Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Regno Unito
Byron, essendogli morta la madre, non andò ai funerali ma restò in casa a tirar di boxe con un domestico
• Byron, essendogli morta la madre, non andò ai funerali ma restò in casa a tirar di boxe con un domestico.
• Byron si gettò a un tratto nel Canal Grande e tornò a casa a nuoto reggendo una torcia con una mano perchè i remi dei gondolieri non lo colpissero.
• Charley Moore, campione mondiale di nuoto con una gamba sola (capace anche di nuotare tenendo la gamba avvolta intorno alla testa).
• Frederik Rolfe, caduto dalla gondola tutto vestito e con la pipa in bocca, nuotò sott’acqua e, quando riemerse dall’altra parte, stringeva sempre la pipa tra i denti. La svuotò e la riempì di nuovo attingendo da una sacca di caucciù. Questo comportamento impassibile gli valse l’ammissione al Circolo dei canottieri Bucintoro.
• A Gafsa, in Tunisia, piscine abitate da pesci ciechi che sfiorano i nuotatori. Più in fondo, serpenti azzurri che strisciano sulle lastre di pietra.
• Mania dei romani di allevare i pesci come se fossero cagnolini. Disperazione alla morte del pesce amato, eccetera. Le murene, rese belle da anelli d’oro infilati nelle branchie, correvano al richiamo del padrone.
• Shelley comprava i gamberi al solo scopo di ributtarli nel Tamigi. John Cowper Powys, visto arrancare ore e ore a New York per mettere in salvo "un povero pesce torturato".
• John Cowper Powys, scrittore, in Topsy Turvy (1969) raccontò la storia d’amore tra una maniglia e il ritratto di un bimbo. In Weymouth Sands (1934) mostrò una ragazza ”dagli zigomi alti, alla mongola” che aveva la passione di guardare i ragazzi fare il bagno. Accettò poi di andare a insegnare in America al solo scopo di guardare le donne nude delle slot-machine di Philadelphia, le ballerine del varietà, le segretarie che la sera, nelle buie strade di New York, si svestivano nei loro appartamenti illuminati.
• Goethe, preso dalla mania dei corpi nudi dopo aver visto in una casa svizzera la statua ellenistica di una danaide, porta un amico a nuotare e resta incantato dalle sue forme. Paga poi una mezzana per rinnovare l’esperienza con una fanciulla.
• Per imparare a nuotare, Goethe si fabbricò un giubbotto di sughero. Tornato a Weimar, nuotava con un panciotto di lino e un paio di pantaloni che gli erano costati dieci Groschen.
• D.H. Lawrence (l’autore de L’amante di Lady Chatterley) molto restìo a buttarsi in acqua per non esporre il proprio corpo «ossuto, emaciato, con il petto di pollo» e tuttavia sarcastico con Bertrand Russell in costume da bagno (’Povero Bertie, tutto cervello e niente corpo”, Bertie invece, piuttosto disinvolto, faceva il bagno volentieri al chiaro di luna). Per impedire alla moglie Frieda di entrare in acqua nuda, Lawrence le cucì con le sue mani dei mutandoni di cotone.
• Fitzgerald, restìo a nuotare perchè si vergognava dei piedi.
• «La buona scrittura è come nuotare sott’acqua trattenendo il respiro» (Fitzgerald).
• A Sara Murphy, che li rimproverava per essersi tuffati da certi scogli molto pericolosi di La Garoupe, Zelda, moglie di Fitzgerald, rispose: «Ma tesoro, noi non crediamo nella conservazione».
• Nel 1676 sir Nicholas Gimrack si allenava a nuotare stando sdraiato su una tavola e ripetendo i movimenti di una rana tenuta in una brocca che stava davanti ai suoi occhi. Gli chiesero se avesse mai provato in acqua e rispose: «No, ma nuoto molto graziosamente sulla terraferma».
• Orson Welles era ossessionato dall’idea che i suoi ospiti facessero pipì in piscina, fece perciò preparare da un amico un reagente chimico che, posto in una soluzione di urina, la facesse diventare color lampone. Disperazione e sdegno dopo aver verificato, la domenica successiva, che la stragrande maggioranza degli ospiti, buttatisi in acqua, la coloravano presto di rosso-lampone, uomini e donne senza distinzioni e specialmente quelli più avanti con gli anni.
