, in realtà la maggior parte dei motti a lui attribuiti, erano scritti da Frank Ward O’Malley e Roy L. McCardell, giornalisti del ”Sun” e del ”World”, che quando erano a corto di notizie si inventavano qualche articolo su di lui rendendolo famoso in tutta la nazione. Gli accattoni della Bowery, invece, andavano a ubriacarsi al Doctor’s, dove il proprietario aveva riservato loro un armadio per riporre stampelle e bastoni, e dava un tagliando all’acquisto di ogni drink (sei tagliandi davano diritto a una bevanda gratuita).
• Orecchio. Nella seconda metà dell’Ottocento Gallus Mag, inglese, alta più di un metro e ottanta, così chiamata per l’abitudine di rimboccarsi la gonna con le bretelle (dette galluses), faceva da buttafuori nel locale Hole-in-the-Wall, in Water Street. Suo metodo per liberarsi di un cliente turbolento: lo stordiva con una manganellata in testa e lo trascinava per strada tenendogli un orecchio stretto tra i denti. Se quello si azzardava a protestare, lei gli strappava l’orecchio con un morso e lo depositava poi tutta contenta in un barattolo pieno di alcol sul bancone del locale, accanto gli altri suoi trofei.
• Tong. Sull’estremità di Doyers Street il muro per l’affissione di manifesti rossi e bianchi con scritte cinesi arancioni e nere, per le dichiarazioni di guerra tra tong, confraternite cinesi dedite al traffico di stupefacenti e gioco d’azzardo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Nel 1906 intervenne il giudice Warren W. Foster invitando a casa sua i capi degli Hip Sing e degli On Leong per firmare un trattato di pace, in base al quale i primi avrebbero regnato su Pell Street e gli altri su Mott Street, mentre Doyers Street sarebbe stata territorio neutrale. Bandiere della tregua furono issate nelle sedi delle tong e si organizzarono solenni festeggiamenti nel ristorante Port Arthur, dove Tom Lee, capo degli On Leong, bevve centosette boccali di sakè.
• Mock Duck. Mock Duck, il terrore di Chinatown, con indosso sempre una casacca di cotta di maglia, due pistole e un’accetta. Combattente audace, ma scarso tiratore, si accovacciava in strada con gli occhi chiusi sparando all’impazzata contro gli avversari. Raramente colpiva il bersaglio, ma era pericoloso per chiunque si trovasse nel suo raggio d’azione. Giocatore d’azzardo di spicco, scommetteva su qualunque cosa (la volta che puntò l’intero patrimonio sul fatto che il numero dei semi di un’arancia presa a caso dal carretto di frutta fosse pari o dispari). Si cambiava d’abito tre volte al giorno e dopo dieci anni di malaffare, in cui restò ferito una volta sola, nel 1918 si ritirò da Chinataown.
• Animalisti. Il gangster Monk Eastman, appassionato di animali, possedeva un centinaio di gatti e cinquecento piccioni. Usciva per commissioni pacifiche con un grosso piccione in spalla addomesticato da lui personalmente, e un gatto sotto ogni braccio, mentre altri lo seguivano a breve distanza.
• Rackets. Eventi mondani organizzati dai gangster di Tammany Hall e Walhalla Hall nell’ultimo decennio dell’800, ricorrendo a intimidazioni per costringere commercianti e uomini d’affari a comprare biglietti. Di solito il gangster fondava un’associazione di cui era l’unico membro con lo scopo di organizzare il maggior numero di rackets: tra queste la Biff Ellison Association, costituita esclusivamente dallo stesso Biff Ellison, che sponsorizzava tre rackets all’anno, per un reddito annuo di tremila dollari.
• Johnny Spanish. Non usciva mai senza almeno due revolver, e altri due nascosti nelle tasche della giacca se l’operazione era particolarmente importante, oltre all’equipaggiamento regolamentare di randello e tirapugni d’ottone. Durante le rapine nei locali lo seguiva un assistente per portare altre armi e perquisire gli avventori. Un bel giorno s’innamorò e non bastandogli più i proventi delle rapine per comprare sete e pietre preziose alla sua amante, cercò di estorcere i profitti di una sala da gioco al gestore, gangster rinomato quanto lui per le sue abilità di pistolero, ma nel confronto a fuoco, invece di colpire lui ammazzò una bambina di otto anni e per questo si tenne qualche mese alla larga da New York. Al ritorno, scoprendo che la sua amante intanto si era messa col temibile gangster Kid Dropper, la caricò di forza in un taxi e la portò in una palude vicino a Maspeth, Long Island, dove la spinse contro un tronco e le sparò ripetutamente all’addome. La donna fu rinvenuta priva di sensi dopo molte ore, nel corso delle quali aveva partorito un bambino a cui un proiettile aveva tranciato tre dita.
• Arpie. Agli inizi dell’800 non bastava la polizia per disperdere la folla quando si fronteggiavano i Dead Rabbits e i Bowery Boys, e spesso intervenivano la guardia nazionale e l’esercito regolare, nei casi più gravi perfino l’artiglieria. Ai margini della massa di combattenti si aggiravano le donne, braccia piene di munizioni di riserva, sempre pronte ad accorrere con un morso. Tra gli esponenti dei Dead Rabbits, Hell-Cat Maggie (Maggie l’Arpia), che si era limata i denti anteriori per renderli acuminati, e applicata unghie d’ottone sulle dita per graffiare con più efficacia.
• Candele. La sera del 10 luglio 1834, in cui tutta Paradise Square s’illuminò, perché i gangster dei Five Points avevano minacciato di bruciare e saccheggiare tutte le case in cui non fosse stata esposta una candela alla finestra.
• Hicksey. Albert E. Hicks, noto come Hicksey, il gangster più ricercato dalla polizia di New York nel 1860, residente al numero 129 di Cedar Street, con moglie e figlio, non faceva parte di nessuna grande gang, ma si schierava a suo piacimento a seconda della proficuità dell’affare. La sera che, avendo bevuto troppo in una sala da ballo di Water Street, un arruolatore ne approfittò e lo imbarcò a bordo della E. A. Johnson, risvegliandosi decapitò con l’accetta il capitano Burr e l’equipaggio, i fratelli Smith e Oliver Watts. Condannato a morte, prima dell’esecuzione posò per Phineas T. Barnum, il cui American Museum era allora molto popolare, che voleva barattare i suoi abiti con un completo più nuovo e realizzare un calco in gesso della sua testa e del suo busto per esporre il tutto nel museo (in cambio ricevette venticinque dollari e due scatole di sigari). Il mattino dell’esecuzione consegnò al direttore del penitenziario, le scatole vuote dei sigari perché le rendesse a Barnum per esporle nel museo. L’impiccagione fu eseguita su un battello a vapore, il Red Jacket, con millecinquecento invitati a bordo.