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 2002  maggio 25 Sabato calendario

Salute!

• Arteriosclerosi. Dal greco, «arteria dura». Infatti nell’arteriosclerosi l’arteria s’indurisce perché invecchia. Conseguenze: angina pectoris, con dolore costrittivo del petto, infarto (per l’occlusione delle coronarie), forti dolori alle gambe per via della chiusura delle arterie delle gambe. Non è reversibile, al massimo arrestabile. Cause principali: colesterolo, ipertensione, stress emotivi: «Lo sa che negli ordini religiosi i superiori con responsabilità dirigenziali campano meno dei frati che zappano la terra nell’orto del convento? E che nelle civiltà in cui vigeva il patriarcato, le donne campavano meno degli uomini?» (prof. Mauro Bartolo, specialista angiologo, già primario dell’Ospedale San Camillo di Roma).
• Barba. Anche la donna ha la barba, ma non si vede. Sulle guance di entrambi i sessi vi è lo stesso numero di peli; nella donna, sottili e corti (vello); nel maschio, dopo la pubertà, più lunghi e spessi.
• Calvizie. Chiamiamola «alopecia» e diciamo che ce ne sono almeno due tipi: l’alopecia androgenetica o precoce che riguarda un maschio su quattro. Colpisce nella zona della fronte e delle tempie. Appare intorno ai sedici-diciotto anni. Il calvo non perde i capelli, ma li vede trasformarsi, nel corso degli anni, in vello, cioè in peli corti e sottili. Cura: somministrazione per via orale di finasteride, che impedisce la penetrazione dell’ormone androgeno, il testosterone, nel follicolo pilifero. l’alopecia areata, che colpisce ad ogni età, esordendo con piccole chiazze rotondeggianti prive di capelli ed evolvendo poi, in certi casi, fino a un’alopecia universale, con perdita di tutti i peli, ciglia e sopracciglia. Causa: immunologica. Si cura con un’immunoterapia locale a base di sostanze ad alto potere sensibilizzante (prof. Antonio Garcovich, docente di dermatologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).
• Cancro. Il cancro più diffuso tra gli uomini: al polmone, al colon, alla prostata; tra le donne: alla mammella. Malati di cancro in Italia: 400 mila casi nuovi ogni anno, Guarisce il 40-50 per cento (prof. Eugenio Villa, Ospedale San Raffaele di Milano).
• Chirurghi. «I chirurghi mi sgomentano sia quando dicono "Bisogna operare" che quando dicono " inutile operare"». (Roberto Gervaso).
• Depressione. Malattia del cervello, di solito cronica. Se periodica, dura 4-6 mesi e viene specialmente nelle stagioni in cui gli animali cadono in letargo oppure ne escono, cioè l’autunno e la primavera. Il picco più alto dei suicidi è nei bimestri aprile-maggio e ottobre-novembre. Durante il giorno, l’acme della depressione è al risveglio: il depresso ci pensa e gli pare impossibile affrontare la giornata. Il momento in cui sta meglio è verso le sei-sette di sera. Naturalmente si cade in depressione per le sconfitte, ma anche per le vittorie, dato che il depresso è vittima in definitiva soprattutto dello stress. L’importante non è il segno dello stimolo – cioè se positivo o negativo – ma la sua intensità. Il depresso tipico è iperattivo, dinamico, ottimista, perennemente lanciato verso nuovi traguardi e nuove avventure. Vive di emozioni sempre più intense, dorme poco, si trascura, si sente invulnerabile, non si occupa dei collaboratori, ecc. Dopo il crescendo di eccitamento, qualche piccola, all’apparenza insignificante, fase depressiva di due-tre giorni. Il soggetto la nega, moltiplica i caffè, le sigarette e l’alcol, tira avanti ed ecco, a un tratto, la crisi terribile che si affronta cercando di distrarsi e pigliando magari farmaci (anfetamine) o droga (cocaina). Il tutto, di solito, senza che la vita riacquisti senso. L’età più a rischio: dai trenta ai sessant’anni. Malati di depressione in Italia: il 12-14 per cento degli uomini, il 16-18 per cento delle donne. Il 48 per cento dell’umanità, almeno una volta nella vita, soffre di depressione. Farmaci che possono indurre la depressione, perché ipotensivi (cioè rilassanti): la reserpina, i calcioantagonisti e i betabloccanti, gli ormoni (incluso il cortisone), gli ansiolitici in forti dosi. Cure: l’elettroshock e gli ansiolitici in genere, ma per un tempo limitato, dato che il loro abuso ottiene l’effetto opposto e cronicizza il male. Lo sport non aiuta quando la malattia si è manifestata. Grandi depressi: Saul, Aristotele, Dante, Michelangelo, Shakespeare, Lincoln, De Gaulle, Churchill, che chiamava la depressione «cane nero» a causa di un suo sogno frequente, in cui vedeva cani neri che gli saltavano alla gola (prof. Giovanni Battista Cassano, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell’Università di Pisa).