• Johnny Weissmüller (Tarzan), morto senza un soldo in Messico, dove aveva vissuto gli ultimi anni mantenuto da un milionario.
• Flaubert, tornato a un certo alberghetto di Marsiglia dove aveva vissuto una meravigliosa notte d’amore, vi trovò invece un negozio di giocattoli e, al primo piano, una bottega di barbiere. Seduto per farsi radere, riconobbe la carta da parati della camera di tanti anni prima.
• Ombra. Ai tempi dell’antica Roma si poteva attraversare da un capo all’altro l’Africa settentrionale restando costantemente all’ombra.
• Ombra. Ai tempi dell’antica Roma si poteva attraversare da un capo all’altro l’Africa settentrionale restando costantemente all’ombra.
• ”Quando vedo un uomo che nuota dipingo un annegato (Jacques Prévert, Il porto della nebbie)”
• Murray Rose, nuotatore australiano, uno dei più grandi di tutti i tempi, appassionato di antica letteratura greca, cresciuto a sesamo, alghe e semi di girasole (modo per far crescere in lui "la venerazione greca per una mente disciplinata e un corpo perfetto" come disse la madre), mani e piedi assai lunghi ”prerogativa a quanto pare di tutti i migliori nuotatori”.
• Pamplin, detto Scudding Seal, nuotava tenendo costantemente le braccia sotto l’acqua.
• Lurkine, stella dei varietà acquatici di fine Ottocento (piscine di cristallo erette sui palchi di teatro o nei pressi dei palazzi pubblici), nel 1881, nel teatro di Oxford, stupì tutti rimanendo sott’acqua per due minuti, 51 secondi e 1/4. Meglio di lei Elise Wallenda (alta meno di un metro e mezzo, torace di 67 centimetri) che nel 1898 rimase sott’acqua quattro minuti, 45 secondi e 2/5. Entrambe furono estratte dalla vasca prive di sensi. La Wallenda era anche capace di svestirsi, scrivere, cucire, mangiare e bere sott’acqua.
• Il Colosseo fu costruito al posto di un enorme lago artificiale voluto da Nerone.
• Byron, claudicante, ”una contrazione del tendine di Achille lo obbligava a camminare sulle punte, imponendogli una strana andatura affettata” (andatura secondo Trelawney al limite del ridicolo) (manie di Byron: nuoto, gioco d’azzardo e viaggi).
• Charles Kingsley diceva di se stesso che nella vita non correva avanti, ma indietro, ”e più forte che poteva” (nostalgia dell’infanzia, la madre, l’acqua, ecc.).
• ”Verso la fine del secolo il nuoto divenne un passatempo alquanto stuzzicante per gli omosessuali...” [Charles Sprawson Il massaggiatore nero. Il nuotatore, questo eroe Adelphi: rapporto fra acqua, omosessualità, pensiero di destra. Nel libro anche l’idrofobia della Chiesa, il recupero del nuoto con il Settecento, allo stesso tempo classicismo e romanticismo, ecc., vedi Goethe e i nazisti pagina 208].
• Wilhelm Bauer, inventore del sottomarino.
• ”In Germania lo stile a rana era essenzialmente militare e faceva parte dell’addestramento delle reclute. Secondo un manuale dell’esercito, era quello che "faceva l’uso migliore della potenza delle gambe tedesche", che si divaricano per poi richiudersi con la massima forza, come quelle del leggendario guerriero teutonico che stringeva così fortemente tra le cosce il suo cavallo da farlo gemere”.
• Charles Daniels, campione olimpico del 1904, ”è lui che ha perfezionato il rozzo stile australiano in voga in quegli anni, trasformandolo nell’armonioso e cadenzato crawl americano”.
• ”Gli agenti in cerca di affermazione che negli anni Trenta nella piscina del Beverly Hills Hotel oziavano sulla spiaggia artificiale di candida sabbia di riporto e pagavano qualche cameriere perchè annunciasse che "Il signor Daryl Zanuck o il signor David Selznick" li desiderava con urgenza al telefono”.
• ”In Giappone, un editto imperiale del 1603 rese il nuoto parte integrante dell’insegnamento scolastico”.
