Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 29 aprile 2002
Lo scandalo dei preti pedofili Usa è l’11 settembre della Chiesa?
«Al termine di un’inchiesta condotta in 40 diocesi e sulle banche dati della Chiesa cattolica, il ”New York Times” ha svelato che, dall’inizio dell’anno, oltre 100 sacerdoti sono stati rimossi dai vescovi
• Lo scandalo dei preti pedofili Usa è l’11 settembre della Chiesa?
«Al termine di un’inchiesta condotta in 40 diocesi e sulle banche dati della Chiesa cattolica, il ”New York Times” ha svelato che, dall’inizio dell’anno, oltre 100 sacerdoti sono stati rimossi dai vescovi. Poiché negli Stati Uniti ci sono 194 diocesi, i preti coinvolti potrebbero arrivare a cinquecento. Il paragone con l’attacco terroristico a Washington e New York l’ha fatto Bernard Law, cardinale di Boston sotto accusa perché per nascondere lo scandalo si limitava a trasferire i sacerdoti pedofili, che hanno così continuato per anni nelle loro abitudini».
• Cos’è un pedofilo?
« una persona il cui orientamento sessuale è diretto almeno in parte ai bambini prepubescenti. C’è anche una condizione nota come efebofilia: riguarda le persone che provano una forte attrazione verso i teen-ager più vecchi, diciamo dai quindici-sedici anni in su, come nella maggior parte dei casi denunciati in America».
• Tutti quelli che molestano sessualmente bambini sono pedofili?
«No. Secondo Tim Smith, un medico di Seattle che si occupa di bambini vittime di abusi sessuali, in meno del 10 per cento dei casi sono stati molestati da pedofili. Nella stragrande maggioranza dei casi gli aggressori si sono diretti verso di loro solo perché erano prede più facili».
• La pedofilia riguarda soprattutto gli uomini?
«Smith dice che da anni tutti si aspettavano il boom dei casi riguardanti donne, e conclude che ”stiamo ancora aspettando”. Secondo molti medici, però, Smith sbaglia, ed il fenomeno sarebbe sottostimato per una ragione molto semplice: gli adolescenti non denunciano eventuali molestie da parte di donne mature perché per loro non si tratta altro che di un’iniziazione».
• I preti hanno una maggior probabilità di essere pedofili?
«Non ci sono prove che i preti commettano più abusi sessuali sui minori di altre categorie. Così come non c’è nessuna prova che il problema sia maggiormente diffuso nella Chiesa cattolica che in altre fedi, o negli Stati Uniti piuttosto che in Europa. Comunque, restando agli Usa, è stato fatto uno studio: su 46 mila preti, lo 0,3 per cento è pedofilo, il 3 per cento ha tendenze a molestie».
• Il problema riguarda anche altre religioni?
«L’ondata di scandali che ha travolto il Vaticano non ha risparmiato le altre fedi. Numerosi studi dimostrano che i ”peccati sessuali” commessi da una parte dei clerici sono un fenomeno ”universale”, frequente, anche se in minor misura, in tutte le religioni. Secondo un recente rapporto del Christian Science Monitor, dal 1985 ad oggi quasi 75 membri del clero sono stati incriminati per abusi sessuali ai minori. Tra questi, 38 erano preti cattolici; 10 ministri battisti, 5 metodisti, 3 pastori pentacostali e 2 preti episcopali. Secondo Gary Schoener, lo psicologo di Minneapolis considerato la massima autorità in questo campo, tra i protestanti ”il problema riguarda per lo più l’abuso di donne e adolescenti”. Il rabbino Baruch Lanner del New Jersey, leader della Conferenza nazionale dell’Unione ortodossa della Sinagoga dei giovani, l’anno scorso fu accusato di molestie e abusi sessuali da oltre 20 adolescenti di entrambi i sessi. Secondo il settimanale ebraico ”Jewish Week”, il caso Lanner è stato ”la goccia che ha fatto traboccare il vaso e crollare il muro del silenzio ortodosso”. Sono coinvolti anche gli Hare Krishna: quasi 100 bambini, inclusi 7 nello Stato di New York, hanno denunciato la setta Indù, accusandola di anni di abusi sessuali, fisici e mentali nelle scuole Krishnan».
• Cosa causa la pedofilia?
«Aver subito abusi sessuali durante l’infanzia non è la causa, ma certo costituisce un fattore di rischio. La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze che sono stati abusati sessualmente cresce senza sviluppare tendenze pedofile. Le stime sono poco accurate, comunque si pensa che una percentuale tra il 30 e il 60 per cento dei pedofili sia stata vittima di abusi sessuali tra l’infanzia e l’adolescenza».
• E i fattori biologici?
