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 2004  marzo 27 Sabato calendario

Whisky - La prima frase pronunciata da Greta Garbo nel suo primo film parlato, Anna Christie: "Jimmy, un whisky con ginger ale a parte

• Whisky. La prima frase pronunciata da Greta Garbo nel suo primo film parlato, Anna Christie: "Jimmy, un whisky con ginger ale a parte. E non fare l’avaro, baby".
• Gambe. Confusa con Marlene Dietrich dalla proprietaria di un negozio, all’uscita la Garbo disse all’amico: "Evidentemente non mi ha visto le gambe".
• Rivoltella. Hitler si faceva proiettare i suoi film in una saletta privata. Invitata da lui a Berlino, avrebbe voluto accettare con l’intento di ucciderlo: "Porterò con me una rivoltella. Nessuno oserà perquisirmi, così potrò sparargli". Anche Marlene Dietrich rifiutò i suoi inviti, ma poi si pentì: "Avrei potuto cambiare il corso della storia. Non bisogna mai sottovalutare il potere di persuasione di una donna, specie a letto".
• Richieste. Incontrandola a un ricevimento a New York, Richard Burton le chiese di poterle baciare un ginocchio.
• Risate. Durante le riprese di Ninotchka Greta ripeté invano trenta volte la scena in cui doveva scoppiare in una gran risata, finché non scoppiò a piangere e abbandonò il set. Il regista Lubitsch ricorse al doppiaggio.
• Lettere. "Non è strano? Io non sono più giovane, ho avuto una lunga vita. E in tutta la mia vita non ho mai ricevuto una lettera d’amore" (Greta Garbo).
• Due. Quando partiva in aereo, prenotava due posti di prima classe per evitare che qualcuno le si sedesse accanto.
• Visioni. "Ciò che, da ubriachi, si vede nelle altre donne, lo si vede da sobri, nella Garbo" (Kenneth Tynan).
• Cappelli. Greta Lovisa Gustafsson nacque il 18 settembre 1905 a Stoccolma. Il padre s’adattava a fare ogni lavoro, la madre le pulizie in fabbrica e nella casa dei vicini. Ultima di tre figli, abbandonò gli studi a 14 anni per assistere il padre malato. Dopo la sua morte, a 15 anni trovò lavoro nel negozio di un barbiere, dove aveva il compito di lavar forbici e rasoi, e insaponare il viso dei clienti. Assunta come fattorina nei grandi magazzini PUB, diventò commessa. Nel 1922, servendo il regista Erik Petschler che cercava cappelli per le attrici di un suo film, gli chiese e ottenne una parte.
• Ciglia. Ammessa a 17 anni ai corsi d’arte drammatica presso l’Accademia Regia di Stoccolma, fece un provino col regista Mauritz Stiller e conquistò una parte nel film La saga di Gösta Berling. "E’ timida, inesperta. Ma avete visto la sua bellezza? Quelle ciglia così lunghe? Un viso così si vede davanti a una cinepresa soltanto ogni cento anni" (Stiller). Il regista le fece adottare il nome ”Garbo” (incerta l’origine della scelta: dal re d’Ungheria del XVII secolo Gabòr Bethlen, o da ”garbon”, un folletto della tradizione scandinava che compare di notte per danzare alla luce della luna, o dall’italiano ”garbo”).
• Acciaio. "Il suo volto avrebbe potuto sfidare l’invidia degli dei: era di una raffinatezza estrema, sembrava scolpito nell’acciaio, purificato dal fuoco, levigato come un ciottolo di un ruscello di montagna e talmente bello da terrorizzare" (il biografo Robert Payne).
• Neve. "La Garbo offriva una specie di idea platonica della creatura e ciò spiega perché il suo viso sia quasi asessuato. Viso di neve e di solitudine" (Roland Barthes).
• Occhi. "Se deve guardare qualcuno con gelosia e un altro con amore, non ha bisogno di cambiare espressione. Si possono leggere questi sentimenti nei suoi occhi" (Clarence Brown, che diresse la Garbo in sette film).
• Clausole. Recitare la stancava. Tra le clausole dei suoi contratti: alle cinque in punto del pomeriggio, anche nel bel mezzo di una scena d’amore, lei avrebbe staccato per tornare a casa.
• Stop. Girando La carne e il diavolo (1927), Greta Garbo e John Gilbert continuarono a baciarsi anche dopo lo stop del regista. I due iniziarono una relazione che durò tre anni, finché non decisero di sposarsi: il matrimonio sarebbe stato celebrato insieme a quello del regista King Vidor con Eleanor Boardman. Ma la Garbo si pentì all’ultimo momento e non si presentò all’altare.
• Ombre. "La Garbo è una grande artista, ma la sua grandezza e la sua tragedia stanno proprio qui: apparire viva solo quando recita, quando si immedesima in un personaggio, mentre sembra che la vita intorno a lei, le persone siano solo ombre che in fondo la annoiano" (Marie Dressler, attrice).
• Fascino. Si ritirò dal set a 36 anni, dopo il film Non tradirmi con me (1941). Con lei lasciò Hollywood anche il costumista Adrian: "Quando la Garbo andò via dagli studios, il fascino se ne andò con lei. E così ho fatto anch’io".
• Notte. Troppo triste per stare in compagnia, Greta Garbo trascorreva quasi sempre il Natale da sola (pur ricevendo molti inviti). Col tempo nessuno la chiamò più: "La notte di Capodanno vado a letto presto, come al solito, e spero di dormire. Se mi sveglio nel mezzo della notte mi dico: ”Buon anno, Miss G.".
• Lunedì. "Se io morissi un sabato sera, durante un week end, nessuno se ne accorgerebbe perché sono sola. Lo verreste a saper solo lunedì quando la mattina arriva la cameriera" (Greta Garbo).