• ”Il nuoto entrò a far parte del codice del samurai e fu innanzi tutto un’arte militare. Si svilupparono dodici stili diversi, a seconda degli usi e delle regioni, ciascuno con un nome, come le prese di sumo. Una forma di nuoto a rana veniva usata per coprire lunghe distanze in alto mare, mentre si ricorreva a un movimento circolare delle gambe quando bisognava scagliare frecce nelle rapide di un fiume. C’erano poi i vari modi per risalire i torrenti, per portare le armi, per muoversi sott’acqua e per nuotare senza essere uditi”.
• Nelle Olimpiadi di Berlino (1936) uno sciame di farfalle volò sulla piscina, si divise in tre gruppi i quali si librarono sulle schiene dei tre nuotatori giapponesi e li accompagnarono fino al traguardo.
• Furukawa, alle Olimpiadi del 1956, fece quasi tutto il percorso a rana sott’acqua.
• Fino all’epoca di Elisabetta I, i movimenti del nuoto ispirati a quelli del cane. Da quel momento in poi, ispirato a quelli della rana. ”Si tenevano le rane in tinozze a fianco delle piscine come modello e la gente ammirava il meraviglioso movimento a elica delle loro gambe sotto il ginocchio. Nel 1879 il "Boys Own Paper" ”raccomandava agli apprendisti nuotatori di mettere sul pavimento un catino d’acqua con dentro una rana e di coricarsi con la pancia su uno sgabello per cercare di imitarne i movimenti. Non era nemmeno un consiglio nuovo perché già nel Virtuoso di Shadwell, del 1676, Lady Gimrack descriveva così il marito che imparava a nuotare: "Tiene una rana in una boccia piena d’acqua legata ai fianchi con una corda, la qual corda sir Nicholas stringe fra i denti, stando sdraiato bocconi su una tavola; quando la rana muove gli arti lui fa altrettanto e il suo maestro di nuoto gli sta accanto per dirgli se la imita bene o male". Quando gli chiesero se avesse mai provato a nuotare in acqua sir Nicholas rispose: "No, ma nuoto molto graziosamente sulla terraferma"”.
• Burroughs: ”Lo psicotico è colui che si sente in contatto con la realtà sottostante”. James Hamilton-Paterson: ”Al posto di psicotico scrivere "nuotatore"”.
• Piscine presenti nella Roma antica: 800.
• Gaio Sergio Orata, inventore della doccia.
• Shelley, ossessionato dall’acqua, remò lungo un fiume inglese in una tinozza finchè il fondo non si staccò, discese poi il Reno in una zattera malconcia (però non sapeva nuotare e morì infine annegato nel golfo di La Spezia).
• Swinburne era attratto solo dalle coste rischiose, il Mediterraneo lo annoiava. ”Per Swinburne nuoto e frustate divennero una cosa sola” (A Chelsea provò anche il tuffo sull’asfalto direttamente dal predellino della carrozza, morto infine suicida al largo di tretat).
• ”Per sentire l’acqua il più intensamente possibile, i nuotatori australiani degli anni Cinquanta cominciarono a depilarsi le gambe prima delle gare importanti”. In seguito gli americani, negli anni 60, ”presero a depilarsi e non solo le gambe, ma anche braccia, petto e testa. In questo modo riuscivano a guadagnare minuti sulle lunghe distanze, ma non tanto grazie alla eliminazione delle centinaia di bollicine d’aria che aderiscono ai peli rallentando il movimento, quanto piuttosto per gli effetti psicologici [...] quando un nuotatore registra un buon tempo, invariabilmente la prima domanda è: "depilato o non depilato?". Poi nasce il problema di definire quanto spesso ci si debba depilare; se si riesce a rimandare fin dopo le prove o le eliminatorie, allora si è in possesso di un vantaggio psicologico sul rivale. La depilazione è diventata una scienza complessa. Il segreto consiste nel non esagerare, altrimenti la tensione è perduta; e nel limitare le rasature il più possibile, affinchè ci siano più peli da asportare quando è necessario. Prima di una gara ci sono concorrenti che si sfregano le mani sul rivestimento ruvido dei trampolini, come fanno gli scassinatori che si scartavetrano le punte delle dita per aumentarne la sensibilità. Le nuotatrici della Germania dell’Est fecero un ulteriore passo avanti adottando il "costume a pelle", fatto di un unico strato di filanca che sembrava incollato al corpo” (imbarazzo iniziale dei cameramen) ”L’australiana Dawn Fraser sosteneva che avrebbe superato tutti i record se solo le fosse stato concesso di nuotare nuda” (’... al tempo delle Olimpiadi degli anitichi greci Orsippo si levò la fascia che gli cingeva i fianchi e fu visto guadagnare subito un nettto vantaggio sugli avversari”) (ricordare che oggi - 2001 - i nuotatori adoperano una tuta speciale, che si dice fatta di pelle di squalo o a somiglianza della pelle di squalo, che consente di scivolare sull’acqua come se si fosse completamente depilati).