• Diabete. Di tipo I, insulino-dipendente, chiamato anche giovanile, di tipo II, insulino-indipendente, detto anche dell’adulto, che si associa facilmente al sovrappeso. Sintomi del diabete di tipo I: sete e deperimento organico. Del tipo II: aumento della quantità di urina, sete fuori dei pasti, prurito vulvare nelle donne e infiammazione del pene negli uomini, perché le urine, ricche di zucchero, facilitano, con il loro passaggio, la crescita batterica. Per uno strano meccanismo psicologico, se il medico autorizza il paziente a mangiare dolci, questo di solito se ne astiene, proprio perché non gli è stato proibito. La dieta sana: 25-30 calorie per chilo di peso ideale, il 50-55 per cento di carboidrati, un grammo di proteine per ogni chilo di peso, il resto grassi (prof. Guido Pozza, diabetologo, prorettore dell’Università Vita e Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano
• Diagnosi. «Mi fido solo dei medici che sbagliano le diagnosi infauste» (Roberto Gervaso).
• Francia. La categoria più longeva in Francia: gli insegnanti (prof. Francesco Antonini, fondatore dell’Istituto di gerontologia di Firenze).
• Impotenza. Ovvero «Disfunzione erettile». L’uomo non è più in grado di avere, o di mantenere, un’erezione sufficiente per portare a termine un buon rapporto sessuale (il 50 per cento della popolazione maschile compresa tra i quaranta e i cinquant’anni lamenta problemi di erezione). Fattori di rischio: diabete, ipertensione, angina pectoris, colesterolo, trigliceridi alti, depressione, alcool, fumo da sigaretta. Il Viagra fa bene e protegge anche il cuore perché aumenta la circolazione delle arterie coronariche (ma se si è cardiopatici, sarà meglio starne alla larga). Tra gli ultimi ritrovati farmacologici per curare la disfunzione erettile, l’apomorfina, una piccola pillola da mettere sotto la lingua, che provoca l’erezione dopo venti minuti, se c’è però stimolazione erotica, dato che nessun farmaco, incluso il Viagra, provoca erezioni automatiche (prof. Francesco Montorsi, responsabile del Centro di Andrologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano).
• Infarto. Necrosi del muscolo cardiaco, dovuta all’occlusione di una coronaria. Per prevenirlo: vita igienica, attività fisica regolare e serena, non fumare, evitare la «dislipidemia», cioè l’eccesso di grassi. «Tutto ciò che rende la vita facile e felice fa bene al cuore, compreso il sesso, ma non nei cardiopatici», che non devono superare la propria riserva coronarica, cioè la capacità che ha il cuore di fornire sangue e ossigeno in risposta a uno stress psicofisico (prof. Franco Romeo, titolare del dipartimento di cardiologia dell’Università Tor Vergata di Roma).
• Invecchiamento. La donna quando comincia a invecchiare? «Dipende se è bella o se è brutta». Se è bella? «Quando il tessuto cutaneo e connettivo diventa meno elastico e diminuisce il turgore sottocutaneo». E se è brutta? «Più tardi. Anzi, la brutta non invecchia mai». I magri invecchiano meglio dei grassi? «I magri stabili, sì: non i dimagriti». Perché i politici, con poche, lodevoli eccezioni, sono così longevi? «Perché i deboli vengono eliminati, mentre i più astuti e combattivi sopravvivono».  nemica dell’alcova più la menopausa o l’andropausa? «Né la menopausa, che è spesso un incentivo, né l’andropausa, che non esiste come pausa, ma come impotenza gravissima, resistente agli ultimi trattamenti». Quale miglior Viagra dell’adulterio? «Spesso a una certa età, giovano entrambi. Perché il Viagra non aumenta il desiderio, ma solo la possibilità di una vasodilatazione. La quale non ha niente a che fare con la sessualità» (prof. Francesco Antonini, fondatore dell’Istituto di gerontologia di Firenze).
