Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 4 maggio 2002
Le signore del fascismo. Donne in un mondo di uomini
• Commenti. "Diventerà una bella donna" (commento della regina Margherita all’arrivo in Italia di Elena di Montenegro, sposa di Vittorio Emanuele di Savoia).
• Playback. Nell’ultima apparizione, Wanda Osiris scende le scale cantando in playback.
• Seni. I seni della Osiris, definiti da Orio Vergani "una bandiera nazionale".
• Zarine. Nel 1942 Wanda lascia Macario e fa compagnia con il giovane Carlo Dapporto. Per la prima volta la donna è protagonista, l’uomo le fa da spalla. Le sue entrate in scena: su un’altalena, avvolta da una nuvola di tulle e polvere d’argento, vestita di paillettes d’oro "come il sole" o inguainata in un vestito di 36 metri di diametro che nasconde alla vista il palcoscenico e parte dell’orchestra. Nel ’42 compare vestita da zarina di Russia tra 24 boys che la fanno rimbalzare in aria, altre volte arriva a dorso di cammello o sbuca fuori da abat-jours e cesti di orchidee.
• Nomi. Nel ’38, Wanda Osiris diventa Vanda Osiri, per esigenze di regime.
• Cioccolatino. Wanda Osiris, al secolo Anna Menzio, nata a Roma nel 1905, sceglie il nome d’arte mescolando Iside e Osiride, ispirata dal modo in cui la truccano per la scena: fondotinta carico, giallo oro, in vistoso contrasto con i boccoli biondo platino ("la rende simile a una divinità lontana" e le vale il soprannome di ”cioccolatino”).
• Orchidee. "Non aveva mai una lira. Mai visto regali, mi dedicava solo poesie. Un Natale arrivarono delle piccole orchidee bianche con un biglietto: ”Non posso fare di più”" (l’attrice Doris Duranti a proposito dell’amante Alessandro Pavolini, ministro della cultura durante il fascismo).
• Rose rosse. Wanda Osiris, solita inondare d’Arpège le rose rosse ricevute in dono.
• Rosai. Tra i regali di nozze per Edda e Galeazzo, il rosario d’oro donato da Pio XI (diventato sui giornali, per un refuso, il "rosaio d’oro") e una perla orientale data alla sposa dal padre («Ho questo coso per te»).
• Gelosia. Benito Mussolini, che al matrimonio della figlia Edda riesce a nascondere la gelosia fino a sera, poi balza in macchina e si lancia all’inseguimento della coppia.
• Promesse. Il ricevimento è "lungo e faticoso". A sera, sfinita, Rachele si rivolge ai figli: "Ragazzi, quando vi sposerete voi, non faremo tante storie".
• Guanti bianchi. Al ricevimento di Villa Torlonia per le nozze di Edda e Galeazzo (23 aprile 1930) partecipano 512 invitati e 1.500 poliziotti. La sposa indossa un abito di chiffon imprimé, sul capo una ghirlanda di perle e fiori d’arancio, lo sposo è in tight, i capelli lucidi di brillantina, Rachele veste "con un certo disagio" un abito della sartoria Montorsi di via Condotti. Mussolini, con il cilindro e i guanti bianchi "che gli ingigantiscono le mani, sembra il cattivo Gambadilegno".
• Lamé. Qualche istante prima di morire, Liala si fece aiutare a indossare un vestito di lamé.
• Nomi. Marchesa Amalia Liana Negretti Odescalchi Cambiasi, vero nome di Liala (il soprannome glielo diede Gabriele D’Annunzio).
• Previsioni. "Morirò ridendo" (la frase che Osvaldo Valenti fa stampigliare in rosso sulla sua carta da lettere).
• Natanti. "Sono a capo di un governo natante" (Benito Mussolini sul lago di Garda, nei giorni della Repubblica di Salò).
• Appartamenti. Nel 1920, Benito, Rachele e la piccola Edda vivono in ristrettezze nell’appartamento di via Merenda 1, a Forlì. Possiedono in tutto "quattro piatti, sei posate, un letto, un fornello a carbone, due sedie e un violino".
• Ricordi. "Una donna dimessa, umile e silenziosa e una bambina denutrita, con un vestito trasparente bagnato dalla pioggia che cadeva a dirotto" (Rachele e Edda, prima dell’ascesa di Mussolini, nei ricordi di Angelica Balabanoff).
• Cinque colpi. "Se non mi date Rachele, ci sono cinque colpi di pistola per me e uno per lei" (Benito Mussolini ai genitori di Rachele Guidi, contrari al fidanzamento).
• Pantofoline. Osvaldo Valenti e Luisa Ferida vengono fucilati la notte del 29 aprile 1945. Lui stringe in mano la pantofolina di lana celeste del figlio, morto a quattro giorni tre anni prima.
• Astri. Urano e Saturno, il pianeta dell’inatteso e quello della morte, entrambi presenti nel quadro astrologico di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida.
• Costellazioni. A Palazzo Chigi, Claretta Petacci era solita attendere l’arrivo di Mussolini nell’appartamento Cybo (soffitto a volta, color cielo, decorato con i simboli in oro delle costellazioni).
• Stupidaggini. "Ma è mai possibile parlare di simili stupidaggini quando tra poche ore potranno essere in gioco le sorti dell’Italia?" (Benito Mussolini durante un litigio telefonico con Claretta, un’ora prima della dichiarazione di guerra, 10 giugno 1940).
• Durante i festeggiamenti per le nozze tra Umberto di Savoia e Maria José, i cantastorie declamano rime estemporanee nelle piazze italiane: "Principe buono / vieni con me / fammi vivere con te", inizia lo stornello, e il refrain ribatte: "...bella Maria, figlia di re".