• Charlotte Brontë, trovandosi di fronte l’oceano per la prima volta, svenne.
• ”In un’epoca in cui l’abbigliamento seguiva regole molto rigide, la vista dei nuotatori nudi doveva apparire una rivelazione. Quando R.L. Stevenson, da ragazzo, vide il padre correre sulla sabbia per tuffarsi nel Mare del Nord, rimase "sconvolto nel trovarlo così bello senz’abiti"”.
• Mishima, un anno prima di fare harakiri, andò a nuotare ogni giorno per un mese a Shimoda con un costume nero di cotone e grandi fibbie di ottone alle cosce (’una morte romantica pretende come veicolo un corpo assolutamente classico”).
• Bikini. Esther Williams si rifiutò sempre di portare il bikini.
• Telescopi. ”Nelle stazioni balneari vittoriane, quando il mare era normalmente "nero di bagnanti", poche donne si avventuravano oltre il bagnasciuga, ma restavano sdraiate sulla schiena ad aspettare le onde, indossando costumi da bagno "assai poco formali". "Quando arrivavano le onde" commentò uno spettatore "queste non solo coprivano le bagnanti, ma letteralmente sollevavavno i loro costumi fino al collo, cosicchè, quanto a decenza, era come se non fossero vestite affatto". E tutto questo avveniva ogni giorno sotto gli occhi di migliaia di persone. C’era chi faceva chilometri per osservare le donne al bagno, e c’era chi puntava il telescopio per vederle entrare in mare; in alcune località venne addirittura proibito agli uomini di gironzolare attorno alle cabine mobili. Solo nel 1901 fu permesso alle donne di nuotare negli stabilimenti balneari alla presenza degli uomini”. (Charles Sprawson).
• A New York una legge dello Stato rimasta in vigore fino al 1938 imponeva agli uomini di fare il bagno in piscina con lunghi mutandoni che coprivano anche il petto.
• Tuffi. Il record mondiale di tuffi è di Alick Wickham, un indigeno delle isole Salomone. Nel 1918, in cambio di cento sterline, Wickham accettò di buttarsi nel fiume Yarra vicino Melbourne in Australia. Vennero a guardarlo sessantamila persone. Wickham esitò parecchio prima di lanciarsi: arrivò sull’orlo, buttò un’occhiata di sotto, tornò indietro ed era visibilmente incerto. Parecchie donne svennero. Infine si decise. Più tardi spiegò che non aveva avuto paura dell’altezza, lo aveva trattenuto la sensazione che tuffandosi sarebbe andato a sbattere sulla riva opposta, tanto questa gli sembrava incombente. Indossava tre costumi da bagno e al momento dell’impatto con l’acqua si lacerarono tutti e tre.
Roy Woods, che tentò di battere quel record gettandosi dalla baia di San Francisco, si ruppe la schiena e restò paralizzzato tutta la vita.
• Impiccagione. Samuel Scott, per rendere più spettacolari i suoi tuffi dal ponte di Waterloo, mimava sempre un’impiccagione, al termine della quale la corda si spezzava e lui cadeva elegantemente girandosi in aria per arrivare a mani unite nell’acqua. Ma nel 1841 la corda non si ruppe, il cappio si strinse ed egli finì effettivamente strangolato.
• Francis Scott Fitzgerald, in clinica per una crisi depressiva, si fece accompagnare dall’infermiera giovane e carina a nuotare, si tuffò per far colpo su di lei e si fratturò una spalla.
• Scrope Davies specializzato nel rilevare tutte le amanti smesse da Byron.