• Mal di testa. L’ambiente intorno a noi cambia e il nostro organismo non riesce ad adattarsi: dunque il sistema nervoso protesta con la cefalea, un dolore che può durare dalle 4 alle 70 ore e che si distribuisce secondo la geografia dei vasi (emicrania) o dei muscoli (cefalea tensiva). Vi è poi la cefalea ereditaria: chi ne soffre ha avuto in dono dai genitori un gene alterato. Dodici o ventiquattr’ore prima, l’emicrania è annunciata da un desiderio irresistibile di cibi dolci, da malinconia o aggressività inspiegabili, da insonnia o da stati di estrema lucidità e vigilanza. Una fame incontrollabile, un’ansia immotivata, un’improvvisa cupa tristezza, disturbi della concentrazione, della vista, della parola, dell’equilibrio legati a una vasocostrizione. Segue la vasodilatazione con dolore pulsante. Nella fase risolutiva c’è una grande spossatezza, cui segue un benessere euforico. Si manifesta per di più in primavera e autunno e nei paesi ricchi. Colpisce di più le donne, soprattutto in età fertile, e i giovani adulti. Diminuisce con l’età. Italiani che soffrono il mal di testa: più di dieci milioni, ognuno dei quali perde in media dieci giorni di lavoro all’anno. Cibi e bevande da evitare: quelli che contengono tiramina e glutammato, in quanto vasodilatatori, e cioè insaccati, cioccolata, certi formaggi e l’alcool in eccesso. Evitare di prender farmaci senza parlare prima col medico. Grandi che soffrivano di mal di testa: Tutankhamon, il faraone egiziano che si curava facendosi porre sul capo un coccodrillo di argilla stretto con una fascia di lino, Lewis Carroll, Kant e Nietzsche, la principessa Margaret d’Inghilterra e Giulio Andreotti (prof. Giuseppe Nappi, titolare della cattedra di neurologia all’Università La sapienza di Roma e direttore scientifico dell’Istituto Casimiro Mondino di Pavia).
• Medici in Italia. Uno ogni centosettanta abitanti. Posti letto disponibili al Nord, il doppio del necessario. Costo di una giornata di degenza: da 154,93 a 516,45 euro. Circa il 40 per cento delle giornate di degenza sono inutili (Silvio Garattini, farmacologo, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano).
• Mortalità. Mortalità in Italia per malattie circolatorie: 45 per cento; per tumori, il 35 per cento (prof. Mauro Bartolo, specialista angiologo, già primario dell’Ospedale San Camillo di Roma).
• Moscerini. Muoiono senza invecchiare: per accidente, così come si rompono piatti e bicchieri, perché sono senza difese in un ambiente ostile.
• Pelle. Spessore della pelle: delle palpebre, meno di un millimetro, della pianta dei piedi, più di un centimetro. Temperatura: varia, massima all’inguine e nelle regioni ascellari, minima alle mani e ai piedi (prof. Antonio Garcovich, docente di dermatologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).
• Prostata. Organo ghiandolare e fibromuscolare che appartiene al sistema urogenitale maschile, a forma di castagna, venti grammi di peso. La parola viene dal greco e significa «stare in posizione anteriore rispetto alla vescica». Funzione: produce il 20 per cento del liquido seminale e funge da camera di scoppio dell’eiaculazione. Tra i disturbi benigni della prostata, l’iperplasia prostatica, detta anche ipertrofia prostatica, dovuta all’invecchiamento e alla presenza di ormoni sessuali maschili, in particolare il diidrotestoterone (colpisce il 50 per cento negli uomini tra i 50 e i 60 anni). Alimentazione consigliabile: cereali, vegetali, legumi, frutta, un «buon bicchiere di vino». Sintomi: progressiva diminuzione nella forza e nel calibro del getto, l’esitazione minzionale, l’intermittenza, lo sgocciolamento terminale. Fra i sintomi irritativi, la pollachiuria (l’aumentata frequenza delle minzioni) e la nicturia (frequenza con cui il paziente di notte deve alzarsi a urinare). Il trattamento: farmacologico o chirurgico. Conseguenze sulla sfera sessuale dell’ablazione di questa ghiandola: in caso di asportazione della sola componente centrale, non comporta alterazione della potenza sessuale; nei casi di ablazione totale, la sezione dei nervi preposti all’erezione causa l’impotenza, Tra i malati illustri: Epicuro si suicidò dopo 14 giorni che non riusciva a urinare; Charles De Gaulle rifiutò un catetere permanente perché made in Usa; Ronald Reagan si sottopose all’intervento chirurgico, perché costretto da continue fughe in bagno (prof. Patrizio Rigatti, direttore della Clinica urologica dell’Università Vita e Salute dell’Ospedale San Raffaele di Milano).