«La sensibilità sessuale dipende da più fattori: cromosomi, ormoni, chimica cerebrale. Così quando qualcuno mostra appetiti sessuali anormali, subito la gente si chiede se ci sia qualcosa che non funziona nella sua biologia. Sembra che i maschi nati con la sindrome di Klinefelter, quelli che hanno un cromosoma x (femminile) extra, abbiamo una maggior probabilità di sviluppare la pedofilia. In rari casi può anche dipendere da danni cerebrali, ad esempio in conseguenza di un incidente automobilistico. Certo non possiamo limitarci all’aspetto morale del problema: i fattori biologici hanno un loro ruolo».
• Per qualcuno la colpa è dei mezzi di comunicazione.
«Monsignor Giuseppe Casale, arcivescovo emerito, dice che hanno una ”attenzione ossessiva” sul tema della pedofilia. Secondo lui ”si vede il pedofilo anche dove non esiste” e ”si creano fenomeni imitativi”. Questo ”martellamento” diffonderebbe il fenomeno anche tra i sacerdoti. Dice che i preti una volta conducevano una vita semplice, austera, mentre adesso sono immersi in una società che li espone a continue tentazioni».
• sempre colpa della società...
«Parlando in generale, solo una società con certi vincoli tradizionali può contenere questo tipo di mali, in sé inestirpabili dalla psiche umana. Non è una questione banale di ”valori”. E un problema di autorità, di gerarchie, di tenuta delle cellule sociali. Alcuni decenni fa, al di là di fatti di cronaca analoghi a quelli di oggi, la pedofilia era almeno in parte sotto il controllo della cultura pedagogica corrente, ai bambini si poteva fare e si faceva un discorso di tono grigio, implicito, ma chiarissimo, per segnalare il pericolo. La manina allungata del prete, la carezza del vecchio professore di greco durante le ripetizioni private: lo scenario potenzialmente pedofilo era in qualche modo sotto controllo, si era più smagati e capaci di reagire, bambini e genitori erano stretti in un patto familiare più stretto e intelligente di quello seguito allo sfascio della famiglia».
• C’è un legame tra pedofilia e omosessualità?
«Non ci sono prove. Anzi, le ricerche più convincenti dicono che non c’è relazione. Il rischio che corre un bambino a contatto con un omosessuale è pari a quello che corre una bambina con un maschio eterosessuale. Secondo le statistiche le molestie riguardano soprattutto le bambine. Omosessualità ed eterosessualità riguardano il sesso dal quale si è attratti, non hanno niente a che vedere con l’età».
• Si può ”guarire” dalla pedofilia?
«No. Si può curare, ma non si arriva alla ”guarigione”. Al Betty Ford Center hanno ottenuto risultati positivi con le terapie di gruppo, i pedofili prendono coscienza dei danni che possono causare con i loro comportamenti. L’unico rimedio è la prevenzione: se sei un prete, o chiunque altro, con una forte attrazione verso i bambini, lavorare in una scuola può essere un problema. Soprattutto, chi ha tendenze pedofile deve avere la possibilità di parlarne».
• E i trattamenti medici?
«Sappiamo che i comportamenti sessuali maschili sono alimentati da un ormone, il testosterone: abbassandone il livello con medicinali si può alleviare l’’appetito”. Per fare un esempio, il più banale possibile, il Prozac funziona. Ma non è che si può risolvere la questione somministrandolo a una persona per tutta la vita».
• E allora?
«Don Mario De Maio, uno dei due sacerdoti psicanalisti in Italia, ha spiegato al ”Corriere della Sera” che l’assistenza si sviluppa su tre piani: c’è un intervento farmacologico, che si avvale delle sostanze più diffuse in psichiatria. C’è il supporto psicologico, attraverso il modello freudiano, ma con terapie anche brevi, e quello ambientale, che cerca di liberare il soggetto dalla sua solitudine, immergendolo in un contesto caloroso, fatto di vicinanza e di amicizia».
• Ci sono fattori che possono favorire la pedofilia tra i preti?
«Molti di loro spesso nell’adolescenza hanno soppresso la normale curiosità sessuale, e questo può creare disturbi. Il fatto è che alcuni, consapevoli di avere problemi con la sensibilità sessuale, pensano che il celibato possa essere una soluzione. I seminaristi dovrebbero essere informati di quello cui vanno incontro».
• Il celibato contribuisce allo sviluppo della pedofilia?
«Il celibato può indurre a una vita malinconica, triste, soprattutto per un prete. Se un uomo si è costretto a una vita priva di relazioni sessuale adulte, questo può rendere il suo caso più difficile.
• Il celibato verrà abolito?
«La maggior parte dei cattolici Usa è favorevole all’abolizione, ma per Papa Wojtyla è un tabù. Michael Patrick O’Brien, arcivescovo di Saint Andrews and Edimburgh, ha detto al ”Sunday Herald” di non trovare nessuna difficoltà nell’eventuale scomparsa e che non c’è nessun problema teologico. Padre Fergus Kerr, eminente studioso domenicano e tra le personalità culturali cattoliche più in vista del paese, dice che nel giro di vent’anni diventerà opzionale. D’altra parte molti degli apostoli erano sposati. San Paolo consigliò: ”Meglio sposarsi che bruciare”. Nella Chiesa dei primi secoli almeno un Papa, Ormisda, era sposato. E per tutto il primo millennio l’obbligo del celibato non esisteva».
