Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 10 Lunedì calendario

Entre nous

• Daria Galateria, Entre nous. Incontri di scrittori italiani e francesi del Novecento, Sellerio editore, Palermo 2002
0100 Coll.13F4
• Fegatelli. Il poeta Apollinaire ospitava tutto l’anno, in uno stanzino pieno di libri antichi, un barone spiantato e "vagamente idiota" che discendeva dalla dinastia reale d’Inghilterra. Quello ricambiava cucinandogli il riso coi fegatelli.
• Riso in bianco. Passione di Alberto Moravia per i ristoranti cinesi, dov’era solito ordinare solo riso in bianco.
• Statuine. Una volta, Sartre adocchiò a casa di Carlo Levi due statuine di cavalli, testa piccola e corpo gonfio: "Sono africane? Etrusche?". "Sono formaggi, me li mandano dalla Calabria. Più si scende a sud e più i cibi assomigliano al legno o all’arenaria. Ma è normale, devono durare a lungo".
• Polmone. Quand’era a Roma, Colette comprava dal macellaio chili e chili di polmone con cui sfamare i gatti del quartiere Nomentano.
• Moschettieri. A Parigi, Apollinaire, Picasso e Soffici avevano l’abitudine di passeggiare tutte le notti alla stessa ora nella via che dal cimitero di Montparnasse porta al boulevard Raspail. Inseparabili, tutti li chiamavano i Tre Moschettieri.
• Maître. Convinzione di Alberto Moravia di essere uno scrittore francese: a Parigi lo chiamavano "maître" perché parlava benissimo la lingua, appresa da una governante prima ancora dell’italiano ("Je m’ennuie", la prima frase che ricordava di aver pronunciato).
• Snob. "Inge è talmente snob che non lo è" (Christian Bourgois su Inge Feltrinelli).
• Smoking. Il pittore Robert Delaunay ballava il tango al Bal Bullier con indosso uno smoking metà rosso metà verde e calzini di seta spaiati.
• Toilette. Gino Severini, delegato permanente dei futuristi italiani a Parigi, ogni sera telegrafava a Milano i dettagli delle toilette dei più famosi personaggi di Francia.
• Mantelli. Per combattere il freddo dei teatri di posa, Paul Bourget si avvolgeva in un mantello napoleonico che i trovarobe tenevano da parte apposta per lui.
• Mutande. D’estate, Apollinaire lavorava con addosso solo le mutande.
• Gatti. Quando andava in visita dalla ballerina Napierkowska, che interpretava a Roma una commedia di Lucio D’Ambra, Colette passava l’intera giornata nel camerino dell’amica, facendosi raccontare le scene tra un cambio e l’altro. D’Ambra la ricordava "avvoltolata sopra un basso divano, sepolta di pellicce, sommersa nella nuvola delle sigarette Caporal, percorsa sulle ginocchia, tra le braccia e persino sulla testa da tutti i gatti del vicinato".
• Cavallette. Gli italiani a Marsiglia durante la Prima guerra mondiale, secondo il giornale "La Patrie" individui "sporchi, tristi, cenciosi, svelti a passare dalla fisarmonica al coltello", "un nugolo di cavallette".
• Sette giorni. Una volta ogni sette giorni, i figli di Mauriac non uscivano la sera per concedere alla madre almeno una notte di sonno (la donna di solito restava alzata ad aspettarli sebbene i due avessero più di trent’anni).
• Rischi. "Una prostituta non c’è bisogno, non c’è modo, e soprattutto non c’è rischio di sedurla" (Marguerite Yourcenar).
• Pullman. André Gide a chi gli chiedeva come mai Paul Claudel avesse fatto pubblicare la loro corrispondenza "non del tutto innocente": "Que voulez-vous, è vecchio, ha tante spese, e poi Claudel è di quei cristiani che vogliono arrivare in cielo in pullman".
• Asma. Simulare attacchi d’asma dopo le orge per spaventare gli amici, uno degli scherzi preferiti di D’Annunzio.
• Sgabuzzini. Marcel Jouhandeau, che invece di scrivere nel suo studio sul Bois de Boulogne si rinchiudeva nello sgabuzzino a fianco (arredato con un tavolinetto, una sedia, un lavandino). Unica vista, un Sant’Antonio di Dürer e una piantina di Port-Royal.
• "Alienato". Mentre era console in Cina, Paul Claudel spedì in Francia un rapporto sui sistemi monetari orientali. In margine, un funzionario del Quai d’Orsay scrisse semplicemente "Alienato".
• Letture. Libri sul nucleare scritti in tedesco, una delle letture di Italo Calvino.
• Pagine. Espediente adottato da Blaise Cendrars per viaggiare leggero: strappare le pagine che gli piacevano e buttar via il resto dei libri.
• Gelosia. In Francia, Ungaretti faceva visita ogni giorno all’amico Breton nella sua camera all’Hôtel des Grands Hommes. Una volta lo trovò chino a raccogliere pezzettini di carta sparsi in terra, i disegni di Modigliani che un’amica gelosa gli aveva strappato via dai muri e sbriciolato sul pavimento.
• Stratagemmi. "L’assassinio è la forma estrema di quel bisogno di disturbare che è fondamentale nell’uomo. L’altro modo di turbare il prossimo è il suicidio. La vittima si insedia per sempre nella memoria e nell’esistenza degli antagonisti, che non può conquistare altrimenti" (Marguerite Yourcenar).