Corriere della Sera, 20 ottobre 2016
Tags : Anno 1901. Raggruppati per paesi. Svezia
Il primato del Nobel, principe dei premi
Non è la prima volta che i membri del comitato per l’assegnazione dei premi Nobel spiazzano tutti con una loro decisione. Soprattutto nei campi della pace e della letteratura.
Settori che a quanto pare si prestano meglio di altri a essere interpretabili.
Ma chi designa i designatori del comitato? E, visto che al di là dell’indubbio valore di Bob Dylan non si può dare torto alla perplessità degli scrittori veri per questa assegnazione (come lo era stato per lo scomparso Dario Fo, del resto!), mi chiedo se non sia il caso di istituire una sorta «Nobel extra» per premiare le categorie non classificabili, che però meriterebbero ugualmente un premio simile.Mario Taliani
Caro Taliani,
La giuria del Premio Nobel, designata dall’Accademia svedese, è un organo molto serio, composto da studiosi che esaminano i candidati con scrupolosa diligenza. Ma è soggetta agli stessi rischi di tutte le giurie del mondo: distrazioni, sviste, infatuazioni, simpatie e antipatie. Se lei avrà la voglia e il tempo di controllare la lista dei premiati, da Sully Prudhomme nel 1901 a Bob Dylan negli scorsi giorni, constaterà che sono molto numerosi i nomi di persone ormai pressoché ignote. Chi era José Echegaray y Eizaguirre, drammaturgo spagnolo premiato nel 1904? Chi era Rudolf Christoph Eucken, filosofo tedesco, premiato nel 1908? Chi erano Carl Gustav Verner von Heidenstam, scrittore svedese premiato nel 1916, e Henrik Pontoppidan, scrittore danese premiato nel 1917? Chi era Erik Axel Karlfeldt, poeta svedese premiato nel 1931? Chi era Frans Eemil Sillanpää, romanziere finlandese premiato nel 1939?Vi sono indubbiamente nella lista dei premiati personalità che appartengono ormai alla storia della letteratura mondiale, da Thomas Mann a François Mauriac, da Boris Pasternak a Eugenio Montale, da Harold Pinter a Séamus Heaney. E ve ne sono altri che hanno buone possibilità di sopravvivere al logorio del tempo. Ma vi sono anche quelli che scompariranno dalla memoria collettiva. Non è tutto. Dietro ogni candidato scelto dai giurati vi sono quelli che avrebbero potuto concorrere al premio, ma sono stati scartati, spesso per ragioni imperscrutabili. Non ne sono sorpreso. Ho una certa familiarità con le giurie, so che alla fine di ogni discussione si vota e che le regole della democrazia, a quel punto, prevalgono su ogni altra considerazione. Ma tutto questo non impedisce al premio Nobel per la Letteratura di continuare a essere, nella percezione generale, il principe dei premi, l’indiscusso sovrano della scena letteraria mondiale. Molto dipende dalla generosità del padre fondatore: poco meno di un milione di euro per il premiato del 2016. Ma credo che la principale ragione della reputazione del Nobel siano il clima della attesa e la gara delle previsioni che precedono ogni anno l’incoronazione del «più grande scrittore del mondo». Finché tutti parteciperemo al gioco, la reputazione del Nobel è assicurata.