• Insomma, qual è il problema?
«I soldi. Storicamente il problema del celibato si pose in relazione al passaggio ereditario dei beni, che correvano il rischio di passare dalla Chiesa ai figli. Oggi il problema è il salario: è facile mantenere un prete celibe, ma mantenere un sacerdote sposato con dei figli sarebbe una grande uscita di risorse».
• Quanti sono i preti omosessuali?
«Un sondaggio condotto due anni fa negli Usa stimava la percentuale di preti omosessuali nel 15 per cento, secondo ”Usa Today” la percentuale oscilla tra il 20 e il 50 per cento. L’orientamento sessuale di per sé non è condannato, ma l’attività sì. John Nehaus, direttore della rivista religiosa ”First Things”, ricorda che negli anni Settanta alcuni seminari avevano finito per guadagnarsi il soprannome di ”Pink palaces”, palazzi rosa, alludendo alla diffusione di pratiche e sottoculture omosessuali. Paul Wilkes, autore di un libro sulle parrocchie americane, dice che se venissero cacciati tutti i preti omosessuali ”finiremmo per assistere alla messa in videocassetta”. In questi giorni c’è addirittura chi è arrivato a chiedere l’abolizione della tonaca ”perché ambigua”».
• A quali conclusioni sono giunti i cardinali cattolici riunitisi la settimana scorsa in Vaticano?
«Si è parlato di ”tolleranza zero”. Hanno buttato giù un piano in cinque punti: 1) L’istituzione di un ”processo speciale per ridurre allo stato laicale” il prete pedofilo, quando il suo crimine sia ”noto e ripetuto”; 2) ”Un processo alla luce del diritto canonico” per ”sospendere” il prete pedofilo, anche nel caso in cui i fatti di pedofilia ”non siano noti, ma il vescovo diocesano consideri il prete una minaccia per la protezione dei ragazzi e dei giovani”; 3) La richiesta che il Vaticano stabilisca degli ”standard” che fissino ”gli elementi essenziali per le politiche da tenere verso l’abuso sessuale dei minori”; 4) La richiesta di una ”visita apostolica nei seminari”, cioè l’invio di un controllore da parte del Papa per verificare i criteri di formazione, con particolare attenzione ai ”requisiti d’ammissione” e alla capacità degli stessi seminari di insegnare ”la dottrina morale cattolica nella sua integralità”; 5) Una ”giornata di preghiera e penitenza di tutta la Chiesa degli Stati Uniti per implorare pentimento e rinnovamento della vita ecclesiale”. I punti proposti dovranno essere approvati da un’assemblea dei vescovi americani, prevista a Dallas per metà giugno. Non si è parlato delle possibili dimissioni dei vescovi americani accusati di aver ”coperto” i preti colpevoli».
• Teme una deriva giustizialista?
«Bisognerà pur distinguere, gli americani volevano prendere a prestito una regola di ispirazione sportiva: ”First strike out”, al primo fallo fuori. Ma Francis George, cardinale di Chicago, ha sottolineato che anche nella legislazione civile c’è differenza fra un mostro come Geoghan e un sacerdote che magari sotto l’effetto dell’alcol approccia un teen-ager che ricambia il suo affetto”. vero che poi, per il diritto canonico, vanno puniti anche casi tra adulti consenzienti».
• Che sa del Mundelein Seminary?
«Si trova 35 miglia a nord-ovest di Chicago. Fanno domande che negli altri 50 seminari degli Stati Uniti vengono evitate: sei attratto sessualmente dai giovani? Hai un figlio illegittimo? Frequenti bar gay o bar per single? In più il test Hiv è obbligatorio. Tutti i candidati, comunque, devono convincere la commissione esaminatrice che negli ultimi due anni sono stati castiª
• La crisi delle vocazioni non aiuta.
«Quello è il guaio: i vertici cattolici devono essere più selettivi proprio nel momento in cui la chiesa è alla ricerca disperata di nuovi preti. Nel 1960 i preti al servizio dei 42 milioni di cattolici Usa erano 54.682, uno ogni 768 fedeli. Nel 2000 c’erano 46.603 preti per 62 milioni di cattolici, uno ogni 1.330. Così finisce che anche al Mundelein accettano quasi tutti: l’hanno scorso su 80 candidati gli ammessi sono stati 75. Quelli che vengono respinti si rivolgono ad altri seminari e talvolta riescono ad entrarviª
• Ancora una volta, la fine del celibato potrebbe essere una soluzione.
«Certo: l’esclusione di candidati a rischio sarebbe più facile perché si potrebbero ordinare uomini sposati, di età matura. La Chiesa inglese, negli anni passati, ha accolto numerosi sacerdoti anglicani, che hanno lasciato la loro confessione in disaccordo con l’ordinazione femminile. Secondo Kerr è l’inizio della fine del celibato».