Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 agosto 2001
Berenice - Delle numerose regine che portarono questo nome la più famosa fu la figlia di Magas, re di Cirene, che sposò Tolomeo III e fu messa a morte dal proprio figlio Tolomeo IV quando salì al trono nel 221 a
• Berenice. Delle numerose regine che portarono questo nome la più famosa fu la figlia di Magas, re di Cirene, che sposò Tolomeo III e fu messa a morte dal proprio figlio Tolomeo IV quando salì al trono nel 221 a. C. Divenne leggendaria per la splendida chioma, che costituiva il suo principale vanto. Si offrì di sacrificarla perché il marito tornasse sano e salvo dalla spedizione militare contro la Siria. Secondo la leggenda, la chioma, recisa, si trasformò in una costellazione, che prese il nome della regina.
• Cùculo. il simbolo degli amori illeciti, delle passioni nascoste.
• Diadema. L’invenzione è attribuita al dio Dioniso. In origine il termine indica qualsiasi fascia avvolta intorno al capo. Progressivamente assunse un significato più specifico, riferendosi soprattutto all’acconciatura dei sacerdoti. Alessandro Magno ne fece uso per primo in Occidente vincolandolo alla simbologia del potere regale.
• Esegeta. Il funzionario che, in Grecia, interpretava le leggi divine e le tradizioni sacre. Ogni santuario disponeva dei suoi esegeti.
• Fanatico. Così si chiamava nel mondo romano il sacerdote preposto a determinati culti, come quello della dea Bellona e della dea Cibele e altri di carattere orgiastico. Così venivano chiamati anche quei fedeli che vivevano nei pressi dei templi e si abbandonavano a comportamenti deliranti e al più sfrenato misticismo.
• Ganimede. Il più bello dei mortali, fu rapito dagli dei perché riempisse la coppa di vino a Zeus nel banchetto divino. Celebrato da vari poeti, tra cui Goethe, è diventato sinonimo di favorito e di persona elegante e affettata.
• Isterie. Feste religiose greche in onore di Afrodite, durante le quali venivano offerti alla dea, in sacrificio, maiali.
• Lotofagi. Nell’Odissea, Ulisse approda all’isola dei lotofagi, i cui abitanti si nutrono di un frutto chiamato loto, il sapore del quale è così squisito che chiunque lo assaggia dimenticava la terra natìa e il desiderio di tornarci.
• Molestie. Le ninfe della acque si trasformano in foche per sfuggire alle molestie degli dei. Artemide, per sfuggire alle attenzioni del fiume Alfeo, si deturpa il viso cospargendosi di fango.
• Nafta. Liquido venefico col quale Medea impregnò l’abito e la corona mandate in dono a Creusa, figlia di Creonte di Corinto, della quale Giasone si era innamorato. In tal modo Medea consumò la sua vendetta sullo sposo infedele giacché l’abito appena indossato prese fuoco bruciando insieme alla bellissima giovane.
• Offa. La focaccia che veniva data in pasto ai polli sacri per trarre dal loro comportamento gli auspici per il futuro.
• Proteiforme. Aggettivo che deriva da Proteo, divinità marina capace di assumere le sembianze più svariate.
• Quirinalie. Feste religiose romane che si celebravano ogni anno in onore di Quirino, nel tempio dedicato al dio sul colle Quirinale. Erano note anche come feriae stultorum, ossia feste degli svagati, poiché era possibile rimediare alle dimenticanze.
• Rurina. Antica divinità italica sotto la cui protezione erano messi i lavori dei campi.
• Sale. Simbolo dell’amicizia e dell’ospitalità presso i greci. I romani lo offrivano ai Lari, ai Penati e alla dea Vesta tenendolo nel salinum, un apposito recipiente.
• Terremoto. Poseidone, col suo tridente, scuoteva la terra, generando scosse sismiche.
• Tersite. Antieroe per eccellenza, con la sua bruttezza e la sua imprudenza, è l’antitesi dell’eroe classico. Prese parte alla guerra di Troia, tra i greci, e vi perì, non per opera del nemico, ma di Achille, che lo uccise perché egli aveva osato prendersi gioco del suo amore per l’amazzone Pentesilea.
• Thule. Mitica isola considerata la terra più settentrionale del mondo, identificata ora con le Orcadi, ora con l’Islanda, ora con le Shetland.
• Usignolo. il protagonista della prima favola tramandata dalla letteratura greca. Da Esiodo, Opere e giorni: «Così parlò uno sparviero a un usignolo dal collo variopinto, portandolo in alto fra le nuvole, stretto negli artigli; quello miseramente gemeva trafitto dalle unghie ricurve e lo sparviero gli rivolgeva con insolenza la parola: ”Disgraziato, a che strilli? Ti tiene uno molto più forte; tu andrai la dove io ti porterò, anche se sei un cantore di te farò un pasto, se voglio, oppure ti lascerò andare. Stolto, chi vuol contrapporsi ai più forti! Egli resta senza vittoria, ed oltre all’onta soffre dolori».
• Vaticano. Antica divinità italica, protettrice dei vagientes, i neonati.
• Zampilli. La costellazione della via Lattea fu creata dal latte zampillato dal seno di Era, quando la dea allattò Eracle (Ercole). Secondo Diodoro Siculo, Era trovò il piccolo, abbandonato da Alcmena, e gli offrì il seno, ma la voracità del bambino lo indusse a scagliarlo lontano mentre il latte si riversò in cielo.
• Studiosa dell’antichità classica, Anna Ferrari è autore del Dizionario della mitologia greca e latina, pubblicato dalla Utet e poi da Tea. Il Dizionario di mitologia classica è la versione ampliata e integrata.
Personaggi divini, località teatro di storie mitiche, piante, animali e oggetti del mondo greco e romano costituiscono le voci di questo volume. Da Abante, uomo trasformato in lucertola dalla dea Demetra che aveva canzonato quando gli chiese dell’acqua, a Zodiaco, ovvero la porzione di cielo dove sono collocate le costellazioni.
• Aconzio. Giovane originario dell’isola di Ceo, si recò a Delo per partecipare alle feste in onore di Artemide, dove conobbe la bella Cidippe. Per sposarla, contro il volere del padre di lei, fece ricorso a uno stratagemma. Mentre la fanciulla era seduta nel santuario di Artemide, le fece rotolare davanti, non visto, una mela sulla quale aveva scritto le parole ”Giuro per il santuario di Artemide di sposare Aconzio”. Cidippe lesse e poi gettò via la mela. La dea sentì le sue parole e quando la fanciulla fu in procinto di sposare un altro uomo le provocò continui e inspiegabili malesseri, finché il ricco padre accondiscese al matrimonio con Aconzio.
• Nel mondo romano il sacerdote preposto a determinati culti, come quello della dea Bellona e della dea Cibele e altri di carattere orgiastico, si chiamava ”fanatico”. Così venivano chiamati anche quei fedeli che vivevano nei pressi dei templi e si abbandonavano a comportamenti deliranti e al più sfrenato misticismo (Anna Ferrari, Dizionario della mitologia greca e latina, Utet).