• Raffreddori. Giornate lavorative perse in Italia a causa dei raffreddori: circa venti milioni (prof. Enrico De Campora, primario di otorinolaringoiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma).
• Regole. «In medicina le regole possono essere assolute, ma le conseguenze sono variabili» (Aulo Cornelio Celso).
• Rughe. Come combatterle: «Col sorriso e la tranquillità dell’animo, evitando l’eccessiva esposizione solare e proteggendosi con filtri antisolari. Soprattutto se si ha una pelle chiara che si arrossa facilmente e si abbronza poco» (prof. Antonio Garcovich, docente di dermatologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma).
• Speranze. «La vecchiaia è triste non perché cessano i piaceri, ma perché finiscono le speranze» (Jean-Paul Sartre).
• Sport. A chi gli chiedeva come fosse arrivato ai novant’anni così in forma, Churchill rispose: «No sport»: «Niente sport».
• Sudore. La cute umana ha milioni di ghiandole sudoripare, perché termoregola ad acqua, a differenza degli altri mammiferi che termoregolano con lo strato d’aria intrappolato nella pelliccia. Rimedi contro il sudore: i sali di alluminio applicati localmente sul palmo delle mani e la pianta dei piedi (prof. Antonio Garcovich, docente di dermatologia dell’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma).
• Svolte. Vita media nell’Ottocento: cinquant’anni, come nel Medioevo. La svolta nel 1850, anno dell’abolizione della schiavitù e dell’avvento dell’elettricità, che rese inutile l’energia muscolare e favorì l’igiene portando nelle case l’acqua potabile. Da allora è cominciata la liberazione dell’uomo dalla fatica fisica, con conseguente risparmio energetico e riduzione delle ossidazioni da radicali liberi.
• Trapianti. Trapianti compiuti in Italia ogni anno: 40 di pancreas, 60 di polmone, 300 di cuore (tecnicamente il più semplice), 700 di fegato (tecnicamente il più impegnativo), 1300 di reni. Criteri in base ai quali si sceglie il destinatario dell’organo espiantato: l’attribuzione dei reni avviene sulla base del gruppo sanguigno e dell’affinità genetica; per il cuore e il fegato si richiede lo stesso gruppo sanguigno e la compatibilità con la massa corporea. A parità di condizioni, vale l’anzianità nella lista d’attesa, ma ci sono anche liste di emergenza. Paesi in cui vige il silenzio-assenso: Belgio, Olanda, Spagna, Austria. In Italia, quando entrerà in vigore la nuova legge, si avrà il silenzio-assenso informato (prof. Carlo Umberto Casciani, direttore del Dipartimento di chirurgia generale dell’Università Tor Vergata di Roma)
• Tumore polmonare. La più grave malattia che colpisce quest’organo, una delle più diffuse nel mondo occidentale. Nel 95 per cento dei casi è dovuta al fumo da sigaretta, in Italia colpisce 40 mila persone all’anno, di cui circa il 90 per cento uomini, e 10 per cento donne. Il divario è dovuto in parte alla diffusione più tardiva del fumo nella popolazione femminile, perché i danni provocati dal fumo compaiono dopo venti o trent’anni (prof. Gianluigi Ravasi, responsabile dell’unità chirurgica dell’Istituto clinico Humanitas di Milano e vicepresidente della Lega Italiana contro i Tumori).
• Seno. Tra le cause del tumore al seno, l’assenza di gravidanza, che svolge una funzione protettiva. Età più a rischio: quarantacinque anni, e fra i sessanta e i sessantacinque. Per prevenire le malattie della mammella è opportuno un autoesame una volta al mese, meglio se nella settimana successiva al ciclo, quando il seno è meno teso e dolente: per evidenziare eventuali rigonfiamenti, infossamenti cutanei o asimmetrie bisogna osservare seni e capezzoli allo specchio, prima con le mani lungo i fianchi, poi con le braccia in alto, infine con le braccia dietro la testa. L’autopalpazione va eseguita distese, col braccio della mammella da palpare dietro la nuca e la mano a piatto sul seno (Eugenio Villa, oncologo dell’Ospedale san Raffaele di Milano).
• Trapianti. La più alta sopravvivenza di un trapiantato renale in Italia: trentacinque anni. Di un trapiantato di fegato nel mondo: trentun anni; cardiaco: ventiquattro anni.